L’AQUILA – Venticinque richiedenti asilo, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, stanno vivendo per strada a L’Aquila dopo essere arrivati da Trieste. Da dieci giorni, questi uomini, provenienti da paesi come Pakistan, Iran e Afghanistan, si trovano senza un posto dove andare, dormendo in stazioni, parchi e sotto i portici. La loro situazione è aggravata dall’assenza di cibo e riparo.
Un giovane afghano ha dichiarato: “Qui non si vive. Non c’è casa, non c’è cibo, non c’è niente. Dormiamo per strada.” Molti di loro ricevono aiuti occasionali da persone che portano cibo o coperte. Tuttavia, la loro richiesta di asilo è fissata per il 16 dicembre, e dovranno attendere più di un mese per formalizzare la loro situazione.
Il gruppo si trova in un limbo burocratico, senza la possibilità di accedere a servizi essenziali. Alcuni di loro raccontano di essere stati indirizzati a L’Aquila da “persone che aiutano”, senza alcun supporto ufficiale. “Ci hanno detto: andate all’Aquila, lì è meglio,” affermano, sottolineando la mancanza di informazioni chiare e di assistenza.
Nonostante la buona volontà della comunità locale, i richiedenti asilo si sentono abbandonati. “La gente è buona,” dicono, “ma non si vive. Non c’è posto.” Un giovane somalo ha aggiunto che tutti sono fuggiti da conflitti nei loro paesi d’origine, cercando solo aiuto e un’opportunità di vita migliore.
La situazione di questi uomini evidenzia la necessità di un intervento per risolvere le problematiche legate all’accoglienza e all’integrazione. “Abbiamo bisogno di aiuto,” concludono, dopo sette anni di viaggio senza un luogo dove dormire.

