Ormai è chiaro che il voto per le amministrative di Cagliari e Sassari e gli altri centri dell’Isola, come le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo di sabato 8 e domenica 9 giugno 2024, saranno un referendum contro il governo centrale reo di collocare migliaia di pale eoliche per favorire la speculazione di multinazionali e personaggi politici con le mani in pasta più che pensare al fabbisogno energetico dei sardi.
Le foto del rally svoltosi in Sardegna e inserito nel Campionato mondiale, non è stato uno spot per il turismo sardo ma un campionario di pale eoliche disseminate lungo tutto il percorso ed anche oltre.
La Sardegna nel 2022 era in terza o quarta posizione tra le regioni con più pale eoliche ma quello che si sta scatenando (senza contare il Thirrenian Link che collegherà la Sardegna alla Sicilia e alla penisola) nel frangente del cambio dei vertici sardi ha dell’incredibile. Migliaia di pale, alte centinaia di metri, inserite tra nuraghi e costa (fare l’off shore è troppo costoso per gli speculatori?), un far west dove il proprietario terriero verrà tacitato con un boccone di pane e i comuni interessati sacrificheranno le aree agricole e turistiche per sempre in cambio di un incongruo affitto.
Poi tra 20 o 25 anni non serviranno più e cadranno in testa a pecore e turisti o cittadini. Anzi no, turisti e cittadini saranno andati via da un pezzo. Lo spopolamento è dietro l’angolo. A queste condizioni infileranno anche scorie, centrali, rifiuti tossici… venghino signori, venghino! I costi per lo smantellamento non sono previsti perché antieconomici. Il ripristino del territorio, così come dell’Anfiteatro romano trapassato da tubi in acciaio, non è previsto o il costo è incalcolabile. E chi lo paga? La multinazionale? Ah, ah, ah!
Ricaduta per i cittadini? La stessa che hanno avuto le raffinerie petrolifere sul prezzo della benzina? Basta speculazione! Nascono come funghi i gruppi facebook, si promuovono riunioni istituzionali e cortei di protesta, giornali da sempre schierati per chi governa prendono posizione. I monsignori organizzano convegni sulle comunità energetiche. Non è più una questione di destra o sinistra. Infatti, la presidente Alessandra Todde si sente “presa in giro” dal governo e l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Michele Cossa (candidato in una lista di centrodestra alle elezioni europee) protesta contro le scelte governative di tipo coloniale, dopo essersi battuto per l’insularità in Costituzione.
Giusto sabato scorso ho visto il film “Arbores” di Francesco Bussalai, tratto dal libro di Fiorenzo Caterini “Colpi di scure e sensi di colpa”. Il film ha come sottotitolo “Arbores. Il monte Ortobene, Grazia Deledda e la storia perduta degli alberi della Sardegna”. Consiglio a tutti libro e film che spero saranno presenti alla 19^ edizione del Festival Letterario & Solidale San Bartolomeo. Si racconta di una Sardegna della quale si è perso il ricordo perché le fotografie non erano ancora usate e la pittura tipica era di tipo religioso. Non abbiamo più immagini antecedenti l’Unità d’Italia, quando la Sardegna non era desertica ma possedeva boschi lussureggianti che i nostri avi hanno visto, prima che venisse disboscato l’80% per fare traversine per binari ferroviari e carbone che veniva trasportato coi treni merci che collegavano l’interno con i porti e che di sicuro non erano usati per trasportare la popolazione. Con l’Unità d’Italia e Roma capitale, non era decoroso che le pecore e i pastori stessero dentro le mura. Ecco, quindi, l’espulsione dall’Urbe e lo stabilirsi di molte pecore e pastori in Sardegna. Si crea la monocoltura ovina e si passa dagli ottocentomila capi ai due milioni e cinquecentomila! Desertificazione e pecore sono un portato “recente” dei piemontesi in Sardegna. E lo spopolamento? Inesistente, fino ai primi anni del ‘900. Cosa molto simile è avvenuta nel Regno di Napoli o delle Due Sicilie, dopo l’Unità d’Italia. Per informazioni chiedere all’amico Pino Aprile, autore di “Terroni” e di una fortunata serie di libri che narrano “Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali”.
Ora il rischio è che dopo i servi pastore ed essere passati per le servitù militari, con relativi bombardamenti ed esercitazioni che distruggono il territorio, la pesca, il turismo e siano causa di brutte malattie, si arrivi alle servitù energetiche. Pale eoliche ovunque a beneficio di altri, ma non dei sardi. Che resteranno per lustri a deturpare il paesaggio.
