GIORNATA NAZIONALE CONTRO IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO

Seminario: educare al digitale è il titolo di una iniziativa del Comune di Quartucciu molto partecipata e interessante. Il relatore Luca Pisano, psicologo, si è alternato con Eleonora Steri, musicista.

Il 7 febbraio è la Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, un’occasione per riflettere sulla necessità di azioni concrete e continuative, volte a garantire un ambiente scolastico (e non solo) più sicuro e inclusivo per tutti gli studenti. I dati allarmanti, che leggo dal sito La Scuola Oggi, dicono che oltre un milione di adolescenti ha subito episodi di violenza fisica, psicologica o digitale. Secondo un’indagine condotta dall’ISTAT, il 61% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di aver vissuto episodi di bullismo almeno una volta. 

Il 22% ha subito molestie ripetute, mentre il cyberbullismo colpisce principalmente gli adolescenti tra i 13 e i 16 anni, con una crescita esponenziale dei casi registrati negli ultimi anni. 

Le piattaforme social rappresentano il principale terreno di diffusione di questi episodi e, soprattutto, rendono sempre più difficile per le scuole e le famiglie monitorare il comportamento online degli studenti.

La Legge n. 71 del 29 maggio 2017 ha introdotto misure di prevenzione e contrasto al cyberbullismo, assegnando alle scuole un ruolo centrale nel controllo e nella formazione degli studenti.  Ogni istituto deve adottare un referente per il contrasto al bullismo e avviare attività di sensibilizzazione tra studenti e docenti. 

Nello specifico, il Piano Nazionale per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo prevede l’implementazione di percorsi educativi mirati, il rafforzamento della collaborazione tra istituzioni scolastiche e forze dell’ordine e la creazione di strumenti di segnalazione immediata per le vittime.

Tuttavia, il fenomeno sembra in crescita e le istituzioni non riescono a dominarlo. Appare quindi meritorio il seminario “Educare al digitale” organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Quartucciu in collaborazione con la Pro Loco, Ladiris, A.R.K.A. Eventi Culturali, con la direzione artistica di Maurizio Melis, che ha coinvolto lo psicologo dottor Luca Pisano e il maestro Eleonora Steri.

Lo psicologo Luca Pisano si è soffermato su alcuni concetti come la corretta gestione dell’identità digitale, le principali app usate dai preadolescenti, la valutazione del rischio, la responsabilità civile e penale dei genitori.

Ne è venuto fuori un quadro allarmante. Se una volta i genitori erano da ritenere responsabili della condotta dei figli in quanto almeno un genitore stava a casa e i figli erano più controllati anche dal vicinato o parenti, oggi questo è più difficile da garantire perché spesso i genitori lavorano entrambi e fino a tardi e arrivano stanchi a casa, i rapporti coi vicini sono rarefatti, le famiglie sono meno numerose. Esiste una “data cerniera” tra il prima e il dopo. Il passaggio dall’era industriale all’era digitale fissata nel 2009.

Il dottor Pisano elenca una lunga serie di social, youtuber, videogiochi, la gran parte dei quali è praticamente sconosciuta ai genitori presenti ma, assicura, purtroppo molti adolescenti e preadolescenti li conoscono bene. C’è stato uno “sbarco” di minorenni sui social che dovrebbe destare preoccupazione alle istituzioni e ai genitori. Lo stesso cellulare dovrebbe essere vietato ai minori di dodici anni. Il consenso ai social non dovrebbe essere dato ai minori di 14 anni. Il 90% dei frequentanti la terza media segue un bestemmiatore seriale su youtuber alla faccia di chi deve dare concorsi per insegnare.

Di chi è gran parte della responsabilità di tutto questo? Probabilmente di un neoliberismo sfrenato che antepone il consumo anche di oscenità (verbali e non) a leggi che regolamentino l’uso dei social gestiti da paesi terzi (USA, Russia, Cina).

