
Settecento anni dalla morte del Sommo Poeta Dante Alighieri celebre per la sua Commedia, divenuta poi Divina, รจ stato salutato in tutto il mondo con eventi tra il 13 e il 14 settembre. Vi diamo conto di uno dei principali.
Quale sia il fascino del poeta nato fiorentino, radicato a Verona e morto a Ravenna, lo stanno studiando un poโ tutti, da tanto tempo. Di sicuro รจ indimenticato se a distanza di settecento anni รจ ricordato per le sue opere e particolarmente per la Divina Commedia (qui un video riassuntivo dellโopera: Dante Alighieri e la Divina Commedia – Bing video), suddivisa in tre cantiche Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ognuna composta di 33 canti (piรน uno introduttivo), gioia e delizia degli studenti di tante generazioni costretti, prima, a mandare a memoria le terzine incatenate di endecassillabi ma che, in etร adulta, sfoggiano gli stessi recuperandone il senso e inchinandosi allโAutore che li formulรฒ, grandemente isprato.
Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello
sarร la cortesia del gran Lombardo
che ‘n su la scala porta il santo uccello;
ch’in te avrร sรญ benigno riguardo
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che, tra li altri, รจ piรน tardo.
Paradiso – XVII, v. 70
Sono le parole di Cacciaguida, antenato di Dante, che gli profetizza l’esilio e l’ospitalitร che troverร a Verona. Il poeta lo incontra in Paradiso, nel Cielo di Marte o degli Spiriti combattenti per la fede. Il gran Lombardo รจ Bartolomeo. La scala รจ lo stemma degli scaligeri che ancora oggi si vede sui monumenti della cittร , affiancato alle ali d’aquila simbolo del vicariato imperiale degli Scaligeri.
Il pellegrino Dante soggiornรฒ a Verona, cittร liberale e ghibellina, agli inizi del ‘300 sotto Bartolomeo della Scala e di nuovo tra il 1312 e il 1318 durante la signoria di Cangrande.
Molti studiosi che un passo della Divina Commedia sia la prova che quella di Romeo e Giulietta non รจ solo una leggenda. Altri pensano invece che sia stato proprio Dante a ispirare la storia.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura
color giร tristi, e questi con sospetti
Purgatorio – VI, v. 106-108
Si parla del sanguinoso scontro tra Guelfi e Ghibellini in cui Dante stesso rimase coinvolto. Quale potrร mai esser la causa della tristezza che Dante attribuisce alle famiglie rivali Montecchi e Cappelletti?
A Verona Dante vide anche il famoso palio che per secoli si corse nella cittร scaligera. L’immagine della moltitudine di uomini che, per aggiudicarsi un prezioso drappo di lana verde, correvano a perdifiato sullo sterrato dell’antica via Postumia dovette impressionare il poeta, che la usรฒ per descrivere il supplizio del girone in cui incontra Brunetto Latini.
Poi si rivolse, e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna…
Inferno – XV, v. 121-122
Su un muro vicino a Porta Borsari, l’ingresso della cittร romana sul tracciato del palio, un’iscrizione ricorda i celebri versi.
Lโiter del palio veronese detto appunto il โdrappo verdeโ risulta incerto: secondo alcuni partiva da fuori cittร nella campagna a sud di Verona (presso la localitร della tomba), passava attraverso la chiesa di Santa Trinitร e di San Francesco per terminare allโaltezza della basilica di San Fermo; secondo altri correva tutto o in parte fuori dalla cittร , dove senzโaltro terminava. Si รจ anche proposto che con โla campagnaโ Dante indicasse unโampia fascia comunale cosรฌ denominata perchรฉ fuori dalla cittร . Una delle ultime opere di Dante, la โQuestio de aqua et terraโ, รจ datata da Verona, nella chiesa di SantโElena, il 20 gennaio del 1320. Secondo alcuni biografi il Poeta rimase a Verona sino alla data della Questio, per spostarsi subito dopo a Ravenna. Per altri invece trasferitosi a Ravenna nel 1318 o nel 1319, sarebbe temporaneamente rientrato a Verona nel 1320 per qualche incarico presso lo Scaligero.
Piรนโ abbondanti sono testimonianze e documenti che riguardano la famiglia del poeta, a cominciare da quelli che vedono a lungo presenti a Verona il figlio Pietro (1332-1362) in qualitร di giudice, i nipoti e i pronipoti. I discendenti dellโAlighieri risiedono attualmente a Gargagnago di Valpolicella, presso Villa Serego Alighieri, la dimora che fu edificata sui terreni acquistati nel 1353 da Pietro Alighieri.
Dante Alighieri e la sua Commedia del 1300 chiamata, poi divina (forse per snaturalizzare la sua realtร quotidianamente umana) sono attuali per il loro sano anticlericalismo: per il loro riconoscere lโinizio della scristianizzazione, la sua causa e i suoi colpevoli.
