“Matrimonio siriano. Un nuovo viaggio”

Laura Tangherlini e la sua esperienza in Siria

Dopo “Feminas” A.R.K.A. Eventi Culturali ha organizzato un nuovo evento (inserito nel Festival San Bartolomeo) dedicato anch’esso, in qualche modo, alla violenza sulle donne.

Venerdì 25 novembre, presso la sede dell’Associazione Stampa Sarda, Laura Tangherlini (giornalista di Rai News 24) ha presentato il libro “Matrimonio siriano. Un nuovo viaggio”.

Prima di presentare il suo ultimo lavoro, ha voluto però spendere alcune parole in onore della “Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne”.

Secondo la giornalista La violenza sulle donne è un argomento che interessa l’opinione pubblica. Avendo vissuto, nel corso della sua vita, episodi di violenza domestica afferma “Dobbiamo capire che la violenza domestica è un fenomeno di cui tutti possiamo essere vittime” e ricorda che la maggior parte delle donne vittime di femminicidio sono donne che avevano già denunciato e per le quali, in molti casi, c’era un divieto di avvicinamento. In tanti casi, però, ciò non è sufficiente e, come sostiene la stessa Tangherlini, proprio per questo servirebbe trovare altre soluzioni sul piano legislativo e pratico.

E, in base alla sua esperienza sul campo, racconta l’esperienza delle donne ucraine che durante la guerra hanno lasciato i propri figli per seguire i mariti al fronte o ancora delle donne iraniane che, in caso di bombardamento, devono prendersi carico di mettere in salvo la famiglia e gli oggetti più indispensabili.

Dopo questa breve introduzione, si passa alla presentazione del libro.

“Matrimonio siriano. Un nuovo viaggio” riprende il precedente libro della giornalista “Matrimonio siriano”, nel quale raccontava il suo matrimonio, in occasione del quale aveva deciso di devolvere i regali di nozze ad un orfanotrofio di profughi siriani.

Con questa seconda “parte” ha, invece, deciso di aiutare alcune famiglie della Giordania con difficoltà particolari (per esempio con bambini disabili) e 3 famiglie con cui, nel corso degli anni, ha instaurato un buon rapporto tanto che sono ancora in contatto.

In questo volume decide, inoltre, di parlare di com’era la Siria sino al 2011 e come si è poi evoluta la situazione sino ad oggi.

Questa scelta scaturisce dalla volontà di dare voce ai siriani e far si che l’empatia nei confronti di questo popolo possa essere sempre maggiore. Come sottolineato dall’autrice, infatti, è un problema di cui negli anni si è parlato poco e che è ritornato ad avere “visibilità” solo a settembre 2022 per il caso di una bambina, di appena 4 anni, morta mentre cercava di raggiungere l’Italia e a seguito dei bombardamenti turchi.

Dal punto di vista storico dagli anni ’70 al 2000 si ha avuto un accentramento del potere, non si aveva libertà di espressione né di sindacato. Nel 2000 poi, con il cambio del presidente, si iniziò a sperare in un cambiamento in positivo e ciò spinse nel 2005 chiedere ancora più libertà in tutti i campi.

Ciò, però, non avvenne. Anzi, numerose persone furono incarcerate e venne ripristinato ciò che già c’era. La Siria divenne un “ibrido” e la liberalizzazione fece “stare meglio” coloro che stavano nel cerchio magico del presidente.

Crebbe, quindi, un progressivo malcontento (in campo sia economico sia politico) che sfociò in alcune proteste nel 2011.

Venne a crearsi, addirittura, un esercito libero in difesa della popolazione e nel 2013 entrarono in campo anche attori internazionali che cambiarono gli equilibri.

A seguito di questi scontri la popolazione divenne sempre più povera, e ad oggi si contano 7 milioni di sfollati interni sommati ad altrettanti in giro per il mondo, oltre a 580.000 morti.

Negli ultimi anni si è tentata la ricostruzione del Paese, che però non funge da aiuto per i siriani. La Turchia vuole creare una zona sicura che spinga i siriani a ritornare nel loro Paese (anche se non è facile per loro, dato che le case disabitate vengono spesso distrutte e al loro posto si costruiscono alberghi o alloggi lussuosi), mentre la Russia sta creando un rapporto con la Siria in modo da diventare il principale referente in ambito di turismo e di energia.

Tramite la sua esperienza la Tangherlini ha affermato di conoscere numerose persone che sono riuscite ad arrivare in Italia, anche grazie ai “corridoi umanitari”, i quali, a suo avviso, dovrebbero essere implementati sino a diventare una sorta di sistema internazionale (anche a livello religioso).

Sulla base di quanto detto e quanto ha visto nel corso della sua carriera, la giornalista sostiene “Dovremmo avere la certezza che chi ha commesso i crimini in Siria venga punito, anche tramite l’istituzione di tribunali ad hoc e non per volere del singolo, come è avvenuto fino ad ora in pochi casi. Inoltre, servirebbero elezioni democratiche serie in cui tutti i cittadini possano avere diritto di voto” e conclude dicendo “Non c’è soluzione finché le cause non vengono risolte”.

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2022-12-02

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