Scuola hi-tech ai tempi del Covid-19

Il decreto governativo sull’emergenza COVID-19 ha segnato la chiusura di tutte le scuole fino al 4 maggio. Via lezioni frontali, compiti in classe e ansia da interrogazioni. La scuola italiana dal 6 marzo 2020 diventa temporaneamente digitale. L’istruzione sta lavorando per rendersi il più flessibile e concreta possibile: l’attività formativa prende posto fuori dalle aule scolastiche per insediarsi nelle case degli alunni senza grandi pretese, basta solo un computer o un cellulare. La didattica digitale, spesso largamente criticata dai più conservatori, ora sembra essere l’unica possibilità per non abbandonare l’apprendimento, e sta dimostrando di essere efficiente non solo dal punto di vista formativo ma anche da quello relazionale grazie a chat, gruppi WhatsApp e videochiamate. I pareri a tal proposito sono però spesso contrastanti. Chi considera questo sistema un ottimo metodo di apprendimento alternativo che diminuisce tempistiche e stress, e chi invece sostiene che generi una scuola “light” passiva di contenuti concreti.

Quello che è evidente è che il personale scolastico non era preparato a dover fronteggiare una situazione simile e soprattutto a dovercisi adattare in tempi così rapidi. Il governo, con l’attuazione del decreto legge “Cura Italia”, stanzia quindi, per potenziare la didattica a distanza, 85 milioni di euro. Di questi, 5 milioni verranno utilizzati per la formazione dei docenti online, 10 milioni per lo sviluppo di didattiche innovative grazie alla figura fondamentale dell’animatore digitale, un professore interno alla scuola che affianca il Dirigente e il Direttore dei servizi amministrativi nella progettazione e realizzazione dei progetti di innovazione digitale. I restanti 70 milioni sono invece finalizzati a mettere a disposizione dei dispositivi digitali gratuitamente in comodato d’uso, per tutti coloro che non hanno la possibilità di acquistarli.

Vengono inoltre messe in campo delle piattaforme apposite a supporto dei ragazzi con disabilità, che vengono seguiti in maniera molto attenta da una docente abilitata.

La categoria di cui però non si tiene conto in mezzo a questo complesso labirinto di click e pagine web è quella dei genitori. Alcuni di essi infatti stanno creando le loro prime impronte nel mondo virtuale: materiale didattico da scovare in rete, video su Youtube, videoconferenze, consegne di compiti online e tanto altro. Dopo l’ancora recente trauma dovuto all’inserimento del registro elettronico, alcuni genitori sono in balia della confusione. Dunque sarebbe forse opportuno che ogni istituto impartisse dei tutorial su come utilizzare i sistemi digitali scelti? In fondo anch’essi, insieme ai loro ragazzi, sembrano tornare tra i banchi di scuola.

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2020-03-28

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