ADDIO A GIGI RIVA, CAMPIONE AMBIENTALISTA

Si è spento a 79 anni la leggenda del calcio italiano, il mito di quello sardo. Principale artefice dello scudetto del Cagliari 1969-’70 (prima squadra del Sud a vincere il titolo nazionale). Campione europeo nel 1968, vicecampione in Mexico 1970, il mondiale che attribuì la Coppa Rimet al suo amico Pelè. Quel caffè che non riuscii a prendere con Gigi Riva. Io, interista per “colpa” sua. I funerali a Bonaria. Il trigesimo nella chiesa di San Bartolomeo.

Dopo una giornata intensa passata fuori casa, pregusto l’idea di vedermi la finale di Supercoppa (vinta poi dall’Inter per 1-0). Sono quasi le 20 e prima di iniziare il conduttore annuncia una notizia appena battuta dalle agenzie. La scomparsa di Gigi Riva. Cerco conferme su internet ma le uniche notizie che trovo sono di un ricovero in cardiologia avvenuto poche ore prima. La partita dunque inizierà senza che i giocatori e gli staff ne siano al corrente, senza quel doveroso minuto di silenzio che verrà attribuito al Grande Campione solo all’inizio del secondo tempo. Quando le squadre rientrano dagli spogliatoi e vengono avvisate della ferale notizia, le telecamere inquadrano l’allenatore del Napoli, Mazzarri, che unisce le mani in segno di sconforto. Penso a Nicolò Barella, il giocatore dell’Inter, nato a Cagliari, cresciuto calcisticamente nella Scuola Calcio “Gigi Riva” e penso a come ci si possa sentire a giocare dopo una notizia del genere, quando ti muore uno di “famiglia”. Perché il legame di Gigi Riva con Cagliari e la Sardegna non è un sentimento facile da capire. Un amore assoluto che i sardi hanno avuto per l’uomo forse anche prima del giocatore. 

Quando entro nel bar Marius in viale Trento guardo le foto giganti di Gigi Riva con Pelè. Hanno messo un segno di lutto nella foto di Gigi. Il clima intorno non è quello solito. Si tocca con mano la tristezza degli avventori. Qualcuno commenta a mezza voce. Era proprio uno di famiglia.

Gigi Riva, orfano e minorenne (per l’epoca quando la maggiore età si conseguiva a 21 anni), accompagnato dalla sorella, arrivò a Cagliari pensando di essere giunto in Africa. In cuor suo sperava di andarsene presto. Ma poi qualcosa scattò. L’amore della gente, l’umiltà delle persone, i suoi amici pescatori, l’aver messo su famiglia. Le maggiori squadre offrirono cifre assurde per portarselo via. Ma Gigi Riva decise di restare per conquistare il primo scudetto di una squadra del Sud. Il Cagliari del 1969-’70, giocava allo Stadio Amsicora e i tifosi accorrevano da ogni angolo dell’Isola, percorrendo in auto, in torpedoni o in treno, ore di viaggio per veder giocare la mitica formazione: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva

A Leggiuno (Varese), la sua passione per il pallone contribuì a “far mangiare” la sua famiglia in quei tempi difficili. Di tendenze politiche “socialiste”, forse per le umili origini (i genitori lavoravano duramente) o per ragioni familiari (non si è mai sposato con la compagna separata in epoca in cui il divorzio non era ancora legale), è stato tentato di fare politica nel periodo craxiano ma ha preferito rinunciare. Qui alcuni articoli che riguardano il rapporto con Gigi Riva e la politica: link, link, link). Oltre ai no ad Agnelli (Juventus), disse no a Craxi (PSI), Columbu (PSdAz), Berlusconi (FI)…

Il padre morì di incidente sul lavoro. Forse anche a questo si deve il carattere di Gigi Riva, quel velo di tristezza, quel comportarsi in modo responsabile e con la schiena dritta. Non aveva peli sulla lingua. Su internet gira una intervista fatta da Red Ronnie andato a un concerto dei Tazenda. Andrea Parodi (un altro grande) gli chiede di intervistare Gigi Riva. Non parleranno di musica ma di scorie nucleari. Gigi Riva confessa a Red Ronnie di non volerle in Sardegna, dove ci sono già troppe servitù militari. Teme contaminazioni di una terra dedita a turismo, allevamento e agricoltura e difende i sardi perché è uno di loro ma con un’autorevolezza che non ha nessuno.

