Visita alla Fiera Radioamatore di Pordenone
Pubblichiamo il lungo resoconto dell’esperienza vissuta in Fiera che le classi prime IOT A e IOT B dello IAL di Pordenone ci hanno inviato.
Sabato 19 novembre di mattina, alle 9:05, ci siamo ritrovati a scuola, in reception, ove la coordinatrice prof.ssa Isola ci ha fatto accomodare in laboratorio 4 per aspettare che arrivassimo tutti per dirigerci alla Fiera del Radioamatore di Pordenone.
Alle 10 circa siamo partiti dalla Scuola Innovazione Apprendimento Lavoro (IAL) accompagnati dai professori Lodes e Zanini e attraversando la via principale del centro storico, il corso Emanuele, su cui si affacciano tantissimi palazzi dalle facciate affrescate, abbiamo capito perché Pordenone sia nota anche come urbs picta, “città dipinta”.
Durante il tragitto siamo giunti al Borgo di Sotto, una delle zone più antiche di Pordenone città: Portus Naonis, il Porto sul Noncello, appunto. Il corso d’acqua ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo della città, perché a pochi chilometri dal capoluogo si immette nel fiume Meduna, che a sua volta confluisce nel Livenza. Quest’ultimo sfocia poi tra Porto Santa Margherita e Caorle e da lì le imbarcazioni potevano raggiungere in poco tempo Venezia e commerciare con la Serenissima.
Abbiamo visto davanti a noi il palazzo comunale, splendido edificio gotico realizzato nel 1291, anno in cui Alberto I d’Asburgo concesse alla città di autogovernarsi.
La struttura che vediamo oggi, però, è frutto degli interventi realizzati nel 1542, quando vennero aggiunti i pinnacoli laterali e la torre centrale, con il suo orologio astronomico e le statue dei due mori che battono le ore sulla cima. La loggia era un tempo uno dei punti nevralgici della città: ospitava incontri pubblici, la proclamazione di leggi e decreti e la messa in atto della giustizia. Il piano superiore, invece, è stato per secoli un magazzino dedicato prima al grano e poi alle armi usate per difendere mura e confini.
Siamo giunti al ponte di Adamo ed Eva, il quale, trae il suo nome dalle due statue, popolarmente chiamate Adamo ed Eva, ma in realtà raffigurazioni di Giove e Giunone, collocate sui pilastri e donate alla città dal luogotenente veneto Antonio Loredan nel 1718 dopo il terzo crollo del ponte. Un ponte in pietra, atto a collegare la città e il porto alla chiesa della Santissima Trinità, venne costruito nel 1550 a tre arcate e nello stesso periodo fu rettificato il fiume.
Giunti alla fiera abbiamo raggiunto il nostro stand numero 5 e abbiamo trovato gli studenti di “terza maker” che dietro al banco pubblicizzavano la nostra scuola IAL e facevano vedere agli interessati i loro lavori e macchinari come stampante 3D assieme al prof. Francescato.
Siamo stati accolti dal prof. Omar Leotta che ci ha condotto per circa tre ore a visitare i vari padiglioni della Fiera per poi farci riunire con la terza maker per pranzare alle ore 13.
Nel pomeriggio il prof. Lodes ci ha portato a visitare un’oretta il padiglione con gli espositori che presentavano le prime fotocamere di legno che, con l’invenzione del soffietto, sostituirono in breve tempo le cassette scorrevoli, rigide e scomode da trasportare. Il soffietto era (ed è ancora oggi) di pelle o di tela gommata o verniciata e in un primo tempo fu una semplice sacca floscia fino a quando, verso il 1850, non comparvero i modelli piegati, più rigidi e con maggior possibilità di compressione. Dalle fotocamere dei primi dell’Ottocento poi si passava a quelle digitali, supercompatte e tecnologiche odierne, per poi passare anche alle videocamere e macchine da presa.
Un altro stand interessante quello dedicato alle radio, invenzione importantissima della modernità, poiché cambiò il modo di comunicare. La radio fu il frutto di invenzioni precedenti (come il telegrafo) e di diverse ricerche indipendenti che contribuirono allo sviluppo della tecnologia che oggi tutti conosciamo.
Tra il 1895 ed il 1896 Popov costruì un ricevitore in grado di captare segnali emessi da lontano e ne dimostrò il funzionamento durante alcuni esperimenti a San Pietroburgo.
In Italia però, a Pontecchio Bolognese, Marconi non stava certo con le mani in mano e in qualche mese riuscì a potenziare il segnale del suo apparecchio tanto da far passare un segnale da un versante all’altro di un’ampia collina.
