Scandalo al Parlamento Europeo

SCANDALO AL PARLAMENTO EUROPEO

Corruzione, riciclaggio di denaro e associazione per delinquere: le accuse che investono diversi europarlamentari.

È del 9 dicembre 2022 la notizia riportata da due quotidiani del Belgio, Le Soir e Knack, della corruzione di alcuni esponenti del Parlamento Europeo. L’inchiesta era stata aperta già a metà luglio 2022 con lo scopo di accertarsi dell’esistenza di una presunta organizzazione criminale operante nel cuore dell’Unione Europea. Nella mattinata di venerdì 9 dicembre, l’Ufficio centrale per la repressione della corruzione (OCRC) ha effettuato ben sedici perquisizioni in diversi comuni di Bruxelles, intercettando oltre mezzo milione di euro in contanti e arrestando quattro persone, tutte di origine o di nazionalità italiana. La Procura federale belga non si esprime su chi possa essere il corruttore, anche se dichiara che “un paese del Golfo è sospettato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento Europeo, versando somme di denaro o offrendo regali importanti a delle persone che hanno una posizione politica e/o strategica all’interno del Parlamento Europeo”. Le Soir e Knack invece rivelano che, secondo le loro fonti ben informate, dietro a tutto questo ci sarebbe il Qatar. Il movente del Paese che quest’anno ospita la Coppa del Mondo FIFA sarebbe stato infatti quello di promuovere la propria immagine in occasione dei Mondiali di calcio e di propagandare i progressi nella tutela dei diritti umani e nelle condizioni di lavoro dei migranti.

Una delle prime persone fermate venerdì mattina è Luca Visentini, classe 1969, sindacalista italiano che per anni ha fatto parte dell’UIL del Friuli Venezia Giulia per poi diventare, nel 2015, segretario generale dell’ETUC (European Trade Union Confederation – Confederazione Europea dei Sindacati). Appena un mese fa è diventato il “sindacalista più potente del mondo”, dal momento che è stato eletto segretario generale dell’ITUC (International Trade Union Confederation – Confederazione Sindacale Internazionale), un’organizzazione che vanta più di duecento milioni di membri provenienti da tutto il mondo.

Un altro politico arrestato è il più noto Pier Antonio Panzeri, classe 1955, membro del partito Articolo Uno e deputato al Parlamento Europeo dal 2004 al 2019 per conto del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici (S&D). Nel 2019 ha fondato ed è diventato presidente di Fight Impunity, una ONG no profit il cui obiettivo è lottare contro l’impunità e “rispondere efficacemente ai crimini gravi e alle gravi violazioni dei diritti umani”. Si trovano agli arresti domiciliari anche la moglie, Maria Dolores Colleoni, e la figlia, Silvia Panzeri, con l’accusa di favoreggiamento. Infatti, dalle indagini risulta che le due donne fossero “pienamente consapevoli” delle attività illecite di Panzeri e cercassero di trarne il maggior vantaggio: regali, benefits, una carta di credito a nome “The Giant” e, in programma, una vacanza da nove mila euro ciascuno.

Altri due italiani figurano tra gli arrestati: Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca. Il primo è l’ex assistente di Panzieri, con cui ha collaborato tra il 2016 e il 2018, prima per trasmettere a livello europeo una migliore immagine del Qatar, poi per allargare la rete di corruzione del governo qatariano: sono stati loro, infatti, a mettere in contatto il Paese arabo con Visentini e poi con la vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, di cui Giorgi è l’attuale compagno. Anche Kaili è stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare, dal momento che in casa sua sono stati ritrovati “sacchi di banconote”: in base al regolamento interno del Parlamento Europeo, infatti, l’immunità decade in caso di flagranza di reato. Nei giorni scorsi, Kaili ha difeso i passi avanti che il Qatar sta compiendo nell’ambito dei diritti, umani e dei lavoratori; ha inoltre invitato a rispettare e a non discriminare il mondo arabo. Niccolò Figà-Talamanca, invece, è il segretario generale di No Peace Without Justice, ONG fondata nel 1993 da Emma Bonino con lo scopo di agire “per la tutela e la promozione dei diritti umani, della democrazia, dello stato di diritto e della giustizia internazionale”.

Nelle prime ore di domenica 11 dicembre sono stati confermati gli arresti di Kaili, Panzeri, Giorgi e Talamanca. Invece sono stati rilasciati Luca Visentini e Alexandros Kailis, padre della vicepresidente del Parlamento Europeo, il quale ha attirato i sospetti degli inquirenti sulla figlia, poiché colto nel tentativo di lasciare Bruxelles con una valigia piena di contanti.

Il caso è ancora aperto e potrebbe condurre a scoperte più gravi di quelle sin qui rinvenute.

Irene Masserano

Fonti per la stesura dell’articolo: Le Soir, Knack, LaRepubblica, LaStampa, Skytg24

Crediti immagine di copertina

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2022-12-14

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