TORINO – Si conclude, dopo oltre quindici mesi di indagini, il procedimento giudiziario a carico di Luca Vincenzo Milione, accusato dell’omicidio di Mara Favro, la cameriera scomparsa l’8 marzo 2024 da Chiomonte, in Val di Susa. La Procura di Torino ha disposto l’archiviazione del procedimento, escludendo il suo coinvolgimento nella morte della donna.
Milione, difeso dall’avvocato Tommaso Luca Calabró, ha sempre dichiarato la propria innocenza. “La mia vita è cambiata totalmente da quando è iniziata questa storia – ha dichiarato – oggi sono felice, sono davvero felice. Ma vorrei solo un abbraccio di una persona cara”.
Per Milione, titolare di un locale della zona, l’iscrizione nel registro degli indagati era giunta inaspettata. Da quel momento, afferma, ha vissuto un periodo molto difficile: la famiglia che si è allontanata, il lavoro in crisi, e una reputazione compromessa da un’accusa che la magistratura ha ora ritenuto infondata.
L’archiviazione è stata disposta dopo mesi di accertamenti, analisi e verifiche da parte degli inquirenti, che non hanno trovato elementi sufficienti per sostenere l’accusa.
Mara Favro, cameriera 33enne, era scomparsa l’8 marzo 2024 dopo essere uscita dal suo luogo di lavoro a Chiomonte. Il suo corpo era stato ritrovato settimane dopo, in circostanze mai completamente chiarite. L’indagine aveva subito diversi sviluppi e ipotesi, fino a concentrare l’attenzione su Milione, che aveva collaborato sin dall’inizio con gli investigatori.
Con il decreto di archiviazione, si chiude un capitolo ma non il mistero: la morte di Mara Favro resta un caso aperto, in attesa di nuovi riscontri o piste alternative.
“Ho perso molto in questi mesi – ha raccontato Milione – la fiducia delle persone, il mio lavoro, la serenità. Ma voglio ricominciare, con la consapevolezza che la verità, alla fine, è emersa”.
Per Milione, la conclusione di questa vicenda segna l’inizio di una lenta ricostruzione personale. Un percorso che parte, come dice lo stesso Milione, “dal bisogno di un semplice abbraccio”.

