Comunità energetiche

“Sfide e opportunità”

Banca Popolare Etica ha promosso nei giorni scorsi un dibattito sulle opportunità e le sfide delle comunità energetiche, in un’iniziativa promossa da Sardegna Sud che ha come obiettivo la promozione della transizione economica e dell’inclusione sociale.

Stefano Sanna, coordinatore GIT di Banca Etica Sardegna Sud, ha evidenziato come tra 2008 e 2012 si ha avuto una crescita delle fonti rinnovabili grazie ai finanziamenti statali, che si è poi arrestata nel 2013. In questo periodo di rallentamento si è assistito ad una crescita nell’utilizzo dei gas naturali come principale fonte di energia e della discesa dell’uso di olio combustibile. A tutto ciò si aggiunge una crescita, dal punto di vista elettrico, di fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico in particolare.

Ha poi esposto il funzionamento del sistema di regolazione (potenza richiesta=potenza prodotta) e ha presentato il ruolo del gestore della rete elettrica, il quale controlla la potenza attiva (quella che semplicemente fa accendere le lampadine); la corrente reattiva (fa ruotare i motori elettrici); la frequenza (regola la velocità dei motori) e il livello di tensione (dato dalla potenza reattiva). Le comunità autonome, che prevedono l’installazione di un sistema che risponda al fabbisogno di produzione elettrica, diurno e notturno, e tramite una regolazione autonoma permettono di minimizzare il ruolo dei gestori di rete.

Alessandra Camedda, docente all’Università di Cagliari, spiega la normativa sulle comunità energetiche con riferimento alla legislazione del 2021.

Innanzitutto va sottolineato che e comunità energetiche sono “soggetti autonomi di diritto, che si fondano sulla partecipazione attiva e volontaria di cittadini, enti commerciali, associazioni, piccole e medie imprese”. Esse hanno uno scopo non lucrativo e offrono ai membri benefici sociali ed economici.

La normativa italiana deriva da quella europea e recepisce gli interventi dei legislatori europei stessi. Il pacchetto europeo è composto da due norme principali: la Red 2 che regola le comunità energetiche rinnovabili, e quella di Mercato che regola le comunità energetiche cittadine.

La normativa è però incompleta e i decreti sono ancora in fase di approvazione. Esiste comunque una bozza di decreto, che prevede misure tariffarie di sostegno all’autoconsumo.

Gianluca Rosetti, presidente di Energy4com, sostiene che le comunità energetiche producono, trasmettono e vendono “all’ingrosso” energia. Tutti servizi che il sistema elettrico cerca di soddisfare.

Afferma, inoltre, che nonostante il prezzo dell’energia sia concordato con l’ente fornitore, ad esso si aggiungono ulteriori “spese di sistema” come i servizi di rete, le imposte e gli omeri di sistema. È quindi utile il CER, ovvero il punto di connessione con la rete elettrica che permette di partecipare a comunità energetiche le quali sono utili anche per dimezzare i costi sulla bolletta. Vengono forniti, a tal proposito incentivi volti a favorire l’uso di fonti rinnovabili in modo tale da no “stressare” la rete elettrica nazionale e far sì che l’energia non entri in circuiti ad alta tensione, cioè essa deve essere prodotta e utilizzata subito, anche da altri.

Nelle comunità energetiche si avrebbero, dunque, dei soggetti giuridici che svolgono il ruolo di gestori di energia, i produttori che forniscono energia ad altri, i consumatori, emettendo in rete solo quella rimanente.

Simone Piras, di Altrenergie, spiega invece gli spazi per il fotovoltaico.

Il fotovoltaico sono degli impianti elettrici formati da un pannello, che trasforma l’energia del sole in energia elettrica, e da degli inverter che convergono l’energia. La loro applicazione iniziò tra gli anni ’60  e ’70, ma il loro sviluppo si ebbe a partire dagli anni ’90 con l’espansione degli spazi commerciali.

Essi si dividono in due categorie: ad isola, cioè funzionanti a batteria, e quelli connessi alla rete elettrica. Questa seconda categoria si divide, a sua volta, in: residenziali; industriali e commerciali.

I pannelli possono essere applicati su tetti a falda, piani, ma anche su pergole e balconi. A seconda del tipo di superficie, i progetti possono essere diversi e innovativi.

Francesca Agus, di Banca Etica (nata a Padova nel 1999 con l’obiettivo di finanziare progetti ad impatto positivo), spiega come Banca Etica segua la progettazione delle comunità energetiche e aiuti nella loro realizzazione.

Banca Etica offre polizze assicurative, finanziamenti diversificati in base alla tipologia di comunità energetica che si vuole formare, e il cosiddetto “Conto Sinergia” a persone fisiche con prestiti personali tradizionali o di “bene comune” per la ristrutturazione di immobili e la loro riqualificazione energetica, oppure a organizzazioni con anticipi, mutui e equity crowfunding.

Nel corso del dibattito si è cercato di analizzare a 360 gradi il tema delle comunità energetiche, cercando di promuoverne la realizzazione in un territorio, quello sardo, che è stato l’unico a legiferare in materia.

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2023-04-16

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