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Ex Pop Star si converte all’Islam

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Il cantautore britannico Yusuf Islam, precedentemente noto come Cat Stevens, ha recentemente pubblicato la sua autobiografia. L’opera ripercorre la sua conversione all’Islam e tenta di contestualizzare le sue dichiarazioni riguardanti la fatwa emessa contro Salman Rushdie.

Il trovatore folk degli anni ’70, Cat Stevens, ha raggiunto la fama mondiale con successi come “Morning Has Broken” e “Moonshadow”. Conosciuto per il suo stile da figlio dei fiori, un’immagine di pace e un aspetto gentile, Stevens ha abbracciato l’Islam alla fine degli anni ’70. In seguito, ha adottato il nome di Yusuf Islam, attirando l’attenzione per il suo sostegno alla fatwa contro Salman Rushdie.

L’autobiografia esplora la trasformazione più significativa nella vita di Islam, la sua conversione all’Islam. Il libro è diviso in due sezioni: la prima che narra la sua ascesa alla celebrità, seguita dal suo avvicinamento alla vita come musulmano a partire dalla metà degli anni ’70, arricchita da citazioni del Corano. Oltre a crescere una famiglia, impegnarsi nella nuova fede divenne un’attività centrale nella sua vita.

La sua infanzia, trascorsa a Londra con un padre immigrato da Cipro e una madre svedese, non sembrava presagire la sua futura affinità con l’Islam. I suoi genitori gestivano un bar nel West End. Stephen Demeter Georgiou, questo il vero nome di Cat Stevens, iniziò come pittore prima di dedicarsi alla musica. L’autobiografia include illustrazioni che ricordano i libri per bambini di un tempo. I ricordi d’infanzia e dell’adolescenza sono descritti in modo quasi fiabesco, nonostante eventi come la separazione dei genitori e la presenza di fratellastri. Il sentimento di estraneità nel Regno Unito, dovuto alle sue origini non britanniche, contribuisce a questo quadro.

Nonostante la sua esperienza in una scuola cattolica, dove amava le cerimonie e il teatro, Steve, come veniva chiamato da familiari e amici, sviluppò un interesse per la musica durante l’adolescenza. Insieme al fratello, divenne un appassionato di “West Side Story”. Successivamente, scoprì i Beatles, i Rolling Stones, gli Animals e gli Yardbirds, trovando in loro un appello ideologico. Imparò a suonare la chitarra e scrisse la sua prima canzone d’amore, ricevendo l’approvazione di sua madre.

Iniziò a esibirsi in strip club e bar, coltivando le sue ambizioni di scrivere canzoni significative. A metà degli anni ’60, incontrò figure come Marc Bolan dei T. Rex, Brian Epstein, manager dei Beatles, e Jimi Hendrix. La sua prima canzone registrata professionalmente, “I love My Dog”, catturò l’attenzione del pubblico britannico e raggiunse la posizione numero 28 nelle classifiche del Regno Unito.

La fama improvvisa lo portò a detestare molti aspetti della sua vita, inclusi i musicisti con cui suonava, l’attenzione dei media e persino i suoi vestiti. All’età di 19 anni, sperimentò un burnout dopo soli 16 mesi nel mondo dello spettacolo e gli fu diagnosticata la tubercolosi. Tuttavia, un periodo di ricovero di tre mesi gli permise di rigenerare la sua musica.

Cat Stevens si trovò al centro del movimento dei cantautori degli anni ’70, considerando la scrittura di canzoni un’esperienza trascendente. Esplorò diverse religioni e filosofie, leggendo autori come Richard Alpert e Carl Jung, e studiando numerologia. Collezionava portafortuna, tra cui un bastone nodoso proveniente da una foresta vicino a Francoforte.

Negli anni ’70, suo fratello gli regalò un Corano, che tenne accanto al suo bastone. Dopo la sua routine mattutina di yoga, recitava il Corano riga per riga, trovando una tale soddisfazione che le sue ambizioni da pop star passarono in secondo piano. In seguito, gettò il bastone in mare come segno di un nuovo inizio spirituale.

Trovò nel Corano una “certezza e autorità” impressionante. Il 4 luglio 1978, cambiò il suo nome in Yusuf Islam, dopo che un amico lo paragonò a un gatto. Da vegetariano, tornò a mangiare carne, come consentito dall’Islam.

Si sposò, mise su famiglia e si dedicò ai suoi cinque figli e allo studio del Corano. Mise all’asta la sua chitarra a Londra, donando il ricavato in beneficenza. Iniziò a tenere conferenze in università di tutto il mondo, spesso su invito di organizzazioni musulmane e studentesche, mantenendo un senso di estraneità.

Ha spesso espresso la sua percezione di essere una vittima, parlando delle difficoltà affrontate dai musulmani come minoranza in una società cristiana. Fondò la Islamic Primary School, la prima scuola elementare musulmana finanziata dal governo britannico, e promosse il riconoscimento legale e il finanziamento delle scuole islamiche.

Successivamente, è tornato al centro dell’attenzione per il suo coinvolgimento nella controversia sui Versetti Satanici di Salman Rushdie, apparendo in televisione a sostegno della fatwa contro lo scrittore. Nel suo libro, Yusuf Islam ha tentato di giustificare la sua posizione, ma le testimonianze dell’epoca dipingono un quadro più chiaro.

A seguito delle critiche dei media, si è considerato vittima di citazioni “fuori contesto”. Nel corso della sua autobiografia, accenna alla sua mancanza di abilità comunicative e alla sua goffaggine nella conversazione, quasi a preparare il lettore alla controversia sul commento su Rushdie.

Rushdie stesso, in una lettera del 2007 al Daily Telegraph, contestò l’interpretazione di Yusuf Islam, affermando che le sue opinioni sulla fatwa di Khomeini sui ‘Versetti satanici’ non erano state fraintese o citate erroneamente.

Da pop star a devoto musulmano


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