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Protesta contro Cai Guo-Qiang al Centre Pompidou

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La settimana scorsa, lo spettacolo pirotecnico dell’artista cinese Cai Guoqiang di fronte al Centre Pompidou di Parigi ha generato reazioni negative da parte di attivisti, che avevano precedentemente sollecitato il boicottaggio dell’artista.

Lo spettacolo parigino, denominato “Le Dernier Carnival (L’ultimo carnevale)”, si è tenuto il 22 ottobre in occasione della Paris Art Week, per celebrare il quinto anniversario della chiusura del museo per lavori di ristrutturazione. Cai Guoqiang ha collaborato con la White Cube Gallery per trasformare la facciata del Pompidou attraverso effetti pirotecnici e pittura, avvalendosi anche di un modello di intelligenza artificiale personalizzato.

Gli spettacoli pirotecnici di Cai Guoqiang hanno ricevuto attenzione negli ultimi anni. Durante lo spettacolo del 2024, che ha inaugurato il PST ART Festival del Getty a Los Angeles, detriti simili a rocce sono caduti sulla folla, causando allarme e richiedendo assistenza medica. L’evento, della durata di 30 minuti, ha generato allerta nel campus della University of Southern California e nelle aree circostanti a causa delle forti esplosioni e del fumo. Il museo si è successivamente scusato con il pubblico.

A settembre, i fuochi d’artificio di Cai Guoqiang ai piedi dell’Himalaya in Tibet hanno suscitato critiche online e da parte della comunità locale.

Lo spettacolo, intitolato “The Rising Dragon”, si è svolto a circa 18.000 piedi sopra il livello del mare, proiettando fumo colorato sull’altopiano di Shigatse, nella regione autonoma del Tibet in Cina. La diffusione online di foto e video dell’evento ha sollevato preoccupazioni sull’impatto ambientale, portando le autorità cinesi ad avviare un’indagine. In seguito, quattro funzionari cinesi sono stati licenziati e Arc’teryx, lo sponsor del progetto, ha espresso le proprie scuse.

Cai Guoqiang ha dichiarato: “Il mio studio e io prendiamo la questione molto sul serio e accettiamo umilmente qualsiasi critica alle nostre opere d’arte sull’altopiano e apprezziamo sinceramente le preoccupazioni e i ricordi di tutti”. L’artista si è scusato anche sull’account WeChat dello studio.

Gli attivisti tibetani continuano a chiedere conto a Cai Guoqiang e ai suoi sponsor. “Il Tibet non è un palcoscenico e la spiritualità non è un prodotto di marketing”, ha affermato Free Tibet France, il gruppo dietro la protesta di Parigi, in un post su Instagram. “L’arte non è una scusa per la distruzione.”

“L’occupazione cinese del Tibet continua a devastare il fragile ecosistema del Tibet e, facendo esplodere più di 1.000 esplosivi nei luoghi santi del Tibet, Arc’teryx e Cai Guo-Qiang hanno dimostrato un profondo disprezzo per il fragile ambiente del Tibet e la sua gente”, ha dichiarato il gruppo a Hyperallergic.

Anche White Cube è stata oggetto di contestazioni. Il 25 settembre, attivisti degli Studenti Liberi Tibetani si sono riuniti fuori da una sede a Londra, protestando contro l’iniziativa artistica.

ARTnews ha contattato White Cube e lo studio dell’artista per un commento.

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