L’Australian Securities and Investments Commission (ASIC), l’autorità di regolamentazione del mercato australiano, ha annunciato un irrigidimento del suo approccio alle risorse digitali, estendendo l’applicazione delle leggi finanziarie a token, custodia e stablecoin. La decisione è stata presa in preparazione all’introduzione di un nuovo regime di licenze nel paese.
Questa settimana, l’ASIC ha reso note le sue aspettative per il settore, precisando che molte risorse digitali rientrano già nella definizione di strumenti finanziari secondo il Corporations Act 2001.
L’interpretazione più recente è contenuta nelle modifiche proposte dall’ASIC al foglio informativo 225, che amplia l’ambito da “cripto asset” a “asset digitali”. Il documento include 13 esempi pratici che illustrano quando token, programmi di staking e prodotti tokenizzati potrebbero necessitare di una licenza per servizi finanziari.
La mossa del regolatore avviene mentre il Tesoro sta ultimando il disegno di legge sulle piattaforme di asset digitali e sui fornitori di servizi di pagamento, che introdurrà licenze formali per scambi, custodi e alcuni emittenti di stablecoin. Le nuove linee guida dell’ASIC preparano il terreno per queste leggi, sottolineando che la maggior parte delle attività legate alle criptovalute è già inclusa nel quadro normativo esistente.
Tra i nuovi esempi forniti, l’ASIC ha avvertito che le stablecoin garantite da valuta fiat potrebbero essere considerate strumenti di pagamento non in contanti, mentre i token wrappati potrebbero essere classificati come derivati. Entrambi sarebbero soggetti alle licenze dei servizi finanziari australiani (AFS).
La commissione ha specificato che la legge australiana si applica anche alle strutture offshore e decentralizzate che vendono o offrono i loro servizi a utenti locali, avvertendo che le piattaforme globali non possono eludere la supervisione facendo affidamento sulla propria localizzazione geografica.
Inoltre, l’ASIC ha delineato nuovi obblighi di custodia, richiedendo alle società che detengono beni dei clienti di avere un attivo materiale netto pari ad almeno 10 milioni di dollari australiani (6,5 milioni di dollari), a meno che il ruolo di custodia non sia considerato accessorio.
L’ASIC ha stabilito un periodo transitorio di “non fare nulla” per le imprese che necessitano di licenze adeguate, una volta che le linee guida saranno definitive, chiarendo però che le aspettative di attuazione sono elevate.
Questo aggiornamento si inserisce nei continui sforzi dell’Australia per integrare il settore delle criptovalute nel quadro dei servizi finanziari. La posizione dell’ASIC indica una **convergenza** tra le autorità di regolamentazione del paese verso la formalizzazione della conformità per le risorse digitali, parallelamente all’avvicinarsi dell’attuazione delle proposte legislative del Tesoro.
L’ASIC ha inoltre sottolineato l’importanza della **conformità** per le aziende operanti nel settore.
La **supervisione** delle attività digitali è diventata una priorità per l’ASIC.
Le nuove regole mirano a garantire la **trasparenza** nel mercato.
Le società sono tenute a rispettare i requisiti di **licenza**.

