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Il Kazakistan punta a diventare un “partner strategico” nella transizione verde europea

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L’Unione Europea ha annunciato importanti investimenti mirati alle energie rinnovabili, ai progetti idroelettrici e alla modernizzazione della rete per rafforzare la sicurezza energetica e idrica dell’Asia centrale. Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan hanno firmato accordi con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) durante il Global Gateway Forum tenutosi a Bruxelles il 10 ottobre.

Il nuovo finanziamento darà priorità al progetto idroelettrico Cambalata-1, con la BERS che considera ulteriori 1,3 miliardi di euro, e il pacchetto di 900 milioni di euro della BEI comprende uno studio di fattibilità cofinanziato con l’UE effettuato dalla Banca Mondiale. L’accordo rientra nel più ampio approccio “Team Europe” dell’UE, che riunisce le istituzioni europee, gli Stati membri, le banche di sviluppo e il settore privato per guidare la transizione verde e blu dell’Asia centrale.

Il Kazakistan ha registrato una forte crescita sia nella produzione di combustibili fossili che di energia rinnovabile nei primi nove mesi del 2025. La produzione di condensati di petrolio e gas ha raggiunto 75,7 milioni di tonnellate e le esportazioni di petrolio sono aumentate fino a 60,5 milioni di tonnellate. Anche la produzione di gas naturale è aumentata a 51,6 miliardi di metri cubi, circa il 17% in più rispetto allo scorso anno. Nel settore energetico, la produzione complessiva di elettricità è aumentata del 2,5% e la produzione di energia rinnovabile è aumentata di quasi il 12%, raggiungendo 6,5 miliardi di kilowattora da gennaio a settembre.

Questi numeri dimostrano la strategia energetica a doppia orbita del Kazakistan volta ad espandere gli idrocarburi e allo stesso tempo a sviluppare costantemente capacità rinnovabile. Questo approccio sostiene la crescita rafforzando al tempo stesso i legami energetici con l’Europa. Il ministro dell’Energia del Kazakistan, Yerlan Akkenzhenov, ha sottolineato il ruolo del suo Paese nella promozione del commercio regionale di elettricità, dello sviluppo congiunto dell’energia idroelettrica e dell’armonizzazione degli standard di energia rinnovabile in tutta l’Asia centrale.

Akkenzhenov ha presentato il Kazakistan come un fornitore energetico affidabile e ha riaffermato la disponibilità del paese ad agire come partner strategico dell’Europa nel campo dell’energia verde, delle materie prime critiche e della produzione di idrogeno. Roman Vasilenko, ambasciatore del Kazakistan presso l’UE, ha sottolineato l’ambizione della regione di diventare “collegata alla terraferma” anziché senza sbocco sul mare, riflettendo l’obiettivo del Kazakistan di rilanciare la Via della Seta attraverso collegamenti più forti.

Vasilenko ha anche sottolineato la crescente importanza della rotta marittima internazionale transcaspica nel contesto dei cambiamenti geopolitici globali, evidenziando che l’Europa vede sempre più il Kazakistan come un partner strategico affidabile. “Il Kazakistan e l’UE continueranno a rafforzare gradualmente la loro partnership reciprocamente vantaggiosa basata su priorità comuni e sul rispetto del diritto internazionale, contribuendo allo sviluppo sostenibile della nostra regione”, ha affermato l’ambasciatore.

A luglio, Kazakistan, Azerbaigian e Uzbekistan hanno lanciato la Green Corridor Union con sede a Baku, una joint venture per coordinare gli sforzi regionali sull’energia sostenibile. L’iniziativa, fondata da Azerenergy, KEGOC del Kazakistan e Reti elettriche nazionali dell’Uzbekistan, sostiene progetti di corridoi energetici verdi in Azerbaigian e Asia centrale. I tre paesi mirano a rimodellare il panorama energetico della regione esportando l’elettricità rinnovabile in eccesso verso l’Europa, una mossa strettamente in linea con gli obiettivi di cambiamento climatico e sicurezza energetica dell’UE.

Il Kazakistan sta emergendo come attore chiave nella transizione globale verso l’energia verde, secondo un’analisi del dottor Fabio Indeo, ricercatore esterno dell’Università di Siena. Il Paese sta passando dalla dipendenza dai combustibili fossili tradizionali alla produzione di elettricità rinnovabile e idrogeno, in particolare idrogeno verde, per uso domestico ed esportazione in Europa. La sua strategia combina l’espansione delle energie rinnovabili, lo sviluppo dell’idrogeno e la cooperazione regionale, ed è strettamente allineata con l’agenda di diversificazione dell’UE.

Tuttavia, le sfide rimangono. L’idrogeno verde richiede grandi quantità di risorse idriche, un problema nelle regioni aride del Kazakistan, ma la mancanza di infrastrutture e vincoli geopolitici potrebbero rallentare il progresso. Il volume degli scambi tra l’UE e l’Asia centrale ammonta a circa 55 miliardi di euro, di cui oltre 49 miliardi di euro con il Kazakistan. Astana rimane il principale partner economico dell’UE nella regione.

Più di 3.000 aziende europee operano in Kazakistan, con investimenti totali che superano i 200 miliardi di dollari. Il paese è stato anche il primo della regione a firmare l’accordo rafforzato di partenariato e cooperazione (EPCA) con l’UE nel 2015. Nella ricerca di un partner affidabile per realizzare le ambizioni del Green Deal, il Kazakistan si distingue per la sua posizione strategica, ricca di risorse e stabilità politica.

Il suo vasto potenziale rinnovabile e la leadership nella cooperazione regionale ne fanno un alleato essenziale nella transizione energetica dell’Europa e un precursore nell’innovazione rinnovabile in tutta l’Asia centrale. Oggi si ritiene che gli investimenti in Kazakistan vadano ben oltre la semplice garanzia di elettricità pulita. Si tratta anche di rafforzare la resilienza energetica dell’Europa, diversificare le catene di approvvigionamento e garantire che il futuro verde del continente sia costruito su veri partenariati piuttosto che su nuove dipendenze.

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