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Fraternità e speranza rafforzano i legami tra cattolici e anglicani

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Mons. Pace, segretario del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e mons. Ball, direttore del Centro episcopale di Roma, hanno commentato la visita della famiglia reale britannica in Vaticano. I due esprimono che il calore e i gesti che hanno accompagnato l’incontro “incoraggiano la nostra fiducia nel cammino di dialogo reciproco e di impegno nel quale la nostra Chiesa resta impegnata con tutto il cuore. Continuiamo a desiderare, come ha espresso Papa Leone, ‘il ristabilimento della piena e visibile comunione’.”

Quattro anni dopo la morte di Elisabetta I nel 1603, il suo corpo fu seppellito nell’Abbazia di Westminster, a Londra, accanto alla sua sorellastra, la regina Maria I della dinastia Tudor. Le due regine, unite dal sangue ma separate dalla religione, rappresentano un simbolo di divisione che ha caratterizzato i rapporti tra cattolici e protestanti in Inghilterra. L’Atto di Supremazia del 1534 dichiarò il re Enrico VIII capo supremo della chiesa, trasferendo l’autorità spirituale dallo Stato alla Corona. Questa supremazia fu temporaneamente abolita durante il regno della cattolica Maria, ma ristabilita durante il regno della protestante Elisabetta.

La sepoltura di Maria e Elisabetta insieme è un potente segno di desiderio di unità. L’iscrizione sulla loro tomba comune recita: “Regno Consortes e Urna Hic Obdormimus Elizabeth e Maria Sorores sono tornate.” Tuttavia, nei secoli successivi, i rapporti tra cattolici e protestanti non mostrarono sentimenti di amore fraterno, portando a violenze e martiri da entrambe le parti. Nel 1921, un gruppo di studiosi cattolici romani e anglicani iniziò a esplorare la possibilità di unire le due comunità, ma i vescovi cattolici d’Inghilterra si mostrarono riluttanti. La prima visita moderna a Roma da parte di un arcivescovo di Canterbury avvenne nel 1960, quando l’arcivescovo Geoffrey Fisher incontrò Papa Giovanni XXIII.

Le visite reali a Roma iniziarono nel 1903, quando Edoardo VII visitò Papa Leone XIII. Le relazioni diplomatiche tra Gran Bretagna e Santa Sede furono stabilite nel 1982. La Regina Elisabetta II visitò Papa Giovanni XXIII nel 1961, segnando la prima visita ufficiale di un monarca britannico alla Santa Sede dopo la Riforma. Successivamente, ha incontrato anche Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco.

Il miglioramento dei rapporti tra Gran Bretagna e Santa Sede è avvenuto parallelamente ai legami tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d’Inghilterra. Il Decreto del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo ha sottolineato l’importanza della Comunione episcopale. L’incontro tra l’arcivescovo Michael Ramsey e Papa Paolo VI nel 1966 ha segnato una nuova fase nelle relazioni fraterne. La creazione della Commissione internazionale anglicana-cattolica romana (ARCIC) ha portato alla pubblicazione di 14 documenti negli ultimi 50 anni.

La visita odierna di Carlo III include preghiere nella Pontificia Basilica di San Paolo e nella Cappella Sistina con il Papa, rendendola un’occasione storica. È significativo che il legame tra la famiglia reale britannica e la cattedrale di San Paolo sia stato ristabilito. La nuova sede nella cattedrale, dove riposa il Re, rappresenta un gesto di amorevole ospitalità e riconosce la comunione tra le due tradizioni, nonostante le differenze teologiche.

Tuttavia, le speranze di unità espresse dalle tombe delle regine Maria ed Elisabetta e l’abbraccio della vera comunione per cui Papa Paolo VI pregava rimangono lontane. L’arcivescovo Justin Welby e Papa Francesco hanno affrontato la questione, dichiarando che, nonostante gli ostacoli, continuano a credere nel dialogo e nell’impegno reciproco. La calorosa accoglienza riservata a Re Carlo in Vaticano e il gesto che l’accompagna rinnovano la fiducia e la gioia nel cammino di dialogo e impegno reciproci.

Fraternità e speranza rafforzano i rapporti cattolico-anglicani


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