“Lontano dalle vite rabberciate”

La prima presentazione intransigente di Gianluca Cadeddu a Villacidro

Gianluca Celestino Cadeddu è uno scrittore sardo, un “viaggiatore scrivente” e “anarchico costruttivo”, come ama definirsi, che nelle sue opere cerca sempre di raccontare la verità che si nasconde dietro i sistemi politici, imprenditoriali, sanitari, religiosi e culturali.

In 21 anni di carriera ha scritto 10 opere, tutte pubblicate in collaborazione con case editrici: “Liviam” con Aipsa Edizioni; “L’anarchia di borotalco”, “La densità del dubbio” e “Labirinti alla menta” con La Riflessione; “Il pinguino di seta sul grande mango”, “Le cicatrici dei depressi inventati”, “Il profumo della conoscenza”, “Isolitudine costruttiva”, “L’occidentale dell’andamento”, “Lontano dalle vite rabberciate” con la nuova casa editrice “Prospettiva Editrice” (con la quale verranno ripubblicate in una nuova veste anche le altre opere precedenti).

“Lontano dalle vite rabberciate”

Lontano dalle vite rabberciate”, la sua ultima opera, è stata presentata lo scorso 22 aprile all’ex mulino Cadoni di Villacidro, dove è nato e cresciuto, nel corso della sua prima, come l’ha definita lui stesso, “presentazione intransigente”, organizzata in collaborazione con il patrocinio del Comune di Villacidro e l’associazione culturale “Quattro Venti.Sar”. Una performance reading senza limiti, in cui l’autore ha potuto presentare il suo libro mostrandosi al pubblico così com’è, privo di schemi da seguire, privo di preconcetti e sincero fino in fondo in maniera audace e come lui “anarchica”.

Ma, che cosa si intende per vite rabberciate? Esse, non sono altro che vite che vengono vissute accontentandosi; i “rabberciati” sono coloro che, all’interno delle proprie case, dovrebbero “farsi un esame di coscienza”, “guardarsi allo specchio”, che vivono in una competizione perenne e perversa, che hanno scarsa cultura a causa anche di informazioni distorte, coloro che possono scoprire la vita vera solo uscendo da quelle quattro mura.

L’autore si approccia a queste persone per cercare di capire i loro comportamenti, anche se non vi si rispecchia. E nonostante viva in modo completamente opposto a loro, non li considera separatamente da lui perché “facciamo tutti parte, nolenti o volenti, dell’umanità che ha l’onore di vivere nel globo terracqueo”.

Continua, poi, sostenendo che nel corso della sua carriera ha sempre svolto un percorso lavorativo libero, in cui non è mai dovuto sottostare ai dettami di qualcun altro. Ciò gli è stato permesso soprattutto dal fatto di vivere in Italia, un Paese in cui non c’è nessun tribunale che lo giudichi per ciò che scrive o per le verità che racconta.

A corredo delle sue idee e per far comprendere meglio al pubblico il senso del suo lavoro, nel corso della sua brillante presentazione sono stati letti alcuni passi dell’opera, dai drammi dell’incrocio Sant’Acqua Cotta sulla strada statale 196, alle bellezze di Barcellona, sino ad arrivare ai tramonti sul Bosforo ad Istanbul. Un viaggio tra i luoghi visitati dall’autore e tra i suoi ricordi, condivisi con il pubblico, che ha trasportato con la mente la platea altrove, grazie alla maestria di chi quei luoghi li ha vissuti e raccontati.

Per concludere la serata è stato organizzato un buffet, durante il quale l’autore si è intrattenuto insieme agli ospiti raccontando loro altri interessanti aneddoti, legati ai luoghi descritti nell’opera e a tutta la sua vita, e al termine del quale ha tagliato una torta decorata con l’effige della locandina della presentazione.

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2023-05-02

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