Re Carlo III ha inaugurato la Lettera Aperta, un memoriale dedicato al personale militare LGBT, presso il National Memorial Arboretum nello Staffordshire centrale. L’evento si è svolto dopo decenni in cui la comunità LGBT è rimasta nell’ombra.
Si tratta della prima apparizione pubblica del re che mette in risalto la comunità LGBTQ. La Gran Bretagna ha iniziato a depenalizzare l’omosessualità maschile nel 1967, ma il divieto del servizio militare per uomini gay, lesbiche, bisessuali e transgender è rimasto in vigore fino al 2000.
Un rapporto commissionato dal governo nel 2023 ha rilevato che le persone scoperte o sospettate di avere relazioni omosessuali spesso diventavano vittime di molestie, abusi e licenziamenti. Alcuni hanno perso il lavoro, subito umiliazioni pubbliche e talvolta sono stati privati dei benefici pensionistici.
Il generale di brigata Claire Phillips ha dichiarato all’inaugurazione: “Per centinaia di veterani LGBT, le loro esperienze sono state devastanti. Le loro vite e carriere sono state distrutte”. Ha aggiunto: “L’inaugurazione odierna di questo incredibile monumento ci ricorda che stiamo sulle spalle di giganti che hanno combattuto contro la discriminazione e la persecuzione e che ora possiamo servire apertamente e con orgoglio”.
La statua raffigura una lettera complessa composta da una serie di estratti di testimonianze di funzionari colpiti dal divieto. L’idea di creare un monumento era una delle 49 raccomandazioni contenute nella Etherton Review del 2023. Il rapporto, commissionato dall’allora governo conservatore britannico, ha rivelato il trattamento “terribile” dei veterani LGBTQ che hanno prestato servizio dal 1967 al 2000.
Il giorno in cui è stato pubblicato il rapporto, l’ex cancelliere Rishi Sunak si è scusato, definendo il trattamento del personale LGBTQ uno “spaventoso fallimento” dello stato britannico. Gli ex militari e il personale che hanno subito abusi o sono stati licenziati a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere durante il divieto hanno ora diritto a un risarcimento fino a 70.000 sterline (93.000 dollari) “per riconoscere i torti storici subiti all’interno dell’esercito”.