Il rapporto tra politica regionale e governo si è incrinato e continua a peggiorare, tanto che a Roma si paventa una debacle in alcune circoscrizioni elettorali alle elezioni europee e in alcuni comuni. Le continue gaffes istituzionali (nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca) di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che vorrebbero una destra illiberale e nazionalista al potere in Europa, non migliorano la situazione ed è osteggiata da tutti i partiti di sinistra e centro, compresa Forza Italia che fa parte della grande famiglia del Partito Popolare Europeo.
Nel frattempo, monta la protesta in tutto il paese e in particolare al Sud per l’autonomia differenziata. Le opposizioni e i costituzionalisti si scatenano contro il premierato. I magistrati protestano per la loro autonomia. Alcuni politici e trasmissioni come Report fanno servizi sui costosissimi (pagati dagli italiani) lager per migranti clandestini che il governo vuole costruire in Albania con complicità che, se dimostrate dalla magistratura, manderebbero in galera più di un politico governativo.
E ancora, la crisi dei soldi del PNRR destinati a progetti faraonici e inutili o spesi a vantaggio delle regioni o aziende del nord, l’evasione fiscale che ha raggiunto cifre spaventose paragonabili a intere manovre finanziarie, le liste d’attesa di una sanità pubblica in ginocchio a fronte di quella privata, ricca e dislocata principalmente in Lombardia, i click day truffaldini nei confronti dei cittadini onesti, gli attacchi ideologici al superbonus, al reddito di cittadinanza e alle rinnovabili, l’aumento delle inutili spese militari, l’aggravarsi delle disparità tra regioni settentrionali e meridionali, gli stipendi bloccati e mangiati dall’inflazione che in trent’anni hanno perso potere d’acquisto a confronto degli stipendi francesi e tedeschi aumentati del 50%, le mancette riservate a pochi, la delinquenza e il disagio giovanile in aumento, la carenza di medici, figure professionali e amministrative in grado di smaltire i processi o avvicendare il personale degli Enti pubblici ridotto all’osso e malpagato, l’arretramento culturale della società, il livello di servilismo mediatico, l’inganno delle statistiche che dichiarano benefici che se ripartiti tra anziani e giovani, tra Nord e Sud, tra città e aree interne, danno la misura plastica del disastro economico, sociale e politico causato da un gruppo di potere che si prepara ad arroccarsi nel castello per cercare di rimanerci a vita.
A cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, che denunciò le violenze, gli assassinii, i brogli elettorali perpetrati dai fascisti nel 1924 e che nella seduta successiva avrebbe denunciato gli interessi e le tangenti che legavano la famiglia Mussolini, il petrolio lucano, i Savoia e la multinazionale petrolifera inglese, nulla sembra essere cambiato se non nelle modalità.
Ecco perché la posta in gioco è alta e, ad esempio, all’accoglienza in aeroporto da parte della Meloni di un italiano accusato in USA di omicidio (Chico Forti), si contrappone la candidatura di Ilaria Salis per AVS Alleanza Verdi e Sinistra al Parlamento Europeo, rea (non riconosciuta dalle vittime nazifasciste) di aver procurato loro, contusioni guaribili in otto giorni nel corso di una manifestazione e, per questo, trattenuta in galera per sedici mesi, condotta in catene in tribunale, e ora ai domiciliari dopo aver sborsato cauzioni inaudite e messa a repentaglio la vita dallo stesso magistrato che ne ha divulgato l’indirizzo.
O ancora, a figure che, per le controverse dichiarazioni effettuate, gettano ombre nella divisa che portano (penso al Vannacci candidato con la lega), si contrappongono figure come Leoluca Orlando o Mimmo Lucano che da sempre si battono per una vita politica e sociale migliore.
Questa classe politica che non conosce moderazione, coinvolgimento, dialogo, non si rende conto che agendo oggi in questo modo rischia di aprire le porte a stagioni che avremmo voluto dimenticare per sempre.
Di seguito si propongono link e foto relativi agli ultimi giorni di accesa campagna elettorale.
- https://www.e-gazette.it/sezione/rinnovabili/no-ecco-cosa-chiedono-politica-stati-generali-paesaggio
- https://www.facebook.com/watch/?mibextid=rS40aB7S9Ucbxw6v&v=920680069768306 video di Angelo Bonelli contro i lager in Albania.