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Il governo belga sostiene de Wever sul potere di veto delle attività russe

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I membri chiave della coalizione di cinque partiti del primo ministro belga Bart de Wever sostengono il suo rifiuto di ignorare i piani complessi di utilizzare le risorse russe in Europa a beneficio dell’Ucraina. Il partner della coalizione Georges-Louis Bouchez, leader del partito francese Movimento di riforma liberale (MR), ha dichiarato di essere completamente d’accordo con il primo ministro.

Bouchez ha sottolineato che, sebbene il piano possa sembrare una soluzione semplice per il momento, potrebbe trasformarsi in un grosso problema in futuro. Ha anche affermato che altri paesi europei dovrebbero fornire garanzie per evitare che il Belgio sia costretto a pagare i 140 miliardi di euro se una futura sentenza di un tribunale o un accordo di pace richiedessero il ritorno di tali fondi alla Russia.

Durante il vertice europeo di giovedì, de Wever ha respinto con fermezza l’opposizione al piano dell’UE, sostenuto dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, di prestare 140 miliardi di euro di asset russi bloccati a Kiev senza ulteriori garanzie per il Belgio. Il Belgio è particolarmente diffidente nei confronti di tali piani, in quanto ospita la stanza di compensazione finanziaria Euroclear e detiene la maggior parte degli asset della banca centrale russa bloccati dall’UE dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022.

Dopo le critiche del primo ministro belga sui rischi legali e finanziari del piano, i leader hanno chiesto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di sviluppare modalità alternative per finanziare l’Ucraina nei prossimi due anni, sostenendo che il finanziamento delle riparazioni rimane l’opzione principale.

Questa dimostrazione di solidarietà è avvenuta nel contesto di negoziati tesi tra De Wever e Bouchez riguardo al prossimo bilancio del Belgio. De Wever ha proposto di tagliare 10 miliardi di euro dal bilancio, ma Bouchez ha rifiutato qualsiasi aumento dell’imposta sul valore aggiunto. Venerdì, il primo ministro ha dichiarato che si sarebbe dimesso se non fosse stato raggiunto un accordo entro il 6 novembre.

Tuttavia, a livello europeo, le due parti sembrano essere d’accordo. Bouchez ha affermato che se altri Stati membri dell’Unione europea desiderano questa soluzione, non la bloccheranno, ma ha posto una condizione: è necessario avere garanzie, poiché sarebbe impossibile per il Belgio restituire i fondi se qualcosa andasse storto.

Il ministro degli Esteri belga Maxime Prévost ha dichiarato in un post su X che le richieste di de Wever sono “del tutto legittime”. Prévost, del partito centrista Les Engagés, ha sostenuto che il primo ministro ha ragione a opporsi a misure che potrebbero risultare ostili e dannose per il Belgio.

Paul Magnette, leader del Partito socialista francofono, che non fa parte del governo, ha paragonato de Wever al leader ungherese Viktor Orbán, definendo il primo ministro una vergogna per il suo Paese.

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