Il monomero di cloro invisibile velenoso (CVM) è al centro di un dibattito in Francia, dove le associazioni locali, tra cui il “Comité Citoyen” e l’Ambiente Naturale Francese (FNE) della Sarthe, hanno presentato un ricorso presso il tribunale amministrativo di Nantes. Questa azione legale mira a sollecitare l’intervento dello Stato, dopo che numerose comunicazioni inviate al ministero della Salute sono rimaste senza risposta.
Le associazioni chiedono un risarcimento per il danno subito a causa della mancanza di regolamentazioni che garantiscano controlli efficaci e informino adeguatamente la popolazione riguardo ai rischi associati al CVM. Gabrielle Gien, rappresentante delle associazioni, ha sottolineato l’importanza di raccogliere informazioni e sensibilizzare l’opinione pubblica su questa problematica.
Il CVM è stato classificato come cancerogeno dal Centro internazionale di ricerca sul cancro (CIRC) nel 1987, e la sua presenza è legata al degrado dei tubi in PVC. Le associazioni puntano a ottenere che il giudice obblighi lo Stato a implementare regolamentazioni adeguate, in linea con gli impegni europei, che prevedono un limite di 0,5 µg/l di CVM nell’acqua potabile. Attualmente, la situazione è caratterizzata da ambiguità, con le autorità che si rimpallano le responsabilità senza affrontare il problema in modo diretto.

