L’evento formativo rivolto a magistrati, avvocati, psicologi e a tutto il mondo di
operatori che gravitano intorno al problema delle violenze domestiche e di genere
dal titolo “La tentazione della violenza”, organizzato con la Fondazione Forense di
Cagliari, l’Ordine degli Avvocati di Cagliari e la Scuola Superiore di Magistratura.
C’è un’emergenza crescente in merito alla violenza in ambito familiare anche in
Sardegna? Quali sono i numeri e i contesti dove prevale?
Sì, purtroppo, anche in Sardegna stiamo assistendo a un aumento preoccupante
della violenza in ambito familiare. La recente tragedia di Nuoro è solo uno dei tanti
casi che evidenziano una spirale di violenza che coinvolge donne e minori, spesso
nei contesti familiari. I numeri confermano che questi episodi sono in crescita, con
una maggiore incidenza nei contesti più fragili, dove coesistono situazioni di disagio
economico, isolamento sociale e una visione ancora radicata di controllo e dominio
all’interno delle relazioni. Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare i casi che emergono
anche in contesti apparentemente “insospettabili”, dove la violenza è più nascosta,
ma altrettanto devastante.
Cosa realmente le Istituzioni possono fare per invertire la rotta di questa
spirale?
Le Istituzioni hanno il dovere di intervenire con maggiore determinazione, soprattutto
rafforzando il sostegno alle vittime attraverso servizi accessibili e ben finanziati. È
essenziale garantire assistenza legale e psicologica a chi subisce abusi, e investire
nella formazione degli operatori che intervengono in queste situazioni dagli avvocati
agli insegnanti, psicologi, medici e forze dell’ordine. Serve una rete più efficiente e
ben coordinata tra tutti i soggetti coinvolti, compresa la magistratura, per garantire
che le misure di protezione vengano applicate rapidamente e in modo efficace e che
la vittima non sia esposta alla vittimizzazione secondaria processuale. Inoltre, la
prevenzione è fondamentale: educare i giovani nelle scuole alla parità di genere e al
rispetto reciproco è un passo cruciale per interrompere la trasmissione di modelli
culturali violenti.
Recalcati ha portato un reale contributo per capire meglio quali strategie
intraprendere per arginare la violenza domestica e di genere?
Sì, l’intervento di Recalcati è stato molto utile per comprendere meglio le dinamiche
profonde che alimentano la violenza domestica e di genere. La sua analisi delle
relazioni familiari, unita a riflessioni culturali e psicologiche, offre spunti fondamentali
per chi, come noi, lavora sul campo. Ha evidenziato come la violenza nasca spesso
da un senso di fallimento e da una concezione distorta del potere all’interno della
coppia. Questi aspetti sono cruciali per comprendere quali approcci adottare,
soprattutto in termini di prevenzione e di supporto psicologico, affinché si possa
intervenire prima che la situazione sfoci in violenza fisica o psicologica.
Degli svariati temi che l’esperto ha trattato, cosa le è rimasto più impresso
sulle origini della violenza?
Mi ha colpito profondamente il modo in cui Recalcati ha collegato la violenza a una
paura profonda dell’abbandono e della perdita, oltre che a un desiderio di controllo
che si manifesta in maniera distruttiva. La riflessione sulle origini culturali e
simboliche della violenza, esplorate attraverso testi come la Genesi o il “Mastro Don
Gesualdo” di Verga, mi ha fatto riflettere su quanto la violenza di genere sia legata a
modelli sociali antichi che persistono nel tempo. Per combattere questo fenomeno
dobbiamo intervenire alla radice, lavorando sui modelli culturali che plasmano il
nostro modo di relazionarci agli altri.
C’è quindi tanta voglia di conoscenza e approfondimento. A quando un altro
incontro formativo sul tema?
Sì, la partecipazione così numerosa al convegno ha dimostrato quanto ci sia bisogno
di approfondimento su questi temi. Molti professionisti, dai magistrati agli assistenti
sociali, psicologi, medici, fino alle forze dell’ordine, sentono la necessità di una
formazione continua e aggiornata per affrontare al meglio queste situazioni delicate.
Stiamo già organizzando un nuovo ciclo di incontri formativi che avrà luogo nei
prossimi mesi. L’obiettivo è non solo fornire competenze tecniche, ma anche
strumenti per comprendere meglio le dinamiche della violenza e proteggere
efficacemente le vittime.