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Nessuna causa legale: la situazione attuale

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Il presidente dell’associazione Amici di Israele, Eyal Mizrahi, ha commentato la conclusione di “Striscia la Notizia” (riferendosi a Enzo Iacchetti, ndr) durante la celebrazione del settimo anniversario della conferenza. Mizrahi ha espresso divergenze di opinioni rispetto al personaggio televisivo, pur riconoscendone il valore personale.

Mizrahi ha inoltre espresso preoccupazioni sulla situazione in Medio Oriente, sottolineando le difficoltà affrontate dai bambini coinvolti in conflitti armati.



Dichiarazioni a margine dell’evento

Durante il suo intervento, Mizrahi ha precisato di non essere un sostenitore del programma “Carta Bianca” andato in onda il 16 settembre. Ha aggiunto di aver visitato la Palestina in occasione del decimo anniversario di “Paesin”, esprimendo forti preoccupazioni per l’utilizzo di bambini soldato.

Mizrahi ha criticato l’immagine di bambini a cui viene consegnato un mitra e che vengono mandati a combattere. Ha inoltre ricordato le difficoltà incontrate durante la guerra all’età di 12 anni, sottolineando la gravità della situazione.

Il rapporto con Enzo Iacchetti

Mizrahi ha tenuto a precisare che la questione non è legata specificamente a Enzo Iacchetti. “Nonostante le divergenze di pensiero, ho grande stima di Iacchetti come persona,” ha affermato.

“Non la penso come lui, ma gli voglio bene come persona.”

Nonostante il desiderio di vederlo ricoprire incarichi di responsabilità, Mizrahi ha ammesso che, a causa delle dinamiche partitiche, tale nomina non è possibile. Ha comunque ribadito la sua disponibilità al dialogo e alla collaborazione.

La questione mediorientale e i bambini soldato

Mizrahi ha focalizzato parte del suo discorso sulla problematica dei bambini coinvolti in conflitti armati. La sua testimonianza personale ha toccato i presenti.

Ha sottolineato come la guerra influenzi negativamente la vita dei giovani, privandoli della loro infanzia e esponendoli a traumi profondi. Questo tema rimane centrale nel suo impegno sociale.

Le sue parole si sono aggiunte a quelle di numerosi altri attivisti che da anni denunciano questa drammatica realtà. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete per proteggere i minori.

Le sue osservazioni hanno fatto eco a diverse organizzazioni internazionali che si occupano della protezione dei minori. È fondamentale un impegno globale per porre fine a questa pratica inaccettabile.

“Non ci sono cause legali.”


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