Un Halloween tradizionale

Halloween è una festa anglosassone che ha sicuramente rubato il cuore di tutti ma ciò che alcuni non sanno è che ha molto in comune con la tradizione sarda.

Cerchiamo dunque di fare un po’ di mente locale e di mettere in evidenza i tratti caratteristici di queste due tradizioni, insieme ad alcuni dolci tipici.

Quella che al giorno d’oggi è comunemente conosciuta come una festività puramente commerciale fatta di dolci, caramelle, maschere, feste e quant’altro è in realtà una ricorrenza che ha origini molto antiche.

Se alcuni studiosi fanno risalire le origini di Halloween a una festa del periodo romano dedicata a Pomona (dea dei frutti e dei semi) e altri alla festa dei morti chiamata Parentalia, questa ricorrenza viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain, il cui nome, che deriva dall’irlandese antico, può essere tradotto come “fine estate”. Infatti, secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa fra i popoli dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Francia settentrionale al 31 ottobre corrispondeva l’inizio del nuovo anno.

Il papa nell’840 istituì ufficialmente la festa di Ognissanti per il 1° novembre, per avere una continuità tra la festa cristiana e quella pagana. Nei paesi anglosassoni, il protestantesimo mise fine ai festeggiamenti per Ognissanti ma si continuò con i festeggiamenti per Halloween. La festa laica si diffuse poi negli Stati Uniti per diventarne una delle festività principali.

Il simbolo indiscusso di questa ricorrenza annuale è la zucca intagliata con espressioni spaventose o simpatiche a creare una lanterna. Intagliare le zucche è una tradizione americana che risale al 1837 ed era associata al tempo del raccolto. Tuttavia tradizionalmente venivano intagliate le rape, decorate per realizzare dei lumini in ricordo delle anime del Purgatorio.

Il simbolismo di Halloween deriva anche dalla tradizione letteraria. Alcuni esempi sono Frankenstein e Dracula. I racconti di questa notte includono temi legati alla morte, alla paura, all’occultismo e ai mostri.

Arriviamo al momento che tutti i bambini aspettano, la maschera e i dolcetti. È tradizione che bambini e ragazzi si mascherino e vadano per le case a chiedere “Dolcetto o Scherzetto?”, ricevendo in cambio dai padroni di casa dolcetti.

Quest’anno a causa del Coronavirus i festeggiamenti saranno diversi dal solito. Le feste si trasferiranno sul web, con tour virtuali e cacce ai fantasmi. Anche i social avranno il loro ruolo: TikTok, piattaforma amata dai più giovani e non solo, vede sotto le voci di #Halloween e #ghosttrend tantissimi video e scatti tematici e divertenti.

La vigilia di Ognissanti viene festeggiata anche in Sardegna, terra ricca di ricorrenze e tradizioni. È sempre stata presente la convinzione secondo cui la morte non è un trapasso definitivo ma un passaggio a un altro mondo, simile a quello dei vivi.

All’interno della cultura popolare sarda sono presenti numerosi riti religiosi che vanno a testimoniare il rispetto che si nutre nei confronti dell’ultraterreno. Il rito prende denominazioni differenti rispetto alla zona della Sardegna in cui ci si trova. Secondo la tradizione campidanese, la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre i due mondi entrano in contatto e i morti lasciano il Purgatorio per ritornare nei luoghi da loro frequentati da vivi. Questa tradizione prende il nome di “Is Animeddas”, festa popolare tra i bambini, ed è molto simile alla festa di Halloween, perché anche qui bussano di casa in casa e ricevono dolci, caramelle e frutti di stagione. Ciò che cambia è che la frase sarà “seus benius poi is animeddas”, siamo venuti per le anime, oppure semplicemente “is animeddas”.

Oltre al rito principalmente seguito dai bambini, gli adulti si dedicano alla preparazione della “Cena per le anime”. Il pasto per la vigilia di Ognissanti vuole di tradizione che vengano serviti legumi tipicamente autunnali. L’aspetto più importante arriva nel dopocena. La tavola viene imbandita e lasciata pronta per i defunti che potrebbero visitare la casa durante la notte. Per lo stesso scopo vengono lasciate le dispense aperte.

Dolci

La festa e la tradizione non sono solo per il piacere dei morti ma anche dei vivi. Infatti sono numerose le ricette sia della tradizione sarda che del mondo per questa festività. Vediamo un po’ di ricette sfiziose da provare e gustare durante questo periodo.

Un dolce tipico della tradizione sarda che viene fatto a ridosso di Ognissanti è sicuramente la “pabassinas”, a forma di rombo che viene poi glassato con mix di zucchero e sambuca o con una cappa fatta con l’albume d’uovo e poi ripassata in forno (quest’ultima finitura è tipica dei paesi della Sardegna centrale).

Per preparare questa delizia avrai bisogno di: 1kg di farina 00, 400g di zucchero, 400g di strutto, 300g di mandorle spellate, 400g di uva passa, 200g di noci, 4 uova, 2 bustine di lievito, 1 limone grattugiato. Una variante può essere solo con le noci, o solo con le mandorle.

Per la glassa avrai bisogno di 2 albumi, 200g di zucchero di confettini colorati o argentati per abbellire il dolcetto. Per consultare la ricetta clicca qui.

Gli “Ossus de mortu”, ossi di morto, dolci che comunemente sono noti anche con il nome di “brutti ma buoni”. Sono a base di mandorle e molto semplici da realizzare. Per la ricetta clicca qui.

Il “pani ‘e sapa” è un dolce tipico della tradizione, un pane dolce che ha come ingrediente principale la sapa, il mosto cotto, mentre gli altri ingredienti variano a seconda della località e del gusto personale. Se vuoi provare la ricetta clicca qui.

Tra i dolcetti della tradizioni inglese possiamo citare la “pumpkin pie”, crostata con la zucca, torta con base di pasta frolla e ripieno di zucca. Trovi la ricetta qua. Oppure puoi provare i golosi biscotti alla zucca, il cui impasto contiene un mix di spezie aggiunte, quali cannella e chiodi di garofano che vanno ad arricchire il suo sapore. Trovi la ricetta qui.

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2020-11-01

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