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Novara: Sentenza shock sul “non pianto” Covid

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Una sentenza storica del tribunale di Novara riconosce il diritto di dire addio ai propri cari, anche in contesti di restrizioni sanitarie. La decisione riguarda un caso avvenuto durante la pandemia, in cui a una donna è stato impedito di salutare il marito morente in una RSA. La struttura è stata condannata a risarcire il danno.

Il caso specifico: Novara, Gennaio 2021

Nel gennaio 2021, alla signora Rosa Anna Z. è stato negato l’accesso alla RSA di Novara per salutare il marito Pietro, in fase terminale. Nonostante i precedenti permessi concessi, la richiesta finale è stata respinta dalla direzione della struttura. Questa decisione ha impedito alla donna di assistere il marito nei suoi ultimi istanti, causando un profondo dolore.

La signora Z. era stata informata del peggioramento delle condizioni del marito, ma la sua richiesta di accesso via email è rimasta senza risposta. Quando è finalmente giunta alla struttura, il marito era già deceduto. La Corte di Novara ha stabilito che tale diniego costituisce un danno risarcibile.



La motivazione della sentenza sottolinea la responsabilità derivante dal negare un momento cruciale per l’elaborazione del lutto. La corte ha riconosciuto che tale privazione ha causato alla signora Z. un dolore aggiuntivo alla perdita del coniuge, con il quale aveva condiviso 50 anni di vita.

Il principio del “diritto di dire addio”

Il giudice Giuseppe Siciliano ha spiegato che il ruolo del magistrato non è applicare rigidamente le regole, ma valutare come la discrezionalità viene esercitata in situazioni particolari. Nel caso specifico, il giudice ha ritenuto che la direzione della RSA abbia ecceduto nel suo potere discrezionale.

La sentenza stabilisce un importante precedente, equiparando il danno da “addio negato” ad altre forme di danno risarcibile. Questo principio rafforza la tutela dei legami affettivi e del diritto di assistere i propri cari nei momenti finali della vita.

“Se sono risarciti i danni da vacanza rovinata, non vi è motivo di non risarcire il danno sofferto per non aver potuto assistere il coniuge al momento della morte.”

La corte ha sottolineato che l’eccesso di prudenza, dettato dalle normative sanitarie del periodo, non giustifica la completa negazione di un diritto fondamentale come quello di salutare un familiare morente. La sentenza mette in discussione i limiti della discrezionalità amministrativa in situazioni di emergenza.

Implicazioni e sviluppi futuri

La sentenza di Novara apre un dibattito importante sul bilanciamento tra la tutela della salute pubblica e il rispetto dei diritti individuali, soprattutto in contesti di crisi sanitaria. Si prevede che questa decisione possa influenzare future sentenze in casi analoghi, definendo meglio i limiti e le responsabilità delle strutture sanitarie.

  • Maggiore attenzione alla gestione delle visite in situazioni di emergenza.
  • Definizione più chiara dei criteri per l’esercizio della discrezionalità da parte delle RSA.
  • Rafforzamento della tutela dei diritti dei pazienti e dei loro familiari.

La sentenza rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento del valore del diritto di dire addio e della necessità di bilanciare le esigenze sanitarie con il rispetto della dignità umana.

Sentenza storica della Corte di Novara sul rifiuto di piangere durante la pandemica


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