Dopo aver conquistato Hollywood con la sua interpretazione in “Oppenheimer,” Cillian Murphy sembra ora prediligere ruoli in produzioni più intime. Il nuovo film “Steve,” disponibile su Netflix, lo vede affrontare le sfide di un preside in una scuola difficile. L’attore irlandese dimostra ancora una volta la sua versatilità.
Un’immersione nel caos scolastico
La Stanton Wood School è teatro di un quotidiano fatto di caos, violenza e disordine. Questo è il contesto in cui si muove Steve (Cillian Murphy), il preside che cerca di tenere insieme i pezzi. La situazione è resa ancora più complessa dall’arrivo di una troupe televisiva, pronta a documentare la vita nella scuola. Tensioni e problemi irrisolti emergono prepotentemente. L’istituto rischia la chiusura.
Steve cerca di proteggere i suoi studenti, in particolare Shay, un ragazzo problematico con cui sente un legame speciale. La pressione è palpabile, e Steve stesso mostra i segni della stanchezza e dello stress. Affronta le difficoltà con metodi non convenzionali, cercando di dare un senso al suo lavoro estenuante.
L’attrazione per i ruoli complessi
Per Cillian Murphy, “Steve” rappresenta un progetto molto personale, nato dalla sua società di produzione e supportato da Netflix. L’attore ha espresso in diverse interviste il suo forte interesse per personaggi complessi e **psicologicamente profondi**. Il ruolo di Steve, con le sue fragilità e i suoi tentativi di redenzione, sembra rispondere a questa sua ricerca.
Sorprende la scelta di Murphy di non capitalizzare immediatamente il successo di “Oppenheimer” con offerte hollywoodiane più commerciali. Il suo interesse sembra rivolto a ruoli letterari che gli permettano di esplorare temi oscuri e angoli nascosti dell’animo umano.
- “Small Things” è un altro esempio di questa predilezione.
- Murphy interpreta un uomo alle prese con orribili scoperte del suo passato.
Riflessioni sulla carriera di Murphy
Il film del 1996 assume un significato particolare nel percorso professionale di Murphy. Quest’anno ha segnato una svolta decisiva nella sua carriera. Dopo aver abbandonato gli studi legali, è stato scelto per “The Disco Pig”, un thriller teatrale incentrato su una giovane coppia di Cork. Nel 2001 ha ripreso il ruolo dell’adolescente lunatico nell’adattamento cinematografico. Parallelismi con i giovani di Stantonwood sono evidenti.
SHY, Riley, Benny e Jamie affrontano un futuro incerto, con poche prospettive. Nonostante le difficoltà, questi giovani dimostrano arguzia e resilienza, lasciando un’impronta indelebile. L’empatia è il filo conduttore che lega i vari personaggi interpretati dall’attore irlandese.
“Steve di Murphy vive per il suo lavoro nonostante lo stress del confine che il lavoro del corpo e della mente può significare”
Nel frattempo, Young Embrassment combatte il suo conflitto interiore impotente, cercando di segnalare il mondo esterno attraverso intenzioni suicide. Il modello di libri di Max Porter si è concentrato sui sognatori dei genitori. Per una sceneggiatura diretta dal belga Tim Meerlands, l’autore britannico ora parla delle sue revisioni dal punto di vista di Steve.

