Si discute a livello europeo, in particolare nell’ufficio del primo ministro, la possibilità di destinare 3 punti di Prodotto Interno Lordo (PIL) alla produzione di prodotti per la difesa di alta qualità, senza incrementare ulteriormente il budget esistente. La questione è particolarmente sentita in Francia, dove le spese militari si attestano intorno al 2% del PIL.
In Francia si sta valutando come incrementare le spese militari di un punto percentuale del PIL, considerando che il deficit pubblico ha già raggiunto il 6% e il debito pubblico supera il 110% nel 2024.
Trovare un punto di PIL aggiuntivo è attualmente considerato una sfida notevole, definita come un “Himalaya Budgetgétaire”. Ci si interroga sulle implicazioni della decarbonizzazione unilaterale, come evidenziato in una pubblicazione dell’Ufficio nazionale di ricerca economica a cura di Adrian Villar e Diego Kenzig. Secondo i loro studi, i danni macroeconomici derivanti dai cambiamenti climatici sono sei volte superiori alle stime precedenti, che li valutavano inferiori a un punto di PIL.
Emergono differenze evidenti negli approcci alle statistiche relative al cambiamento climatico, con un sistema di confronto che considera le stime degli archivi esistenti, gli effetti regionali e gli impatti specifici, come il riscaldamento degli oceani. Il costo dell’inazione climatica suscita preoccupazione, soprattutto considerando che le stime si basano su un riscaldamento di 1 °C, mentre si è già superato di 1,2 °C negli ultimi dieci anni.
Si sottolinea l’importanza per l’Europa di impegnarsi nella decarbonizzazione, indipendentemente dalle azioni intraprese da altre nazioni. Si menziona l’Australia e la sua nuova Bonne, con riferimento alla partecipazione alle attività economiche dell’Unione Europea, alla ricerca di soluzioni di affitto vantaggiose e all’offerta di servizi sicuri.
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