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Ostaggi Liberi: Hamas apre al dialogo (senza Blair)

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Si intensificano le speranze per un accordo di tregua a Gaza con la possibile liberazione degli ostaggi israeliani all’inizio della prossima settimana. I negoziati, ospitati in Egitto, vedono progressi significativi, sebbene permangano ancora delle incertezze.



Fonti vicine ai negoziati indicano che la firma dell’accordo potrebbe avvenire entro il fine settimana, a condizione che non emergano ostacoli imprevisti. L’ufficio del Primo Ministro israeliano ha espresso un cauto ottimismo, avvertendo però che Hamas potrebbe ancora porre delle difficoltà.

Parallelamente, un alto funzionario di Hamas ha sottolineato la necessità di garanzie da parte degli Stati Uniti e degli altri paesi garanti affinché Israele rispetti i termini dell’accordo. La giornata è stata caratterizzata da un’alternanza di segnali positivi e avvertimenti, evidenziando la complessità della situazione.

Le Brigate Al Quds, gruppo alleato di Hamas, avevano inizialmente condizionato il rilascio degli ostaggi al completo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Nonostante queste precondizioni, emergono segnali di un possibile esito positivo dei negoziati, basati sul piano di pace proposto dagli Stati Uniti.

Le Condizioni di Hamas

Hamas ha esplicitato le sue richieste per un cessate il fuoco duraturo e per la ricostruzione della Striscia di Gaza. Le condizioni poste dall’organizzazione, come riportato da Al Jazeera, includono:

  • Un cessate il fuoco permanente e completo.
  • Il ritiro totale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.
  • Accesso illimitato agli aiuti umanitari.
  • Ricostruzione sotto la supervisione palestinese.
  • Uno scambio equo di prigionieri e ostaggi.

Inoltre, Hamas ha espresso la sua posizione sul disarmo, precisando di essere disposta a consegnare le armi solo a un governo palestinese che controlli la Striscia di Gaza. Sul fronte degli aiuti umanitari, l’organizzazione richiede l’ingresso di almeno 400 camion al giorno.

Il Ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto dai mediatori nel facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. “Siamo in una fase decisiva e dobbiamo sfruttare questa congiuntura per fare pressione affinché la guerra finisca”, ha dichiarato Abdelatty.

Coinvolgimento Internazionale

La presenza di figure chiave come Steve Witkoff e Jared Kushner, inviati della Casa Bianca, ai negoziati in Egitto, sottolinea l’impegno degli Stati Uniti nel raggiungere un accordo. Anche Ron Dermer, stretto collaboratore del Primo Ministro Netanyahu, partecipa ai colloqui come capo negoziatore del team israeliano.

Il Presidente Trump ha espresso la sua determinazione a riportare a casa tutti gli ostaggi e a combattere l’antisemitismo, inviando un messaggio di solidarietà alle famiglie delle vittime degli attacchi del 7 ottobre.

Anche il Qatar svolge un ruolo cruciale come mediatore. Il portavoce del Ministero degli Esteri qatariota ha sottolineato come tutte le parti stiano lavorando per raggiungere un accordo, nonostante le discussioni intense e i dettagli ancora da definire.

Le previsioni più ottimistiche suggeriscono che la prima fase dei negoziati potrebbe concludersi entro la fine della settimana, sebbene la prudenza rimanga alta. Funzionari israeliani hanno espresso un cauto ottimismo al termine dei colloqui, riconoscendo la complessità della situazione.

Speranze di Pace

Nonostante le difficoltà, persistono le speranze di una svolta. Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito il sostegno dell’Italia al piano USA e all’importanza di non abbandonare mai la speranza di pace. Roma si propone come crocevia di pace e sviluppo, con l’obiettivo di presentare alle Nazioni Unite una proposta di tregua olimpica in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina, da estendere a tutti i conflitti, inclusi Ucraina e Medio Oriente.

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«gli ostaggi presto a casa». E Hamas apre al Disarmo (Ma non a Blair)


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