100 € a chi ha la media del 9: ecco perché l’istituto superiore Scalcerle sbaglia.

Il premio di 100 € per chi prende almeno 9 di media e anche i viaggi e soggiorni per chi ha la media dell’8,  sono stati stabiliti dall’istituto di istruzione superiore Scalcerle, nel padovano, nella falsa credenza che ciò possa incentivare la competizione per far sì che altri puntino alla media del 9 o dell’8. Tuttavia, il raggiungimento di tali medie anche da altri studenti meno intelligenti è in realtà molto improbabile, dato che solo una minoranza può ottenere facilmente la media del 9, cioè le persone con elevato quoziente intelletttivo. Le altre si dovranno accontentare di medie anche molto inferiori all’8 e ottenute con molta più fatica. Quindi, al massimo potrebbero esserci persone molto intelligenti, ma svogliate, che potrebbero decidere di impegnarsi di più e raggiungere anche loro la media del 9, ma per gli altri studenti non cambierebbe niente: sempre sotto la media del 9 resteranno anche se si impegnassero di più.

Se alcuni degli studenti sono molto più intelligenti della media e ciò permette loro di avere la media del 9 praticamente senza studiare, ma già solo ascoltando le lezioni, che senso ha premiarli? si premi invece il miglioramento della media di tutti gli studenti, mettendoli quindi tutti sullo stesso livello per quanto concerne il motivo della valutazione: aiutarli a migliorare se stessi e a valorizzare i propri talenti; se uno che ha una media del 5, arriva ad esempio al 7, lo si premi (con libri, con viaggi, con sconti, ecc), dato che quel suo risultato ha più valore, per il fine a cui la scuola pubblica è preposta, di più di chi ha la media del 9 con la stessa facilità con cui respira. 

Se proprio si voglia premiare gli studenti, occorre premiare il loro impegno, che possono mettere tutti, anche le persone normali, più che l’eccellenza, se questa è data da una superintelligenza, che in quanto dote innata, non costituisce alcun merito, ed è appannaggio del 5 % della popolazione umana (o del 2% se si considera quale livello della superintelligenza i 132 di QI in scala Wechsler assunti dal Mensa International quale soglia di accesso).

Solitamente i ragazzi più bravi provengono da famiglie in cui entrambi i genitori sono laureati e svolgono professioni complesse (medici, ingegneri, avvocati, ecc). Non tutte le famiglie ricche hanno figli superintelligenti, e anche nelle famiglie povere possono esserci persone superintelligenti, ma nelle famiglie povere chissà però, come mai, prevalgono abbandoni scolastici e voti bassi, molto più che nelle famiglie benestanti.  Tra chi ha la media del 9 il QI è sicuramente, in media, più alto rispetto a chi ha una media dei voti sotto il 7.

Le persone di intelligenza di molto superiore alla media prenderanno la media del 9 proprio in ragione della loro superintelligenza, che non merita di essere premiata con un bonus interni alle loro scuole, ma valorizzata in altro modo, ad esempio, con canali preferenziali di avviamento all’università.

E comunque: uno studente ha preso 9 in media?  ha studiato per se stesso o se stessa, non per fare una gara con i suoi compagni e compagne, e non partendo tutti dallo stesso livello di intelligenza e dalla stessa condizione famigliare.  Quindi questo bonus, se inteso quale incentivo alla competizione, non ha senso.

A che serve dare premi a chi ha la media del 9 o superiore, senza considerare come ha raggiunto quella media e che la stragrande maggioranza degli studenti e delle studentesse non potrà comunque raggiungere la stessa media, in quanto meno intelligenti dei primi della classe?

Se una persona ha un QI molto alto la media del 9 sarebbe per lui o lei cosa facile da ottenere, e quindi non è opportuno premiare chi la ottiene.
Il premio andrebbe assegnato a chi, partendo da una condizione di svantaggio, anche solo economico, raggiunge quel risultato, ma non a chiunque, quindi anche a chi proviene da una famiglia agiata, in cui la norma fosse essere ingegneri, oppure fisici, o magari matematici, e semmai la media del 9 sarebbe un demerito, dato che si sarebbe potuto ottenere quella del 10, con un po’ più di impegno! 

Con questo premio, in pratica, piove su una terra già ricca d’acqua e altamente feconda, a svantaggio di chi giace nelle lande steppiche e riarse dell’intelligenza normale e mediocre.  Se fosse vero che basta impegnarsi per ottenere la media del 9, la avrebbe un gran numero di persone in più.  Invece è alquanto probabile che le persone superintelligenti possono ottenere quella media praticamente senza studiare, ascoltando le lezioni. Il premio quindi avvantaggia solo chi è già ben favorito dalla natura, nella falsa ipotesi che ciò incentivi gli altri a impegnarsi di più, anche se la media del 9 non la otterranno mai.

Quel che intendo dire è che tra le famiglie in cui entrambi i genitori sono laureati e magari uno è un ingegnere e l’altro è, poniamo, un fisico, è abbastanza probabile che anche i figli siano superintelligenti e che quindi per essi sia facilissimo arrivare alla media del 9. Che senso ha premiare chi è già ampiamente avvantaggiato dalla Lotteria Genetica?

A me sembra che questo premio crei solo frustrazione in chi non potrà mai ottenerlo! Non si sta parlando della media del 7, ma di quella del 9, cioè una media molto alta che si ottiene solo se si è intellettualmente molto dotati, e capaci di capire bene anche le materie scientifiche e non solo quelle umanistiche. Che senso ha premiare chi è già premiato dalla natura?



I rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, a tal proposito, sostengono:  “È un fatto grave che si inserisce in maniera del tutto scomposta nel quarto a tinte fosche che dipingono da mesi esperti e organi di stampa.  Secondo l’associazione studentesca l’iniziativa si inserisce in “un quadro fatto di angosce da prestazione nei luoghi di istruzione, assenza completa di strumenti di supporto e prevenzione sul benessere psicologico e sempre più spesso studenti che si tolgono la vita letteralmente schiacciati da un sistema che pretende la competizione a tutti i costi e in questo caso al costo di 100 euro col tuo compagno di banco, nelle scuole come nelle università“. Per la Rete degli Studenti medi l’incentivo economico “che, agli occhi di chi ha scelto di istituirlo (il dirigente scolastico) dovrebbe incentivare i giovani ad un maggior impegno in materia scolastica e dunque favorire l’apprendimento” nella pratica consegna agli studenti “esclusivamente un altro obiettivo per cui avere ansia e valutare uno dei percorsi più importanti nelle vite di ciascuno di noi, la scuola, esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale. È una dinamica tossica, pericolosa“.

Molto meglio, a mio parere, eliminare i voti e correggere i compiti collettivamente, in modo da aiutare coloro che magari non capiscono subito le cose, a raggiungere almeno la comprensione delle materie tramite l’intelligenza collettiva, senza per forza dover patire la sofferenza di essere inferiori a chi raggiunge facilmente l’apice nella valutazione, fatta coi numeri o con le lettere.

A proposito: non credo neppure nelle olimpiadi di matematica: a vincere sarà probabilmente il più intelligente, quindi la gara non ha senso, visto che non si possono livellare i quozienti intellettivi, permettendo a tutti di partire dallo stesso livello iniziale.   Anche le competizioni sportive lasciano il tempo che trovano, dato che, ovviamente vince il più forte, o il più veloce, o il più agile, e queste caratteristiche sono soprattutto determinate dalla genetica. D’altro canto, proprio per questo, in certi sport, tipo il pugilato, ci sono le categorie di peso.

Comunque io, personalmente, non premierei proprio nessuno: gli studenti devono studiare per se stessi, non per ricevere un premio. Chi ha preso 9 di media ha ottenuto ciò che si è intrinsecamente meritato, ma non c’è bisogno di incensarlo, visto che non sappiamo quanto gli sia stato facile ottenerla e non è matematicamente vero che i suoi compagni e le sue compagne avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato se si fossero impegnati di più. Invece il vincitore del premio ha sostenuto  che questo rappresenta, a suo avviso, un: “Riconoscimento a chi ha lavorato bene e prova che chiunque può farcela“.

Purtroppo non è vero che chiunque possa farcela. Gli studenti meno bravi non sarebbero comunque incentivati a studiare di più solo per via dell’esistenza di un premio di 100 € e in ogni caso, anche se è possibile che persone superintelligenti, ma pigre, o problematiche, non arrivino alla media del 9, è invece ovvio che persone superintelligenti possano arrivare più facilmente alla media del 9 rispetto a quelle meno intelligenti. Siccome non è possibile livellare i quozienti intellettivi degli alunni, non ha senso, a priori, metterli in competizione.

Nella scuola non ci sono gare d’appalto o concorsi per accedere a un posto di lavoro, nei quali, allora sì, occorre dare la precedenza a chi eccelle. Questo tipo di competizioni avverrà dopo la scuola e magari anche dopo l’università, ma non c’entra niente con l’istruzione pubblica.
Un premio in denaro dato a chi ha la media del 9 presa solo in quanto più intelligente degli altri alunni è come dare un premio a chi è alto 2 metri, per aver tirato a canestro meglio degli altri studenti, gettando la palla direttamente nel canestro da distanza ravvicinata, sfruttando la propria statura.

In conclusione, questo bonus mi sembra solo uno schiaffo in faccia a chi non potrà mai riceverlo.  Della serie: oltre al danno di essere di intelligenza media, anche la beffa del vedersi sminuire.  La scuola non deve essere questo
La scuola deve individuare i talenti individuali e puntare alla loro valorizzazione, senza pretendere che tutti gli studenti possano eccellere in qualsiasi campo del sapere, e in qualsiasi competenza, cosa peraltro necessaria per avere la media del 9, o meglio, quella del 10, ma evidentemente non raggiungibile da chiunque.
Non è una colpa essere superintelligenti
, ma è comunque un vantaggio innato, che non deriva dall’impegno di chi ne gode, quindi non c’è bisogno di alcun incentivo, visto che le persone meno intelligenti ne sarebbero comunque tagliate fuori a priori. Dunque non ha senso dare premi in denaro in ambito scolastico, basati solo sulla media dei voti e non sull’ISEE.

Ha invece senso incanalare le persone intellettualmente iperdotate nelle lauree che maggiormente possono esprimere il loro grande potenziale e, se sono di famiglia economicamente disagiata, sostenerle con le borse di studio.   Gli studenti con elevato quoziente intellettivo e quindi grande facilità nel capire tutto al volo e nel prendere il massimo dei voti, potrebbero diplomarsi in anticipo e poi andare all’università, già a 17 anni e anche prima, se lo desiderano.   Ecco il miglior riconoscimento che si può loro conferire.

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2023-04-18

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