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Travaglio al Salone del Libro

Ospite di una conferenza del Salone, Marco Travaglio ricorda lo scandalo Tangentopoli

Marco Travaglio, Peter Gomez e Gianni Barbacetto: questi i nomi dei tre giornalisti che nella sera di domenica 22 maggio si sono riuniti di fronte al pubblico del Salone del Libro. Tangentopoli era al centro della discussione.

A trent’anni di distanza dallo scandalo che concluse l’esperienza della Prima Repubblica, i tre autori si rivolgono ad un’audience che non c’era, ad una società che ha dimenticato e ad una classe politica che continua a mentire. Forti di parole d’accusa ed ironia tagliente, Travaglio ei suoi colleghi non si risparmiano nella loro azione di denuncia.

Aprono la conferenza Gomez e Barbacetto, illustrando le loro perplessità sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo loro è elevato il rischio di una nuova Tangentopoli. Il PNRR smuoverà grossi capitali, si tratta infatti di un’importante operazione di finanziamento pubblico volta alla ripresa dell’economia italiana. Questo, tuttavia, suscita la preoccupazione del gruppo di Travaglio: Fondi elevati potrebbero fare gola a qualcuno che potrebbe indebitamente appropriarsene.

Prende dunque la parola il direttore del Fatto Quotidiano, timoroso dell’instaurarsi di una vera e propria cleptocrazia. Secondo Travaglio il pericolo è dietro l’angolo: ormai la gente avrebbe dimenticato tangentopoli. Dai magistrati ai giornalisti, sono troppe secondo il suo parere le figure che avrebbero iniziato a ritrattare. Individui che spesso hanno giocato un ruolo importante durante l’inchiesta Mani Pulite si danno ora al negazionismo e questo, per il giornalista, è già in sé uno scandalo.

Travaglio parla di cleptocrazia riferendosi in primis ad esponenti del vecchio sistema dei partiti che, nonostante le condanne subite, tornano a ricoprire cariche pubbliche, ma intendendo accusare anche l’odierna macchina della propaganda. Secondo lui saremmo tutti per lo più vittime di disinformazione. La retorica è l’arma principale di un politico. L’opinione del giornalista è, infatti, che mediante i media la verità venga pressappoco capovolta.

Il buono diventa cattivo, il corrotto finanzia la politica ed è quindi legittimato, chi è corretto invece è solo un mero giustizialista. Questo è ciò che Marco Travaglio individua nel panorama mediale odierno, ciò che lo spaventa. Sarà poi nel silenzio assordante generato da questo monito che la conferenza si concluderà, con i tre autori che si avvieranno all’evento firmacopie di “Mani Pulite (Chiarelettere)”, testo di cui sono co-autori.

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2022-06-03

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