A Dante non interessava scrivere sul mondo ultraterreno, sullโinferno, purgatorio e Paradiso. Giร si erano scritti e raccontati viaggi nellโaldilร , lui sarebbe stato solo un ripetitore. Non gli interessava spaventare lโumanitร con lโinferno o consolarli col Paradiso. Voleva solo essere un cronista del mistero e dellโazione della grazia cristiana nella storia:
O somma luce, che tanto ti levi
daโ concetti mortali, a la mia mente
ripesta un poco di quel che parevi,
e fa la lingua mia tanto possente,
chโuna favilla sol de la tua gloria
possa lasciare a la futura gente;
cheโ, per tornare alquanto a mia memoria
e per sonare un poco in questi versi,
piรน si conceperaโ di tua vittoria
(Paradiso, XXXIII)
Dante si inserisce pienamente nella storia a lui contemporรกnea. Lo scrittore fa riferimento alla nascita delle universitร , ai professori che nelle accademie insegnavano la felicitร e le veritร cristiane, quelle eterne, quelle che non si manifestano mai nella storia quotidiana. Erano nati, in quel tempo, gli intellettuali della felicitร cristiana, gli intellettuali della cultura cristiana vera, perfetta e senza errori.
Trionfava la cultura cristiana, quella delle veritร cristiane eterne, vere e morali, senza macchia di immortalitร , garantita dal diritto canonico. Ora valeva solo la Felรญcita giuridica cristiana, come quella che si insegnava a Bologna, nella prima delle universitร formalmente cristiane.
Tutti si affannavano per sapere le veritร cristiane, turbamento che aveva contagiato persino i peccatori cristiani, quelli carnali, coloro che rubavano, che compravano e vendevano, i peccatori cristiani ai quali piaceva la lussuria ed oziare.
I clerici clericali pensavano che lโazione della grazia dipendesse dal funzionamento perfettamente culturale e giuridico della Chiesa e dei cristiani della cristianitร . I cardinali e i papi-Dio studiavano e si dedicavano solamente ai decretali, al codice di diritto canonico, al codice del funzionamento formalmente cristiano della chiesa. Come se questo fosse sufficiente a fare il cuore dei poveri analfabeti cristiani.
Queste e tante riflessioni sono state mosse la notte tra il 13 e 14 settembre dallโIDR, insegnanti di religione in uscita, in collaborazione con la UIL, Unione Italiani di Lima, che hanno organizzato una veglia, preparando un viatico teso ad accompagnare Dante Alighieri, come settecento anni fa nel suo viaggio verso il Padre.
Il Direttore e fondatore dellโIDR, Prof. Tiziano Izzo ha aperto la serata ricordando che lโรจsule fiorentino morรฌ nella notte tra il 13 e 14 settembre del 1321 a causa di complicazioni legate alla malaria, ha evidenziato lโimportanza del viatico oggi come nelle prime comunitร cristiane; introdotto il gruppo musicale โCibeleโ che ha suonato una serenata, introducendo la disquisizione del Prof. Alessio Lodes, accompagnato nella lettura dei passi danteschi, dalla sedicenne discente dellโistituto Dante Alighieri, di Lima, Alessandra Palomino.
La veglia si รจโ svolta sul canale google meet, oltre a vedere la partecipazione di tanti membri dellโIDR da tutte le parti dโItalia, รจ stata seguita dai discenti Giuliana e Gianluca DโAndrea studenti presso un liceo canadese, lโallievo Rodrigo Mene rappresentante dellโIstituto Antonio Raimondi di Lima, Ruggero Ravazzolo e il suo gruppo โBrasile ed Italia con passioneโ il Direttivo Unione Italiani di Lima: vicepresidente UIL Avv. Aldo Cavassa Polack, Fabiola Franco ed Hector Zapatero, vari e molteplici membri dellโUnione Italiana di Lima.
La veglia รจ iniziata alle ore 22.30 in Italia, 15.30 a Lima ed รจ durata circa due ore, concludendosi con la lettura della preghiera alla Vergine, presente nellโultimo canto del Paradiso della Commedia, compiuta dalla docente di religione Prof.ssa Nicoletta Degli Innocenti:
Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta piรน che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.
Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sรฌ, che il suo Fattore
Non disdegnรฒ di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Cosรฌ รจ germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridรฏana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disรฏanza vuol volar senz’ali.
La tua benignitร non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura รจ di bontate!
I Prof.ri Izzo e Lodes hanno evidenziato con molto entusiasmo lโottima riuscita della serata poichรฉ la partecipazione in massa allโevento dimostra che Dante non รจ morto la notte tra il 13 e 14 settembre 1221, bensรฌ vivo e vivissimo in mezzo a noi e che col suo poema abbia strutturato una lingua che รจ ancora la mostra, nella complessitร del racconto e dei personaggi, nel mondo possibile creato. Dante ci trasmette non solo il messaggio di un cristiano con delle certezze in un mondo senza certezze, di un uomo di fede in unโepoca senza fede; bensรฌ un dettato che riusciamo ad ascoltare anche senza fede, anche senza certezze, perchรฉ la credenza nellโesistenza di Dio, dellโanima e del libero arbitrio corrisponde a delle funzioni basilari emerse ad un certo punto dellโevoluzione umana e non ancora scomparse.