Il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE ZONE UMIDE

Il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day, WWD). È possibile scoprirle in decine di Oasi WWF in tutta Italia dal 2 al 6 febbraio attraverso passeggiate, visite guidate, workshop fotografici ed altri eventi per far scoprire a tutti la bellezza e l’importanza di questi ambienti unici.

Lagune, stagni, laghi, paludi, risorgive: sono le wetlands, aree chiave per la biodiversità e, cosa meno nota, anche per la nostra sopravvivenza. In loro onore, il 2 febbraio ricorda l’adozione della Convenzione omonima per la loro tutela, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar. E quest’anno il WWD ha uno speciale significato, in quanto lo scorso anno è stato riconosciuto ufficialmente anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Lo slogan di questa edizione è Value, Manage, Restore, Love Wetlands: riconoscerne il valore, proteggerle e gestirle adeguatamente, ripristinarle laddove le abbiamo distrutte, e imparare ad amarle per la loro bellezza e la loro importanza, a partire dalla loro incredibile biodiversità. Ma le wetlands sono fondamentali anche per la nostra sopravvivenza grazie al loro ruolo di serbatoi di carbonio e contrasto al cambiamento climatico, azione di depurazione delle acque, protezione da inondazioni, fornitura di fibre e materiali, oltre ad ospitare migliaia di specie ad esse legate.

Oggi il Sistema delle Oasi WWF Italia è costituito da 100 Oasi, di cui ben 78 contengono stagni, paludi, lagune, che nel tempo sono state difese da abusi e antropizzazione selvaggia, e 10 delle quali sono aree d’importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione di Ramsar.

Per quanto riguarda la regione Sardegna, dal 2017 ha iniziato un progetto di cooperazione internazionale innovativo: Maristanis; coordinato dalla Fondazione Medsea di Cagliari guidata da Alessio Satta, cofinanziato dalla svizzera Mava Foundation. Ha come obiettivo quello di proteggere e valorizzare gli 8mila ettari di zone umide da Capo Mannu alla laguna di Marceddì, a cui si aggiungono i 267 km dell’Area marina protetta del Sinis. Sul Golfo di Oristano si affacciano ben sei siti protetti dalla Convenzione Ramsar, l’accordo internazionale per la tutela delle zone umide firmato nel 1971: gli Stagni di Sale ‘e Porcus, Mistras, Cabras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Ittiri- Marceddì – San Giovanni. Habitat per specie vegetali di notevole pregio e oltre un centinaio di uccelli, tra cui alcuni a rischio estinzione come il Fratino e specie rare come l’Airone rosso, Tarabusino e Pollo sultano.

L’importanza di queste aree per la biodiversità è grande: infatti le Oasi WWF da sole ospitano ben il 66% degli habitat prioritari della direttiva 43/92/CEE per la bioregione “alpina”, il 57% per quella “continentale” e il 65% per quella “mediterranea”. Per questo il WWF ha avviato negli anni una serie di progetti nazionali e internazionali per la tutela di ambienti ed ecosistemi fortemente minacciati.

Noi della testata.it ci prendiamo cura dell’ambiente e vogliamo che le persone ne siano informate. Vi teniamo aggiornati/e, a presto!

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2022-02-25

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