Il 19 ottobre, dal Louvre di Parigi, è stata compiuta una **scioccante** rapina ai danni dei gioielli della corona francese. L’evento ha riportato l’attenzione sulle figure femminili che li indossarono nel XIX secolo.
Lo storico Raphael Dargent, autore di una biografia su Maria Amalia e l’imperatrice Eugenia, ha espresso il suo rammarico per il furto, sottolineando che i gioielli rubati erano tra i pochi rimasti dopo l’asta del 1887, quando il governo francese vendette gran parte dei beni reali per saldare i debiti e rimuovere i simboli monarchici.
Tra gli oggetti sottratti, due appartenevano all’imperatrice Eugenia: la sua tiara di perle e diamanti e la spilla a forma di fiocco. Questi beni furono venduti all’asta del 1887 e successivamente riacquistati con il sostegno del Musée du Louvre, l’associazione di donatori privati del museo. La tiara di Eugenia, adornata con 212 perle e 1.998 diamanti, fu acquistata da Sotheby’s nel 1992 per 1 milione di dollari, mentre la spilla fu acquisita nel 2008 per quasi 8 milioni di dollari. Altre opere, entrate in possesso del museo nel 1985, non furono mai vendute dal governo francese e rimasero in possesso della famiglia originaria.
Secondo Dargent, la spilla reliquiario, contenente due diamanti donati a Luigi XIV dal cardinale Mazzarino nel XVII secolo, era uno degli oggetti più preziosi. Questo gioiello non aveva mai lasciato le mani degli ufficiali ed era conservato al Louvre fino al furto.
Dargent ha spiegato che per i monarchi, i gioielli non erano solo ornamenti, ma strumenti politici, simboli di potere e autorità.
La regina Maria Amalia, proprietaria della parure e della corona di zaffiri rubati, aveva motivo di essere cauta nell’ostentare il proprio potere, memore della decapitazione di Maria Antonietta, criticata per i suoi gusti stravaganti. Maria Amalia, che regnò dal 1830 al 1848, era nipote di Maria Antonietta e fu profondamente segnata dalla sua esecuzione.
Maria Amalia adottò uno stile modesto e borghese, rifiutandosi di indossare i gioielli della corona nei ritratti ufficiali, ma utilizzandoli in dipinti privati. Luigi Filippo e Maria Amalia salirono al potere dopo la rivoluzione di luglio del 1830, instaurando una monarchia costituzionale in un periodo in cui l’ostentazione era malvista.
“C’era molta violenza in Francia, ed è per questo che Luigi Filippo voleva riconciliare la Francia con il suo passato. Per fare ciò, sia lui che sua moglie dovevano apparire positivi e non come se stessero tornando a una monarchia assoluta”, ha detto Dargent. “Per entrambi era importante non mostrare la corona in pubblico; poteva essere vista come una forma di provocazione.”
Maria Amalia acquistava gioielli come investimento economico e li indossava cerimonialmente, ma i suoi beni più preziosi erano i suoi “gioielli sentimentali”, tra cui ciocche di capelli e ritratti dei suoi figli e nipoti.
L’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, regnò dal 1853 al 1870 ed era considerata una figura progressista per l’epoca. “Durante il Secondo Impero, c’era il desiderio di far rivivere l’antico senso di splendore reale, motivo per cui era importante che l’imperatrice Eugenia indossasse questi gioielli nella sua veste ufficiale”, ha detto Dargent. A tal fine, “ha parlato della sua ‘toilette politica’ come parte del ruolo assegnatole, e lo stesso vale per i suoi gioielli”, ha aggiunto.
Eugénie era una donna indipendente e non esitava a esprimere la sua opinione. Sostenne le artiste donne e abbracciò la modernità. Pur considerando i suoi gioielli come simbolici, non attribuiva loro un grande valore personale. Quando la città di Parigi le offrì una collana di diamanti, lei rifiutò e utilizzò i fondi per costruire un orfanotrofio.
Anche l’imperatrice Maria Luisa (1791-1847), moglie di Napoleone I, fu derubata dei suoi gioielli. Per commemorare il loro matrimonio, Napoleone le regalò una collana composta da 32 smeraldi e 1.138 diamanti, insieme a orecchini coordinati. Il Louvre acquisì la parure nel 2004 con l’aiuto di donatori, per una cifra stimata di 4 milioni di dollari.
Infine, Hortense de Beauharnais (1783–1837), regina consorte dei Paesi Bassi dal 1806 al 1810, vendette la Sapphire Parure alla regina Maria Amalia per motivi finanziari.

