L’Agenzia spaziale europea (ESA) chiederà agli Stati membri a novembre di contribuire con circa 1 miliardo di euro allo sviluppo di una rete di satelliti da ricognizione di livello militare, ha dichiarato il direttore generale dell’agenzia, Josef Aschbacher, in un’intervista a Euractic.
Il programma di finanziamento prevede che l’ESA lavori su un’iniziativa dell’UE per supportare le forze armate e i governi nel contrastare le minacce e rispondere ai disastri naturali, fornendo immagini ottiche ad altissima risoluzione sulla Terra a intervalli inferiori a 30 minuti.
Aschbacher ha sottolineato che “questo è di grande importanza strategica perché è dedicato a un nuovo gruppo di utenti: gli utenti della sicurezza e della difesa”, durante la conferenza annuale dell’Istituto europeo di politica spaziale a Vienna.
Altri programmi spaziali dell’UE, come Galileo e Copernicus, sono principalmente orientati a scopi civili, con Galileo che funge da sostituto del GPS per la geonavigazione e Copernicus utilizzato per monitorare gli effetti del cambiamento climatico.
La forza di ricognizione sarà parte di una richiesta di bilancio totale di 22 miliardi di euro da parte dell’ESA per i prossimi tre anni. I dettagli saranno definiti in un vertice di raccolta fondi a Brema il mese prossimo, dove verranno richiesti capitali per vari programmi.
Tradizionalmente considerato un argomento “proibito” per l’ESA, che è stata fondata negli anni ’70 per perseguire progetti pacifici, Aschbacher ha affermato che i 22 stati membri dell’agenzia concordano sull’inclusione di progetti di difesa per rafforzare la sicurezza.
“Ne abbiamo discusso approfonditamente l’anno scorso, quindi non c’è bisogno di modificare il trattato. La frase ‘scopi pacifici’ è in realtà interpretata in senso difensivo”, ha dichiarato Aschbacher. “La prova più grande che la capitale ha accettato l’interpretazione è stata che mi hanno chiesto di preparare un programma”.
La Commissione Europea definisce questo nuovo sistema satellitare militare Servizio governativo di osservazione della Terra (EOGS), mentre l’ESA lo chiama Resilienza europea dallo spazio.
Separatamente, l’UE sta attualmente valutando come allocare la spesa spaziale nel suo bilancio settennale dal 2028 al 2034.

