“MINISTRO VALDITARA SALVI IL LICEO ALBERTI!”

Lettera aperta di studenti, insegnanti, genitori, personale della scuola ed ex studenti perché il Liceo Alberti di Cagliari continui ad esistere, se possibile, nella sede di viale Colombo presa in affitto dall’Autorità portuale.

“Si porta all’attenzione del ministro e dell’opinione pubblica il problema della sede del Liceo Alberti in viale Colombo a Cagliari”. Questo il tenore della lettera aperta che la “popolazione scolastica” (studenti, docenti, personale, genitori ed ex allievi) hanno inviato al ministro Valditara. L’Autorità portuale ha concesso alla Scuola un contratto di locazione che scade a settembre 2023. L’edificio ha bisogno di interventi di ristrutturazione e l’area circostante è in un momento di grande rilancio.

“Siamo preoccupati per il futuro della scuola e vogliamo che l’amministrazione locale, a iniziare dal sindaco Paolo Truzzu che guida anche la Città metropolitana, prenda in carico il problema e definitivamente lo risolva” dice un docente. “Per questo motivo abbiamo scritto una lettera aperta al ministro Valditara, che recentemente si è espresso sul tema dell’edilizia scolastica” continua il professore “destinata chiaramente a sensibilizzare l’opinione pubblica e far sentire il problema importante a chi di dovere, lettera che indirizzeremo a tutti i media nazionali e locali, diffonderemo anche tramite social e accompagneremo con altre azioni simboliche e incontri mirati con l’amministrazione”.

Il testo della lettera è stato condiviso con gli studenti, il personale ATA e il rappresentante dei genitori al Consiglio d’Istituto. Eccone alcuni accorati stralci: «Il problema è che una scuola in quest’area viene giudicata improduttiva. Anche se “produce” intelligenze e competenze, anche se crea futuro e prospettive di sviluppo reali, non fa cassa, non fa denaro. Di fatto, da decine di anni noi viviamo con l’incubo di uno sfratto e contratti di locazione temporanei. L’ultimo è del 2019 e scadrà a settembre 2023. Cosa sarà dopo del Liceo Alberti, non sappiamo. […] Non c’è oggi alcun progetto per il Liceo Alberti di Cagliari: quando la nostra “sede” verrà destinata ad altro – manca pochissimo a settembre – noi verremo dislocati in extremis ove i nostri studenti, i pendolari in particolare, non possono arrivare se non con grande dispendio di carburante, tempo, denaro. Abbiamo bisogno di quella serenità di cui ha parlato lei. Prima di condividere i sogni, signor Ministro, noi chiediamo alle autorità competenti (gli enti locali ai quali lei ha parlato di scuole «intelligenti») un impegno fattivo per realizzare una cosa concreta: dare al nostro Liceo una scuola vera, sicura, adatta a chi la vive. Un edificio definitivo e degno, che possibilmente ci contenga tutti, che non ostacoli i tanti pendolari frantumando e disperdendo in zone disagevoli il loro diritto allo studio. Se non potrà essere quello della sede storica, esistono ad esempio decine di edifici pubblici intorno a noi (ex caserme per la maggior parte, ma non solo) che sono praticamente dismessi e abbandonati. Sarebbe facile riconvertirli, se ci fosse una volontà politica e una visione lucida di futuro. Invece no, non per la Scuola. Non vogliamo l’ennesima sede temporanea, non un contratto debole e incerto, con clausole inquietanti. Vogliamo una Scuola, per tutti noi».

Quindi per la salvaguardia del diritto allo studio nel Liceo Alberti, è stato chiesto a tutti gli studenti, genitori, personale ATA e professori di firmare la lettera e affiancare la richiesta in modo da dare molta più forza con la presenza di tutte le componenti scolastiche.

L’idea è quella di raccogliere le firme entro domenica 5 marzo attraverso email e rappresentanti dei genitori nelle varie classi. In calce alla lettera verranno posti i nominativi in ordine alfabetico di tutti i firmatari perché si vuole garantire il diritto allo studio nel Liceo Alberti ed accogliere le giovani generazioni in spazi adeguati e confortevoli.

Autore

2023-03-07

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *