Intervista al Prof. Vittorio Tola che ci ha spiegato in cosa consiste il progetto “Prometh2eus” che può rappresentare una svolta sul piano del recupero di fonti energetiche ecosostenibili.
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, dove la necessità di un cambiamento indirizzato verso l’uso sempre più esteso di fonti di energia rinnovabile per salvaguardare un pianeta affaticato dall’inesorabile sfruttamento delle sue risorse si fa sempre più sentire, un progetto come “Prometh2eus”, finanziato dal Mite e proposto dal partenariato tra l’Università di Cagliari e quelle di Genova e Brescia nell’ambito del PNRR, potrebbe rappresentare una soluzione più che valida per quanto riguarda il panorama delle tecnologie innovative e, in questo caso specifico, un uso strategico ed ecosostenibile di idrogeno prelevato direttamente dalle acque dei nostri mari.
Uno degli ideatori dei questo interessante progetto è il Professore Vittorio Tola, docente presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari nel dipartimento di ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dove si occupa principalmente di impatto ambientale e gestione dei sistemi energetici. Abbiamo avuto l’onore di potergli fare alcune domande riguardanti questo progetto per capire meglio in cosa consiste e come sia attuabile. Il professore, prima ancora di porgli le domande, ha tenuto a sottolineare le caratteristiche del problema che si vuole tentare di eliminare, o comunque ridurre in maniera considerevole, tramite Prometh2eus. Infatti, sebbene la produzione di energia derivante dall’idrogeno venga già attuata da parecchio tempo, bisogna tenere in considerazione come l’utilizzo di questo elemento chimico trova un ostacolo nelle difficoltà che si riscontrano al momento dello stoccaggio. Proprio per questa ragione l’idrogeno viene impiegato più come vettore energetico che come combustibile vero e proprio in quanto per questo scopo bisognerebbe accumularlo da qualche parte e per farlo le soluzioni sono comprimerlo a pressioni molto elevate oppure raffreddarlo a bassissime temperature ma entrambi i metodi risultano complessi da realizzare e richiedono costi elevati. Un’altra soluzione può essere trasformare l’idrogeno in altri combustibili come ad esempio il metanolo, sostanza che si ottiene dall’unione degli atomi di idrogeno con le molecole di anidride carbonica, ma anche questa idea ha il difetto di non essere completamente “green” in quanto, una volta utilizzato, il metanolo immette nell’aria l’anidride carbonica di cui è composto con tutti danni che ne conseguono. È proprio qui che entra in gioco la fonte di idrogeno forse più scontata ma che allo stesso tempo presenta più difficoltà: l’acqua. Una volta utilizzata per estrarre l’idrogeno è chiaro che questa non si possa recuperare poiché rimarrebbe solo l’ossigeno e ciò restringe considerevolmente il campo di utilizzo di una simile tecnologia, ma a questo punto c’è solo una fonte d’acqua che ci possiamo permettere di adoperare per tale scopo, ovvero quella marina. L’unico intoppo può essere la grande presenza di sali ed è proprio l’obiettivo del progetto Prometh2eus quello di trovare dei sistemi che permettano la creazione di estrattori (detti anche elettrolizzatori) che possano sopperire a questo problema.
Come dice il professore, quando gli abbiamo chiesto di descrivere in poche parole lo scopo del progetto, l’obiettivo primario è quello di realizzare dispositivi per la produzione di idrogeno utilizzando l’acqua del mare.
Sulla questione relativa alla quantità di energia potenzialmente recuperabile, Tola sottolinea come il progetto sia volto non tanto al recupero di una certa quantità di idrogeno ma alla creazione di sistemi per la realizzazione di una “economia” basata sull’idrogeno più vasta.
I tempi previsti per il passaggio dalla sperimentazione alla realizzazione sono difficili da calcolare poiché tutto dipenderà dalle esigenze di mercato, strettamente legate ai costi, e da quanto certe tecnologie possano progredire col passare del tempo.
Alla domanda alquanto interessante se questo progetto possa porre una soluzione anche al problema dell’innalzamento del livello del mare provocato dallo scioglimento dei ghiacci polari, ci viene detto che tutto dipenderà dalla diffusione dell’utilizzo di elettrolizzatori.
L’ultima, ma non per importanza, domanda posta al professore è riguardo eventuali rischi a fauna e flora e Tola ci rassicura dicendo che il solo prelevare acqua non comporta di per sé dei danni all’ecosistema marino.