XRP ha registrato un aumento di valore grazie all’incremento dell’attività di trading, sebbene gli indicatori di momentum suggeriscano possibili consolidamenti nel breve termine. La criptovaluta ha visto una crescita dello 0,60% raggiungendo i 2,623 dollari.
L’aumento del volume degli scambi, che si attesta a circa il 47% sopra la media settimanale, segnala un crescente interesse, in particolare da parte di investitori istituzionali, in assenza di catalizzatori di forte spinta. XRP deve ancora superare una resistenza situata vicino a 2,68 dollari. Alcuni analisti, pur riconoscendo un modello grafico rialzista, mettono in guardia sulla possibile limitazione dello slancio recente.
Nel corso della sessione, XRP ha oscillato tra 2,62 e 2,64 dollari, con un range di 0,11 dollari. Un tentativo fallito di superare la resistenza a 2,68 dollari ha visto un picco di volume di circa 167,3 milioni di token, superando del 140% la media delle 24 ore. Il livello di supporto psicologico a 2,60 dollari ha mostrato solidità nonostante diversi test. Questa dinamica dei prezzi suggerisce un accumulo controllato piuttosto che un’imminente fase di breakout.
Il tentativo di superare la soglia di 2,68 dollari è stato respinto, confermando la solidità della resistenza. Il supporto intorno a 2,60 dollari indica resilienza, ma indicatori di momentum come TD Sequential lanciano segnali di allarme. La struttura del grafico suggerisce un consolidamento tra 2,60 e 2,67 dollari, che potrebbe costituire la base per movimenti futuri, ma avverte anche di una possibile pausa a breve termine. L’aumento dei volumi conferma l’interesse, ma la mancanza di un chiaro breakout suggerisce che il movimento è ancora in fase di preparazione.
I trader dovrebbero monitorare la capacità di XRP di mantenere la fascia di supporto tra 2,60 e 2,63 dollari. Il mantenimento di una chiusura superiore a 2,65 dollari, combinato con un aumento dei volumi, potrebbe favorire un’inclinazione rialzista con un obiettivo tra 2,70 e 2,90 dollari. Al contrario, una rottura al di sotto di 2,60 dollari potrebbe portare a un nuovo test sotto i 2,55 dollari. I futuri mandati degli ETF e gli afflussi istituzionali restano i principali fattori da monitorare.
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