L’edizione di oggi è realizzata da PA Summit. Bruxelles ospiterà la prima fiera sulle pubbliche relazioni, un evento che si svolgerà il 5 e 6 novembre. L’incontro mira a favorire il networking e la crescita delle attività tra i professionisti europei del settore, affrontando temi come la difesa, la legislazione sull’industria pulita, il QFP, le sostanze chimiche critiche e la trasparenza.
La notte del 23 febbraio 2022, mentre le truppe e i carri armati russi si riversavano oltre il confine, Volodymyr Zelenskyj tenne il suo famoso discorso video al popolo russo, affermando che “la guerra è una grande disgrazia” e che tale disgrazia ha un prezzo elevato. Il presidente ucraino ha sottolineato che, oltre alla morte e alla miseria, le guerre comportano anche gravi costi economici.
Secondo una valutazione congiunta delle Nazioni Unite, della Commissione Europea, della Banca Mondiale e del governo di Kiev, la ricostruzione dell’Ucraina costerà 506 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Questa cifra rappresenta quasi tre volte il PIL annuo dell’Ucraina e quasi quattro volte la dimensione del Piano Marshall. Tuttavia, si tratta probabilmente di una sottostima, poiché non include i danni causati dalla guerra dopo il 31 dicembre 2024.
Inoltre, il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, attualmente in una fragile tregua, offre segnali preoccupanti sui costi di ricostruzione. Le Nazioni Unite stimano che la ricostruzione delle enclavi palestinesi distrutte costerebbe circa 70 miliardi di dollari. Tuttavia, esperti come Mamoun Besaiso avvertono che è improbabile che Gaza riceva i fondi necessari per una ricostruzione adeguata.
Ci si chiede se l’Ucraina possa ricevere i finanziamenti necessari per riprendersi. Le ragioni per essere fiduciosi includono il fatto che il settore privato potrebbe contribuire in modo significativo alla ricostruzione, con stime che indicano che le aziende private potrebbero finanziare fino a un terzo dei costi. Inoltre, l’UE prevede di utilizzare asset sovrani russi congelati per finanziare prestiti di riparazione all’Ucraina, potenzialmente fino a 185 miliardi di euro.
Tuttavia, ci sono incertezze. Anche se il prestito venisse erogato, non è garantito che venga utilizzato esclusivamente per la ricostruzione. Inoltre, i fondi necessari per la ricostruzione si aggiungeranno ai costi per mantenere la sicurezza e lo sforzo bellico di Kiev, stimati in 52 miliardi di euro all’anno.
In sintesi, la ricostruzione dell’Ucraina potrebbe richiedere quasi 5mila miliardi di euro, con gran parte del carico finanziario che ricadrà sui contribuenti dell’UE. Questo metterà a dura prova il bilancio dell’Unione, già impegnata a colmare un gap di investimenti di 1.000 miliardi di euro.
Il primo ministro slovacco Roberto Fico ha dichiarato di “non essere interessato” a ulteriori sanzioni contro la Russia, affermando che l’UE sta nascondendo le proprie difficoltà parlando costantemente dell’Ucraina. I leader dell’UE discuteranno un pacchetto di sanzioni al vertice di Bruxelles la prossima settimana.
Il FMI ha alzato le previsioni di crescita per l’Eurozona, stimando un incremento dell’1,2% per quest’anno, grazie anche alla spesa in infrastrutture e difesa della Germania. Tuttavia, il fondo ha avvertito che le prospettive per l’area euro rimangono altamente imprevedibili.
La Danimarca ha chiesto una risposta “rigorosa” alle normative cinesi sulle terre rare, sottolineando la necessità di un’azione decisa da parte dell’UE. Il commissario europeo al Commercio ha condannato le misure cinesi, definendole una “grave preoccupazione” per l’industria europea.

