QUELLA VOLTA CHE ENRICO VAIME…

Fu ospite nel 2008 del 3° Festival Letterario & Solidale San Bartolomeo per presentare “Quando la rucola non c´era” e “I cretini non sono più quelli di una volta”. E´ scomparso oggi all´età di 85 anni uno dei più grandi autori italiani della radio, televisione e teatro. Scrittore umoristico mai volgare. Ironico, intelligente, cinico, sarcastico, porgeva la battuta con voce e faccia serissima. Svelò al pubblico presente albergo, camera e compagnia femminile di quel politico che si prese un coccolone.

Domenica 28 Marzo 2021, Fabio Fazio a “Che tempo che fa” dà la ferale notizia. Enrico Vaime non c’è più. E’ commosso. Ma non è l’unico. Ho avuto modo di apprezzare l’autore di teatro, televisivo e radiofonico, non solo come tutti voi attraverso gli spettacoli, le trasmissioni tv e radiofoniche ma anche perché ebbi l’occasione di portarlo a Cagliari, ospite del Festival Letterario San Bartolomeo (non ancora Solidale).

Era un periodo che guardavo molto la rete La7. Enrico Vaime aveva una rubrica di costume nella trasmissione Omnibus. Diceva cose intelligenti in modo ironico. Quando scoprii che aveva scritto due libri dai titoli decisamente buffi (Quando la rucola non c’era e I cretini non sono più quelli di una volta) mi misi in caccia per portarlo a Cagliari.

Lo chiamai al telefono e disse di sì. “Però devi venirmi a prendere perché io sono negato. Mi portano, mi imbarcano in aeroporto e poi devi fare tutto tu” questo il senso delle sue parole.

Sabato 20 Settembre 2008 è il grande giorno. Mi faccio riconoscere in aeroporto. E’ presto per portarlo in albergo. Gli chiedo se ha qualche esigenza particolare. “In effetti mi occorrerebbero tre cose” mi dice mentre percorriamo le vie cittadine in auto “avrei bisogno dei giornali, di un caffè e di un bagno”. “E non necessariamente in quest’ordine” dico io. “E non necessariamente in quest’ordine” ripete lui.

Con un pacco di giornali sotto braccio ci accomodiamo in un tavolino in centro a prendere un caffè con la terza necessità espletata. Chiacchieriamo del più e del meno. Gli chiedo dei libri, di qualche personaggio, gli faccio i complimenti per la trasmissione ma sono conscio di avere davanti a me un monumento dello spettacolo italiano. Da quando alla radio mio padre la domenica ascoltava Gran Varietà di cui lui era uno degli autori, a Canzonissima, Tante Scuse, per non parlare delle commedie teatrali. Quante collaborazioni. Con Terzoli (Terzoli & Vaime, appunto) i testi per Garinei & Giovannini, Franco Nebbia, Maurizio Costanzo.

Mi chiede del Festival. Terza edizione. Stiamo crescendo. “L’anno scorso ci ha onorato della sua presenza Marco Travaglio” dico con una punta d’orgoglio “quest’anno Carmen Lasorella e ora tu!” A una certa ora, prima di accompagnarlo all’albergo, gli chiedo se gli dispiace se passiamo prima alla scuola elementare dove devo prendere mio figlio. Non si scompone. Gentilissimo. Comprende il mio doppio ruolo di padre e organizzatore.

La sera ottanta persone sono stipate nella saletta di San Bartolomeo. Si ride di gusto. Racconta aneddoti. Alcuni ricompresi nei libri, altri aggiunti per l’occasione. Come quello dove racconta che una fonte sicura gli ha raccontato che in una certa città, in un certo albergo di cui fa il nome (e aggiunge anche il numero della camera, confermato anche da altre sue fonti) un presidente di partito e una showgirl (conduttrice sportiva e cantante) si sarebbero incontrati (ma lui lo dà per certo). Non si sa se prima o dopo (speriamo per lui dopo) gli viene un accidente (dal quale non si riprenderà mai del tutto).

Il pubblico è rapito dall’anziano affabulatore. E’ un piacere starlo a sentire. E’ un’enciclopedia vivente dello spettacolo. Racconta tante cose, non per sentito dire ma perché lui c’era e le ha vissute da protagonista. Gli dico che la serata è andata pure meglio di quella con la nota giornalista televisiva, che registrò settanta presenze e lui ci scherza sopra.

Prima di ripartire mi chiede “ma anche Travaglio e Lasorella hanno dormito qui?” Resto colpito dalla domanda. Un tre stelle in riva al mare secondo me è un ottimo biglietto da visita per la città e sono convinto che il mare possa essere un valore aggiunto alla location. “Carmen Lasorella alloggiava al Mediterraneo, Marco Travaglio invece sì” rispondo. “E non ti ha detto niente?” mi chiede. Sempre più preoccupato, di rimando mi sorge uno spontaneo “Perché? Ti sei trovato male? Era sporco?” temendo la terribile confessione che mi avrebbe fatto di lì a poco. “No… però…” nicchia. “Dimmi” lo incoraggio. “Insomma, non c’era neanche un comodino con abat-jour. Sembra che abbiano fatto la guerra. I proprietari sono seduti sopra una miniera d’oro e non sono capaci di sfruttarla”.

Se ne è andato uno dei personaggi che mi sarebbe piaciuto rivedere al Festival. Ciao Enrico!

 

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2021-09-26

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