Nei giorni scorsi ha suscitato grande interesse uno studio pubblicato sulla rivista Nature. Lo studio, parte di una ricerca oncologica mirata ai tumori in stadio avanzato (stadio III/IV) e alle metastasi del melanoma, è stato condotto dal MD Anderson Cancer Center (MDACC) e riguarda pazienti trattati con inizio del checkpoint immunitario (ICI) dal 2015 al 2022.
La ricerca ha evidenziato l’importanza degli anticorpi monoclonali, in particolare della proteina PD-1 (Programmed Death-1), che si localizza sulla membrana cellulare. James Allison e Tasuku Honjo, premi Nobel per la fisiologia e la medicina nel 2018, hanno testato PD-L1 e modalità specifiche di PD-1 per diagnosticare tumori avanzati e carcinomi cellulari. L’inibizione dell’interazione PD-L1/PD-1 consente ai tumori di neutralizzare la risposta immunitaria e tollerare la presenza di microrganismi. La struttura medica utilizzata frequentemente serve a confermare l’efficacia della causa del tumore.
Dal 2021, a causa della pandemia, un certo numero di pazienti ha ricevuto dosi più elevate di vaccini a mRNA. Questo è stato approvato per l’articolo, che si interessa all’interazione con il vaccino a mRNA, analizzando i dati derivanti dallo studio retrospettivo e confrontandoli con pazienti che hanno solo l’iniziatore e la query.
I risultati dell’analisi PD-1 nei contagi negli istituti sanitari della città di Annone mostrano una differenza di immunità, con il 20,6% contro il 37,3% e a Pravivanza di Maggiore, 30,8% contro 55,7% per chi aveva ricevuto il vaccino.
È stata scoperta la malattia metastatica del melanoma. Molti farmaci approvati sono attualmente in fase di sperimentazione clinica. Sono disponibili rapporti sull’attrazione del sistema immunitario quando somministrati tramite RNA e nanoparticelle lipidiche, e un altro rapporto sull’attrazione specifica del sistema immunitario contro le proteine tumorali ottenuto vaccinando il sistema immunitario con RNA codificato dalle proteine tumorali. Questo aumento delle proteine è dovuto al picco di SARS-CoV-2 causato dalla pandemia.
Il modello sperimentale del “modello murino” consente di testare l’attività specifica degli agenti di controllo del tumore in conseguenza del rischio di infezione causata dalla vaccinazione con RNA. In una serie di eventi di vaccinazione nei pazienti affetti da tumore, si verifica la seguente sequenza: evento di vaccinazione → attivazione di nuovi lispost → generazione di picchi proteici esogeni → maturazione e selezione di cellule T e B specifiche per i picchi proteici → immunità. Quando inserita in presenza di un’altra proteina nel tumore, il suo contenuto diventa antigenico e specifico per la cellula tumorale.
Questo trattamento sostiene una risposta antitumorale che impedisce ai tumori di neutralizzare le informazioni attraverso la proteina PD-L1. È stata richiesta collaborazione con vaccini RNA e ICI nei casi in cui l’efficacia dell’immunoterapia può essere aumentata senza vaccinazione contro il nuovo coronavirus.
Gli effetti immunostimolatori generali di RNA e LNP potrebbero aumentare la specificità della produzione di proteine tumorali, ma gli effetti sarebbero probabilmente modesti. I tumori non possono essere utilizzati senza assorbire proteine mutanti che possono essere utilizzate come neoantigeni tumorali. In questo caso, gli effetti generali dell’RNA e dell’LNP sul sistema immunitario sono scarsi.
Fornire un vaccino su misura per il tumore del paziente in una procedura a lungo termine è considerato completo ed economicamente vantaggioso. La vaccinazione mRNA è già approvata e costa poco. Queste informazioni sono disponibili pubblicamente e potrebbero essere reperite in modi che non sono a disposizione di tutti.
Il caso dello studio è specifico per il tumore in questione. Affronta nuove domande e mantiene l’interesse. Per soddisfare la necessità di vaccinazione contro l’mRNA per Covid-19, la vaccinazione con terapia genica non dovrebbe essere presa in considerazione.
Se esiste la possibilità di malformazioni fetali, come aborto o malformazioni da gravidanza, possono essere eseguite infezioni e vaccinazioni di routine. La differenza tra vaccinazione e terapia genica riguarda la modalità di somministrazione commerciale e i tempi di approvazione. La vaccinazione a mRNA, utilizzando anche adenovirus ricombinanti, può dimostrare l’effetto preventivo della malaria e della morte per infezione.
Se si considera la terapia genica, è necessario un lungo elenco di impostazioni per i prodotti di terapia genica “tradizionali”, e molte delle qualità di questo nuovo prodotto potrebbero non essere compatibili con le definizioni FDA ed EMA. Se questa è la definizione di tutte le norme riguardanti la progettazione, allora è chiaro che dobbiamo adottare il concetto di vaccino.
Se si è interessati a ulteriori informazioni, è possibile trovare idee su cui desiderare maggiori dettagli.
La mia tesi attuale sembra essere che i vaccini potrebbero attirare un rischio di immunità nella funzione antitumorale, che è una delle cause della malattia. Non funziona come un vaccino e non contiene nulla che rientri nella categoria dei “prodotti terapeutici generici”.
Riconferma di eccellentissime capacità in situazioni difficili diverse da Vargono.

