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Bruxelles esortata a mantenere la legge sulle reti digitali giusta, aperta e a prova di futuro

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A due mesi dalla pubblicazione del Digital Networks Act (DNA) da parte della Commissione europea, il dibattito sulla fusione dei settori europei delle telecomunicazioni e della tecnologia ha assunto una nuova urgenza. Il disegno di legge mira a modernizzare e razionalizzare il quadro di connettività dell’Europa, pubblicizzato come un’opportunità per creare un mercato europeo delle comunicazioni più integrato ed eliminare la frammentazione che ha ostacolato investimenti e scala.

Al centro del dibattito c’è una domanda importante: le regole progettate per le comunicazioni dovrebbero essere estese al cloud e ai fornitori di contenuti? Il Libro bianco della Commissione europea sulle esigenze delle infrastrutture digitali e la consultazione in corso sul DNA puntano alla convergenza di vettori e fornitori di tecnologia. L’industria delle telecomunicazioni sostiene che questa sfumatura dei confini dovrebbe portare ad un allineamento normativo.

David Abecassis, socio dirigente di Analysys Mason, ha affermato che “meno dell’1% delle funzionalità di rete è ospitato nel cloud pubblico” e ha osservato che le partnership tra operatori e fornitori di servizi cloud “non stanno convergendo” perché “non esiste sostituibilità tra servizi cloud e servizi di comunicazione”. Petra Aerts, direttrice delle politiche pubbliche europee presso Cloudflare, ha fatto eco a questo punto di vista, affermando che “la complementarità è più importante della sostituibilità nel funzionamento delle reti di distribuzione dei contenuti”.

Per Gabriele Favaro, responsabile delle politiche tecnologiche e di sostenibilità presso ITI, la chiave è concentrarsi su come la complementarità possa favorire l’innovazione, piuttosto che riscrivere le regole per forzare la convergenza. “Non è tanto una questione di convergenza riflessa nel quadro normativo, ma piuttosto una questione di come rendere la complementarità e l’innovazione più possibili”, ha affermato.

Sul fronte delle telecomunicazioni, Darren Ennis di Vodafone ha chiesto un quadro “a prova di futuro” ed “equo”, sottolineando la necessità di regole che possano evolversi con la tecnologia. “Qualunque sia il tuo DNA, deve essere a prova di futuro”, afferma.

È opinione diffusa che la modernizzazione, la semplificazione e l’armonizzazione, piuttosto che la replicazione, dovrebbero guidare il DNA. Al di là della regolamentazione, molti nel settore hanno messo in guardia dai rischi che il DNA comporta per l’Internet aperta. Thomas Roninger, direttore esecutivo dei diritti digitali europei presso la CIS Stanford University, ha messo in guardia dal riavviare le normative su Internet aperta.

Tuttavia, molti nel settore delle telecomunicazioni sostengono che le nuove tecnologie come lo slicing della rete 5G sollevano domande nuove e legittime. “Siamo molto soddisfatti di questa regola”, ha affermato Romain Bonnefant della Fédération Française des Telecoms. Altri non sono d’accordo: Dalia Coffetti dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha affermato che “non esistono basi per lo slicing del 5G”.

La conversazione ha anche riacceso il dibattito sulla “equa condivisione”, avvertendo che l’introduzione di nuovi meccanismi di pagamento tra operatori e grandi fornitori di contenuti potrebbe distorcere la concorrenza e minare la scelta degli utenti. “Vogliamo che il DNA abbia un impatto in questo settore”, ha affermato Peter Stackmann, capo dell’unità presso la direzione generale delle reti e della tecnologia delle telecomunicazioni della Commissione europea.

Tuttavia, Benoit Felten di Fiberevolution ha contestato l’idea che le telecomunicazioni siano sotto pressione, citando la nuova ricerca dell’azienda. “I vettori non soffrono. Il free cash flow è in aumento”, ha detto. I difensori dei consumatori hanno inoltre invitato Bruxelles a mantenere l’attenzione sugli utenti finali. Claudio Teixeira dell’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC) ha dichiarato: “L’industria delle telecomunicazioni è quella che registra il maggior numero di reclami da parte dei consumatori”.

Per Pinar Seldenject dell’ECTA, il DNA dovrebbe rafforzare la concorrenza, non indebolirla. “I migliori risultati sul mercato derivano da una concorrenza efficace”, ha affermato. Thomas Yakimavicius di Microsoft ha mostrato moderazione: “Non creiamo soluzioni a problemi che non esistono. L’Europa è sulla strada del successo”.

Mentre la Commissione europea si prepara a pubblicare le sue proposte, c’è un messaggio comune a tutte le discussioni. Il DNA diventerà un modello per una connettività aperta, equa e a prova di futuro, oppure rischierà di riaprire vecchie ferite nel quadro normativo europeo.

Questo articolo segue il dibattito politico “Partenariati mediatici – Legge sulle reti digitali: riscrivere il DNA dell’Internet aperta in Europa?” Organizzato da CCIA, con Euractiv come media partner.

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