Recenti osservazioni ai confini del sistema solare hanno rivelato tracce inaspettate di metano gassoso su Makemake, un oggetto transnettuniano. Questa scoperta suggerisce che la superficie ghiacciata di Makemake potrebbe essere più attiva di quanto si pensasse.
La Scoperta di Metano su Makemake
Makemake, con un diametro di circa 1.430 chilometri, pari a circa due terzi delle dimensioni di Plutone, è ora il secondo oggetto transnettuniano, dopo Plutone, su cui è stato rilevato il metano. La presenza di questo gas è stata dedotta analizzando le caratteristiche spettrali dell’oggetto, piuttosto che attraverso un’osservazione diretta.
Questa scoperta aggiunge un nuovo elemento alla nostra comprensione della composizione e delle proprietà delle superfici di questi corpi celesti remoti. L’analisi della luce riflessa da Makemake ha permesso di individuare la firma spettrale del metano.
Implicazioni della Presenza di Metano
La rilevazione di metano su Makemake solleva interrogativi interessanti sulla sua origine e sul suo ciclo. Potrebbe essere intrappolato all’interno del ghiaccio e rilasciato gradualmente, oppure potrebbe essere prodotto da processi chimici in corso sulla superficie.
Un team guidato da Silvia Protopapa del Southwest Research Institute ha analizzato i dati raccolti, giungendo a questa sorprendente conclusione. I risultati suggeriscono una dinamica inattesa sulla superficie di Makemake.
Ulteriori Ricerche Necessarie
Ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno le implicazioni di questa scoperta. L’analisi della composizione chimica della superficie di Makemake, così come lo studio delle sue proprietà fisiche, potrebbe fornire indizi importanti sulla sua storia e sulla sua evoluzione.
- Analisi spettroscopiche più dettagliate
- Modellazione delle condizioni ambientali sulla superficie
- Confronto con altri oggetti transnettuniani
“La presenza di metano suggerisce che la superficie di Makemake è più dinamica di quanto precedentemente ipotizzato,”
Comprendere il ruolo del metano nella chimica e nella fisica delle superfici ghiacciate può aiutare a comprendere meglio i processi che modellano gli oggetti nel sistema solare esterno.

