Giulia Cecchettin, ventidue anni, si sarebbe dovuta laureare il 16 novembre e invece questo non è accaduto. Il suo corpo privo di vita è stato trovato vicino al Lago di Barcis (Pordenone) alcuni giorni dopo la scomparsa con l’ex fidanzato Filippo Turetta.
Qualche giorno fa è apparso un video dove lui l’aggrediva: c’era del sangue e lei chiedeva aiuto, poi lui l’ha chiusa in macchina priva di sensi. Giulia è vittima di una società che si rifiuta di riconoscere la violenza verso il genere femminile come un problema sistematico e culturale, quello dell’uomo padrone, che non deve sentirsi indietro rispetto alla “propria” donna. Giulia aveva poco più di vent’anni e tutta la vita davanti, mentre lui, per tutti, era un bravo ragazzo, che non farebbe mai una cosa simile. Ma intanto era lei, quel corpo senza vita trovato vicino al lago. Ce lo dicono tutti i giorni: centinaia di donne muoiono per mano di qualcuno che non lo avrebbe fatto mai, qualcuno che è un brav’uomo e poi “chissà lei che ha fatto”.
“Agli uomini non piace sentirsi messi da parte” ed è un problema nostro? O è quello di una logica basata sul potere e sulla proprietà? Per cui in televisione ci si può permettere di affermare senza problemi: “se ti ubriachi il lupo lo trovi” e poi, però, il 25 novembre e l’8 marzo i social vengono riempiti di sproloqui sul perché le donne siano così importanti e meritino di essere rispettate sopra ogni cosa. Eppure continuiamo a morire. Per mano di padri, fratelli, mariti, fidanzati ed ex, a volte di figli; sono sempre le donne a morire. Abbiamo aspettato e abbiamo sperato. Sperato che fosse viva, che la storia non fosse la solita.
Giulia è l’ennesima vittima del patriarcato, di una narrazione tossica per cui alla fine sarà sempre un po’ colpa sua. E questo fa male, malissimo, un po’ perché lei aveva a malapena vent’anni e perché non sarà ancora l’ultima. Quante di noi dovranno ancora morire?
La sorella scrive: “Rest in Power – I love you“.
Se domani non torno, se domani tocca a me, tu distruggi tutto.
Ciao Giulia.
Vittime di femminicidio in Italia nel 2023: Teresa Spanò, Giulia Donato, Martina Scialdone, Oriana Bruneri, Teresa di Tondo, Alina Cristina Cozac, Giuseppina Faiella, Yana Malayko, Margherita Margani, Antonia Vacchelli, Santa Castorina, Melina Marino, Cesina Bambina Damiani, Rosina Rossi, Chiara Carta, Sigrid Grober, Maria Luisa Sassoli, Giuseppina Traini, Caterina Martucci, Rosalba Dell’Albani, Iolanda Pierazzo, Iulia Astafieya, Rossella Maggi, Petronilla De Santis, Rubina Kousar, Maria Febronia Buttò, Pinuccia Contin, Francesca Giornelli, Agnese Oliva, Zenepe Uruci, Alessandra Vincentini, Carla Pasqua, Brunetta Ridolfi, Sara Ruschi, Rosa Gigante, Anila Ruci, Stefania Rota, Barbara Capovani, Wilma Vezzaro, Antonella Lopardo, Rosanna Trento, Danjela Neza, Jessica Malaj, Anica Panfile, Yirel Natividad Pena Santana, Ottavina Maestripieri, Pierpaola Romano, Giulia Tramontano, Giuseppina De Francesco, Maria Brigida Pesacane, Floriana Floris, Cettina De Bormida, Rosa Moscatiello, Svetlana Ghenciu, Margherita Ceschin, Laura Pin, Marria Michelle Causo, Ilenia Bonanno, Benita Gasparini, Mariella Marino, Norma, Vera Maria Icardi, Marina Luzi, Angela Gioiello, Mara Fait, Sofia Castelli, Iris Setti, Maria Costantini, Celine Frei Matzohl, Anna Scala, Vera Schiopu, Francesca Renata Marasco, Rossella Nappini, Marisa Leo, Nerina Fontana, Cosima D’Amato, Maria Rosa Troisi, Rosaria Di Martino, Liliana Cojita, Anna Elsa Fontana, Manuela Bittante, Carla Schiffo, Monica Berta, Klodiana Vefa, Egidia Barberio, Anna Malmusi, Piera Paganelli, Eleonora Moruzzi, Silvana Aru, Concetta Marruocco, Marta di Nardo, Antonella Iaccarino, Giuseppina Lamarina, Pinuccia Anselmino, Annalisa D’Auria, Etleva Kanolja, Michele Faiers Dawn, Patrizia Vella Lombardi, Francesca Romeo e Giulia Cecchettin.
Ricordiamo i loro nomi.
Fonte: https://femminicidioitalia.info/ricerca?q=2023&via=wa