La subcultura digitale infarcita di modelli negativi è alla base della maggior parte dell’educazione dei giovanissimi. Se fino alla generazione dei boomer il controllo televisivo era relegato a pochi canali e al “dopo carosello, a letto”, oggi le giovani generazioni hanno a disposizione un’infinità di canali tv, piattaforme a pagamento, social, videogiochi. Solo questi ultimi hanno un sistema di identificazione del rischio. Il PEGI (Pan European Game Information) è un metodo di classificazione dei videogiochi valido su quasi tutto il territorio europeo attraverso cinque categorie di età (3, 7, 12, 16, 18 anni) e otto descrizioni di contenuti.

Un sistema analogo dovrebbe essere adottato anche per gli youtuber o per le canzoni. Pensiamo alle polemiche su Sanremo (che non è un programma per preadolescenti) per la partecipazione di “cantanti” rap o trap i cui testi vanno in pasto a persone che non hanno ancora sviluppato la corteccia cerebrale e non sono in grado di distinguere tra bene e male, sono suggestionabili e influenzabili.

Pensiamo a certi “programmi e serie” violente. Oggi il numero di ammazzamenti o scene di violenze sono infinitamente maggiori di quelle che si “immaginavano” (spesso non erano nemmeno esplicitate) in serie poliziesche fino agli anni ’70. Anche i tg oggi sono presenti nei teatri di guerra in una escalation iniziata forse con la guerra del Vietnam (la prima documentata dalla televisione).

Che differenza c’è tra virtuale e reale? Forse nessuna. Perché è virtuale tutto quello che è trasmesso attraverso un video ma quanto viene detto attraverso lo schermo è reale (insulti compresi). Inoltre, la dipendenza da internet è reale! Oggi in Italia si spendono milioni di euro in psicologi mentre basterebbero poche decine di migliaia di euro per attrezzarsi in modo da difendere i minori dai programmi deleteri per la loro formazione. Chi non lo permette? Il governo? La politica? Le industrie straniere? Le aziende che fanno pubblicità attraverso queste piattaforme, youtuber, videogiochi?

La realtà virtuale è parte della realtà e ne possono derivare alterazioni psicofisiche nei soggetti più fragili. Perché allontaniamo un bambino da una famiglia che litiga ma gli consentiamo l’uso di certi videogiochi? La teoria dei neuroni specchio, afferma che questi neuroni possono essere importanti per la comprensione delle azioni di altre persone e quindi nell’apprendimento attraverso imitazione.

Quanto possono essere negativi gli esempi mutuati dai social, piattaforme e videogiochi? La normalizzazione della violenza e della criminalità, l’epidemia di violenza che ha coinvolto la generazione Z e la generazione Alpha (Piccola legenda: si definiscono Boomer, nati tra il 1946 e il 1964, Generazione X tra il 1965 e il 1979, Millennial tra il 1980 e il 1996, Generazione Z dal 1997 al 2012, Generazione Alpha dal 2012 in poi), dovrebbe essere arginata da un patentino digitale con conseguente adeguamento dei contenuti in base all’età.

La politica dovrebbe prendersi la responsabilità dell’educazione al digitale, della classificazione degli youtuber, perché le parole hanno un peso ma per le giovani generazioni sembrano non averne. Perché le subculture insegnano a non pensare, a non protestare nei confronti delle ingiustizie. I giovani mancano di una visione critica che gli consentirebbe una protesta civile. Si è passati dagli eccessi della lotta armata degli anni ’70 alla droga e ai social che hanno spazzato via l’intelligenza per far posto a quella artificiale. A chi fa comodo tutto questo? Di sicuro a chi detiene le leve economiche e pensa ai cittadini come consumatori (marginalizzando gli ultimi che non hanno potere d’acquisto e capacità di spendita) ma anche a certa politica non in grado di indirizzare verso lo sviluppo socioeconomico come nel periodo del boom degli anni ’60 (del secolo scorso, del millennio precedente, ma stiamo parlando solo di sessanta anni fa).

Il Maestro Eleonora Steri, giovane musicista del Conservatorio, che presto sarà a Milano per un importante concerto, ha avuto il merito di intervallare l’esposizione del relatore con la sua fisarmonica, proponendo brani della tradizione sarda e riscuotendo meritati applausi da parte dei presenti.

Una formula riuscita, quella proposta da Maurizio Melis, che pensa già al prossimo evento culturale con accompagnamento musicale e che ha raggiunto importanti risultati di ascolto con le sue “Cortes in Classic”.

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2025-02-10

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