MARIO DRAGHI ECLISSA GIORGIA MELONI

Nel giorno del varo del governo di destra di Giorgia Meloni, a Bruxelles Mario Draghi si prende la scena per l’importante risultato conseguito in Europa: non poteva chiudere meglio la sua esperienza di governo.

Nel giorno (21 ottobre 2022) della nascita del primo governo guidato da una donna, la presidente del partito di destra Fratelli d’Italia, a prendersi la scena è il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi.

E non solo in Italia, ma in Europa, a Bruxelles. Applausi, filmino ricordo, “arrivederci”, una platea di capi di Stato e di governo dei 27 paesi dell’Unione Europea che gli riconoscono, non solo l’autorevolezza media dovuta a un presidente italiano ma quella statura europea che non hanno più Francia e Germania. La prima con un Macron appannato dagli esiti elettorali in patria. La seconda orfana della Merkel con un SPD che deve ancora farsi le ossa. Un’Europa apparentemente “indebolita” dalla Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’UE, che però i maggiori danni pare li abbia subiti proprio il regno di Carlo III, succeduto a Elisabetta II. Infatti a Londra un’altra donna, Liz Truss, di destra al governo si è dimessa battendo tutti i record di durata: solo 44 giorni!

Siamo sicuri che Giorgia Meloni durerà di più. Non sappiamo se cinque anni o un ventennio. Anche se le prime avvisaglie serie di rottura le abbiamo avute e in modo neanche velato. Matteo Salvini pronto a fare qualunque cosa, anche il magazziniere, pur di stare al governo, ha fibrillato in continuazione. L’ottantaseienne Silvio Berlusconi ha fatto pure di peggio. Appunti di insulti alla premier entrante “rubati” (in realtà messi in bella vista perché tutti leggessero) dalla cartella adagiata sul banco del Senato, prima. Audio “rubati” (anche quelli?) dove si esprime come un amante tradito dal suo (ex?) grande amore Vladimir Putin. Quello del lettone a forma di cuore, delle vacanze in Sardegna, del caviale e vodka ma anche della guerra in Ucraina, dell’avvelenamento degli oppositori, dell’uccisione di Anna Politkovskaja e di altri giornalisti scomodi. Dopo. Ma non basta. C’è pure l’alzata di sopraciglio e svisata con Salvini che sottintende che la Meloni dovrà stare in guardia dagli alleati.

Anche perché l’opposizione deve solo ringraziarla. PD e M5S hanno un milione e seicentomila voti in più della destracentro. Ma siccome sono furbi, litigiosi e grandi studiosi di leggi elettorali, si sono presentati divisi, stendendo un tappeto “rosso” alla Meloni.

Unica nota positiva: rosa. Finalmente una donna primo ministro. Peccato si circondi di vecchi ministri sessantenni e di basso profilo. Ma ci sarà tempo per parlarne…

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2022-10-22

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