Ci sono giocatori che si identificano totalmente con la maglia, Gigi Riva è stato uno di questi. L’11 rossoblù e azzurro, è qualcosa di unico nel panorama mondiale. Come Pelè per il Brasile o Maradona per l’Argentina. Se guardiamo la classifica dei cannonieri azzurri, infatti, Gigi Riva con i suoi 35 gol, è in cima, inarrivabile, inseguito da due miti del calcio italiano come Giuseppe Meazza (33 gol) e Silvio Piola (30 gol). Al quarto posto Roberto Baggio e Alessandro Del Piero con 27 gol, poi tutti gli altri dietro, e parliamo di splendidi giocatori. 5) Alessandro Altobelli, Adolfo Baloncieri e Filippo Inzaghi: 25 gol; 6) Francesco Graziani e Christian Vieri: 23 gol; 7) Sandro Mazzola: 22 gol; 8) Daniele De Rossi: 21 gol; 9) Paolo Rossi: 20 gol; 10) Roberto Bettega e Alberto Gilardino: 19 gol.

Alcuni video. Inaugurazione di viale Campioni d’Italia: https://www.youtube.com/watch?v=QqvNyQu6Bk0; La rete su rovesciata: link

La grandezza di Gigi Riva non è solo calcistica o “politica” come ambientalista, anche se poi tutti i politici di destra o di sinistra si sono recati a omaggiarlo. Un altro esempio di Gigi Riva “santo laico” lo racconta Antonio Lai nel corso di una diretta su www.laTestata.it. Gigi Riva con l’aiuto del giornalista Piero Pasini riesce a ritrovare uno zio che i suoi familiari davano per disperso nell’Argentina dei generali. Siamo nel 1978, Gigi Riva è commentatore sportivo per la Nazionale italiana al mondiale di calcio della vergogna, l’Argentina dei desaparecidos. Gigi parte e compie la missione. Rintracciare Giosuè Pistis. Ci riesce. Da quel momento per la famiglia Lai-Pistis, il Gigi nazionale assurge alla figura di un gigante. Nello stesso video racconto di quando Gigi Riva, per eccesso di umiltà, rifiuta un premio “Serata in Onore di…” che viene assegnato nel corso del Festival Letterario & Solidale San Bartolomeo a quanti si sono distinti a Cagliari o in Sardegna. Mi dice “ma no, un premio no, grazie, magari vieni qui e ci prendiamo un caffè” che non abbiamo mai preso, purtroppo. (https://www.youtube.com/watch?v=s0_kK8ErMEo)

Il mio rapporto con Gigi Riva è stato strano. Certo nel 1970 anch’io mi sono affacciato al balcone con la bandiera di nylon del Cagliari regalatami da mio zio per festeggiare lo scudetto ma tutta questa attenzione morbosa nei confronti di un uomo mi infastidiva non poco. Probabilmente per “colpa” sua diventai interista. L’Inter di Sandro Mazzola, seconda in classifica e vincitrice dello scudetto dell’anno successivo. Solo col tempo, pur restando interista (come Gigi Riva) ho compreso la grandezza dell’uomo oltre che del giocatore.

Bella anche la pubblicità sociale di Gigi Riva per gli Special Olympics https://www.facebook.com/watch/?v=486167772002280 

Il racconto dello scudetto nella radiocronaca del 2-0 di Ciotti ha dell’incredibile. Alcuni ricercati vengono arrestati dai carabinieri mentre cercavano di raggiungere lo spogliatoio prima della partita per avere gli autografi dei futuri Campioni d’Italia:  (https://www.youtube.com/watch?v=Sg-cKx0F4OQ)

Il ritiro della maglia rossoblù numero 11 nel 2005:

https://www.youtube.com/watch?v=b0qHd52llDk 

https://www.instagram.com/cagliaricalcio/

Didascalia della rosa del Cagliari: L’U.S. Cagliari in posa con lo Scudetto sulle maglie dopo la vittoria del campionato italiano di Serie A 1969-70, il primo nella storia del club. Da sinistra, in piedi: Viganò (massaggiatore), Claudio Olinto de Carvalho “Nené”, E. Albertosi, C. Niccolai, A. Domenghini, G. Tomasini, C. Poli, C. Nastasio, L. Riva, Duri (massaggiatore); accosciati: G. Zignoli, M. Martiradonna, E. Mancin, P. Cera (capitano), S. Gori, M. Brugnera, R. Greatti, A. Reginato.

