Il ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Agenda Per Lo Sviluppo Sostenibile 2030: presentato CagliariMET  

La crisi energetica è un problema che, da anni, attanaglia numerosi Paesi in tutto il mondo e che  si è aggravato nell’ultimo anno anche a causa della Guerra in Ucraina.

Numerose sono, però, le possibili soluzioni che si stanno cercando. Tra queste abbiamo, sicuramente, le cosiddette “comunità energetiche”.

Proprio queste, insieme all’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030”, sono state uno dei temi affrontati della conferenza “CagliariMet: AGENDA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE – Il ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili”, svoltosi a Cagliari lo scorso 16 novembre.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti esperti in materia di energia, rappresentanti di cooperative o di comuni in cui sono state trovate soluzioni “alternative” per cercare di contrastare il problema della crisi energetica.

A introdurre il problema è stato Gianluca Ruggeri, ricercatore all’Università di Insubria. Ruggeri parte dalla crisi ambientale e climatica che, tra le altre cose, è una delle principali cause di disparità tra i diversi Paesi (basti pensare all’Africa. Essa è il principale Paese esposto, dato che non possiede i fondi necessari per contrastare problemi come la siccità, l’innalzamento dei mari o i cambiamenti climatici) e tra le classi sociali. A proposito di ciò fa riferimento all’Accordo di Parigi. Entrato in vigore il 4 novembre 2016, l’Accordo presenta un piano per limitare il riscaldamento globale. Il suo principale obiettivo è mantenere la temperatura media al di sotto dei 2°C e, addirittura, di limitarla a 1,5°C.

Affronta poi il tema del fotovoltaico, ovvero quei sistemi elettrici che sfruttano l’energia solare per produrre energia, il quale può essere di comunità (piuttosto raro in Italia), di gruppi di cittadini o individuale.

Ad affrontare il tema delle comunità energetiche è, invece, Sara Capuzzo, direttrice di “Ènostra” (cooperativa che si occupa di formazione, sostenimento di progetti e finanziamento).

Per parlare di comunità energetiche è, innanzitutto, fondamentale capire che cosa sono. Esse vengono solitamente come soggetti giudiziari autonomi, i quali si basano su una partecipazione volontaria e aperta e che vengono poi controllati da soci o membri situati vicino ad una centrale di produzione di energia. Le comunità energetiche sono, anche, i principali protagonisti della transizione economica legata all’energia. I loro obiettivi sono: prevenire la povertà economica, risparmiare sui costi dell’energia e incentivare altre azioni sui temi della sostenibilità.

Creare delle comunità energetiche significa, inoltre, permettere ai cittadini di diventare prosumer, cioè consumatori di energia prodotta autonomamente, e dare origine a una Democrazia energetica, ovvero i cittadini possono produrre energia, consumarla e condividerla con altri. 

In Sardegna sono già stati avviati alcuni progetti per creare delle comunità energetiche, solo per citarne alcune Villanovaforru e Ussaramanna, e altri sono in via di attivazione.

Come ci sottolinea la Capuzzo, non si hanno ancora decreti ufficiali anche se alcune criticità sono state superate. Semplicemente, nel maggio 2018 sono stati avviati dei progetti “sperimentali” che hanno portato ad un attivazione vera e propria intorno alla fine del 2021. In realtà, però, sarebbe già pronto un decreto legge il quale sancisce che le comunità energetiche potranno ottenere dei profitti tramite la vendita di energia, in modo così da andare  creare una sorta di “Energia circolare”.

Rosolino Sini, responsabile dell’azienda elettrica del Comune di Benetutti, ci parla dell’esperienza del comune come distributore e proprietario della rete energetica. 

Benetutti è stato, forse, il primo paese (100 anni fa) ad utilizzare l’energia di un mulino a vento per l’illuminazione delle strade, arrivando poi a creare una vera e propria rete di distribuzione. 

Oggi è, insieme a Berchidda, l’unico paese sardo a fungere da distributore. Inoltre, è l’unico comune italiano a far parte dei progetti europei che si occupano di comunità energetiche. Uno degli obiettivi che intendono raggiungere è proprio quello di diventare una comunità energetica e potersi autoprodurre.

Per concludere, Valentina Talu ha presentato l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, il cui intento è promuovere l’orientamento verso uno sviluppo sostenibile in tutti campi (economico, sociale…).

L’Agenda è “datata” al 2030, il riferimento nazionale di pianificazione e programmazione di tipo ambientale.

Gli indirizzi di coinvolgimento sono principalmente le città metropolitane come Cagliari, dove si sta svolgendo un’azione pilota con progetti che coinvolgono gli studenti di 5 istituti del capoluogo sardo. Lo scopo del percorso è l’apprendimento riguardo la tematica, ma  soprattutto il coinvolgimento  dei giovani in una riflessione su di essa.

 

Autore

2022-12-06

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