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Guillermo del Toro: Paura e bellezza nel suo cinema

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Il regista Guillermo del Toro sta lavorando a un nuovo adattamento di Frankenstein, un racconto che affonda le sue radici in un sogno del 1816. Il film esplora il tema della creatura ostile al suo creatore, ambientando la storia in epoca vittoriana.

Il film si apre con il ritrovamento di Victor Frankenstein (interpretato da Oscar Isaac) congelato al Polo Nord, poco prima che la sua creatura (Jacob Elordi) emerga dall’oscurità.

La trama ripercorre gli eventi che hanno portato a questa situazione, svelando come un lutto si sia trasformato in ossessione e come un esperimento sia diventato un figlio.

Il film si inserisce in una lunga tradizione di adattamenti cinematografici del romanzo di Mary Shelley, a partire dal 1931 con il film di James Whale con Boris Karloff, fino al 1994 con Kenneth Branagh.

Del Toro rilegge il mito come un dramma padre-figlio, concentrandosi sul trauma infantile di Victor, segnato dalla morte della madre e dalla freddezza del padre. Il regista utilizza il suo tipico umorismo macabro nella scena in cui Frankenstein riporta in vita un torso con l’elettricità.

Il film vede la partecipazione di Christoph Waltz nel ruolo di un produttore tedesco di munizioni che finanzia il progetto di Frankenstein.

Nel film, Frankenstein utilizza parti del proprio corpo per creare la creatura. Tuttavia, una volta che la creatura prende vita, il creatore si ritrae, incapace di accettare la sua creazione.

Del Toro, noto per la sua fascinazione per le creature incomprese, esplora il tema del fallimento genitoriale e concede alla creatura la possibilità di esprimere il proprio punto di vista.

La creatura, interpretata da Jacob Elordi, viene presentata come un gigante dall’aspetto morbido e confuso, un giovane dal colorito pallido con occhi tristi. Il film esplora il suo desiderio di umanità, seguendo la sua evoluzione da bambino spaventato a presagio.

Il film omette o edulcora l’elemento dell’omicidio, concentrandosi maggiormente sull’aspetto emotivo e sulla relazione tra creatore e creatura.

Del Toro, noto per il suo stile visivo stravagante e il suo simbolismo, immerge “Frankenstein” in un’atmosfera di bellezza e pathos, attenuando l’orrore e sottolineando la sofferenza della creatura.

Mentre Mary Shelley vedeva in Frankenstein un ribelle metafisico, Del Toro lo trasforma in un padre single sopraffatto, risolvendo l’enigma morale con l’emozione.

Jacob Elordi incarna un mostro azzurro pallido, perfettamente cucito che non sa cosa fare con il suo corpo.

Il film inizia con la fine della storia e la fine del mondo.

Il problema è: in primo luogo, anche se ha ottenuto tutto ciò che voleva ottenere, la persona che ha ottenuto grandi risultati presto soffrirà di un senso di vuoto.

Del Toro parla ripetutamente di creature incomprese.

Guillermo del Toro affonda la paura nella bellezza


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