Colonna sonora dei funerali di Gigi Riva, che hanno visto una folla oceanica e silenziosa stringersi intorno alla Basilica di N.S. di Bonaria, è la canzone “Quando Gigi Riva tornerà” di Piero Marras. Di seguito il video e il testo.

Quando Gigi Riva tornerà,

Quando Gigi Riva tornerà
Non ci troveranno ancora qua
Con la vita in fallo laterale
E il sorriso fermo un po’ a metà
Tornerà la voglia di sognare
Quando Gigi Riva tornerà

Quando Gigi Riva tornerà
Torneremo tutti in serie A
Dopo tanti calci di rigore
Troveremo insieme l’umiltà
Per ricominciare con più cuore
Quando Gigi Riva tornerà

Crescerà la solidarietà
Ci sarà un po’ più di umanità
E sapremo piangere davvero
Quando il sogno ci confermerà
Che non passerà più lo straniero
Quando Gigi Riva tornerà

Su, su, su, su
Come gli alpini
Niente più paura ormai ci fa
Su, su, su, su
Che siamo i primi
Tutti insieme verso il sole
Tutti insieme verso il sole

Quando Gigi Riva tornerà
La partita ricomincerà
Grideremo insieme, “Italia, Italia”
E patetico non sembrerà
Stretti in questo sogno che ci ammalia
Quando Gigi Riva tornerà

Una grande festa si farà
E la banda ubriaca suonerà
Per intero l’inno nazionale
Zumpa, zumpappera e zumpappà
Dio, ce ne sarà da raccontare
Quando Gigi Riva tornerà

LE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO IN OCCASIONE DEI FUNERALI DI GIGI RIVA

L’arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi, nella sua omelia pronunciata durante la celebrazione delle esequie di Gigi Riva, ha ricordato diversi aspetti della sua storia umana e professionale.

Dopo un riferimento allo sport che porta a dare il meglio di sé nell’educazione della mente e del corpo, nella perseveranza, nella lealtà e nel coraggio, nella collaborazione con gli altri e nell’amicizia, ha sottolineato che “in questi giorni abbiamo celebrato tutto questo in Gigi Riva, ma anche, e forse soprattutto, altro. Abbiamo ricordato i meriti dello sportivo e ammirato la grandezza dell’uomo, la sua generosità e riservatezza, quella profondità di amore e dolore, di passione e malinconia, mai gridata, che si lasciava leggere con schiettezza ma mai possedere, che non si poteva né vendere né comprare”.

Ha ricordato la sua famiglia, i figli Mauro e Nicola, e il cuore di Cagliari che ora lo saluta e prega per lui.

“La liturgia che stiamo celebrando – afferma – è la memoria viva della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Per i credenti la morte è il passaggio necessario per la consegna totale al Dio della vita, nel cui abbraccio ogni fame e ogni sete, secondo le parole di Gesù nel Vangelo, vengono soddisfatti in eterno, nella gioia di quel bene che non sappiamo definire in modo appropriato ma che sappiamo essere vero, che inseguiamo indomiti, con passione, sempre inquieti e mai sazi”.

E infine ha ricordato le sue gesta sul campo.

“Che nulla, o Signore, vada perduto – prosegue. Molte sono le immagini di questi giorni, la maggior parte delle quali fissano l’eleganza della corsa, la bellezza e la potenza del gesto. E poi, dopo la rovesciata di Vicenza o il sinistro di Città del Messico, quella esultanza spontanea, come tutti noi da bambini, a braccia alzate, guardando il cielo e correndo incontro all’abbraccio dei compagni. Corri di nuovo, caro Gigi, e tendi ancora quelle tue lunghe braccia al cielo, corri e guarda in alto. Noi oggi preghiamo perché il Signore ti venga incontro e ti abbracci in quella dimora dove potrai conoscere la Verità e vivere l’Amore senza ombra e senza fine”.

Toccanti anche le parole di Nicola Riva al termine del funerale del padre Gigi: link

Da brividi i cori degli ultras alla vista della bara portata in spalla dai giocatori Zola, Buffon, Copparoni a rappresentare Nazionale e Cagliari nell’ultimo abbraccio… link

Una messa in suffragio per il trigesimo di Gigi Riva è stata celebrata da padre Antonio Sconamila nella chiesa di San Bartolomeo il 21 febbraio 2024.

Grazie di tutto Gigi.

Autore

2024-02-23

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