Oltre a fungere da apripista a successive invenzioni, prima su tutte, la televisione, la trovata di Marconi (e Popov, dai) accorciò idealmente le distanze tra le persone: ora un americano a New York poteva inviare un messaggio vocale ad un amico in Francia. Inoltre furono importanti le applicazioni in campo navale, perché gli S.O.S. inviati da imbarcazioni in difficoltà poteva davvero chiamare in breve tempo l’aiuto dei soccorsi e salvare molte vite (un esempio lampante fu la sciagura del Titanic).
Girando nei vari stand abbiamo provato i vari giochi presenti e da persone mature abbiamo rispettato gli orari ed appuntamenti che man mano concordavamo coi docenti, giacché magari altri di noi giravano col docente per altri stand.
Stanchi ma contenti, siamo rientrati alle 16.45 al nostro stand e il prof. Lodes ci ha fatto scrivere tutti i nostri pensieri, emozioni che ci hanno accompagnati in questa stupenda uscita didattica, atti a creare un possibile articolo di giornale.
Visitando la fiera abbiamo capito come la tecnologia abbia portato un nuovo modo di sentirsi vicini con i propri cari e i propri amici: Internet. Social Network e app come Whatsapp ci permettono di restare in costante contatto con le persone a cui teniamo. Applicazioni come Skype (anche se ormai non è più l’unica a permettere di effettuare videochiamate) ci permettono addirittura di vederle, e possono essere utilizzate anche per gli incontri di lavoro e per il lavoro stesso. Inoltre, il miglioramento continuo della tecnologia ci conduce sempre di più verso l’immediatezza: la velocità, basti pensare al 5G e alle reti di telefonia mobile in continua evoluzione.
La tecnologia è costosa, e tenere il passo con le ultime tendenze è quasi impossibile per chi non ha le possibilità economiche. Ciò ha causato un forte divario sociale tra coloro che possono o non possono permettersi queste tecnologie. Si parla di “digital divide” a proposito della differenza che esiste tra coloro che hanno accesso alle ultime tecnologie digitali e coloro che invece devono accontentarsi della tecnologia analogica. Non va mai dimenticato, infatti, che il 70% della comunicazione è non verbale. Insomma, è bello tenersi in contatto via Messenger, ma ci sono dei vantaggi nella comunicazione vis-à-vis. Va inoltre detto che questi cambiamenti sono già interamente recepiti dai bambini, che sono sempre più attratti e assorbiti da internet e dallo smartphone, passando molto tempo davanti a un display e meno all’aperto in attività motorie e di orientamento.
Dal momento che la tecnologia è anche un business, assistiamo alla produzione di beni dei quali vengono create versioni più veloci e più efficienti ogni pochi anni. Un automobile si rinnova in genere ogni 5-7 anni, con poche modifiche, spesso dettate da esigenze normative. L’iPhone è arrivato al numero XIV nel giro di 12 anni. In sostanza ne esce uno nuovo ogni 18 mesi (partendo dal numero 3). E vale lo stesso per computer, televisori, telefoni, tablet ed elettrodomestica da casa.
In più, capito l’andazzo, le case produttrici inseriscono dei sistemi di obsolescenza programmata: vale a dire che fanno “morire” prima degli oggetti che altrimenti durerebbero di più, sia che si tratti di componenti sia che riguardi la vita energetica delle batterie. Anche queste sono estremamente deperibili e c’è un aumentato consumo di elettricità, che incide sull’ambiente, così come la necessità di processare i rifiuti speciali che questi beni generano.
Ricorderemo questa uscita didattica come una gita con la scuola e come una rimembranza indelebile e molto formativa ed aggiungiamo anche che comunque mai e poi mai la tecnologia, i computer potranno sostituire i rapporti umani e che la lettura di un libro cartaceo o lo scrivere un tema o svolgere i compiti assegnati in diritto, storia, inglese e materie teoriche su un quaderno con fogli di carta è più bello che su classroom o via etere.
Ringraziamo tutti i professori che ci hanno fatto vivere la magia e il sogno della Fiera del Radioamatore e visto che abbiamo dato prova del nostro buon comportamento e rispetto delle regole anche fuori scuola, ci auguriamo che il consiglio di classe organizzi qualche uscita didattica in città d’arte in cui possa essere possibile effettuare un mixtus di apprendimenti pratici magari vistando un’azienda e anche qualche museo o biblioteca, luoghi in cui si conserva il patrimonio culturale acronico dell’intera umanità
(le classi prime IOT A e IOT B dello IAL di Pordenone)