Mons. Gabriele Caccia, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha sottolineato che lo spazio è un “bene comune” che deve essere tutelato a beneficio delle generazioni future. Durante il suo intervento all’80a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 27 ottobre, ha evidenziato che l’accumulo di armi nello spazio rappresenta una minaccia “reale e seria” alla pace e alla sicurezza internazionale.
L’arcivescovo ha richiamato le parole di Papa Leone XIV, pronunciate durante una videochiamata con l’astronauta Buzz Aldrin il 20 luglio, in occasione del 56esimo anniversario dello sbarco sulla Luna dell’Apollo 11. Il papa aveva descritto la vastità dell’universo come un richiamo non solo al “mistero della creazione”, ma anche alla sua “fragilità”.
Nel suo discorso, mons. Caccia ha affermato che lo spazio offre “opportunità senza precedenti” in termini di cooperazione e scoperta scientifica, ma ha anche messo in guardia dalle tendenze preoccupanti che minacciano tali opportunità. Ha sottolineato che la comunità internazionale deve ancora raggiungere un accordo sulla messa al bando di tutti i tipi di armi nello spazio, nonostante la questione sia stata affrontata alla conferenza annuale delle Nazioni Unite sul disarmo dal 1985. L’accumulo di detriti nei sistemi anti-satellite e nell’orbita terrestre bassa mina la pace e la sicurezza internazionale, nonché la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali.
La Santa Sede ha ribadito che lo spazio deve essere utilizzato solo per scopi pacifici “a beneficio di tutta l’umanità”. Mons. Caccia ha evidenziato che questa visione è già sancita nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che riconosce queste aree come un “bene comune” da tutelare per le generazioni future, proteggendole dagli interessi esclusivi di Stati ed enti privati. Ha avvertito che ciò non deve portare a una “ripetizione dei conflitti del passato” o a trasformare lo spazio in “un teatro di competizione che mette a rischio tutti”.
Le nazioni, ha affermato, condividono la responsabilità di lavorare insieme per “abbracciare il multilateralismo” e “promuovere il bene comune nelle nostre attività nello spazio”.
L’arcivescovo ha concluso il suo discorso esprimendo la speranza che lo spazio venga utilizzato per “rafforzare l’unità” piuttosto che per “estendere nello spazio i conflitti sulla terra”. Ha affermato che l’obiettivo è “garantire che lo spazio rimanga un’area di speranza, progresso e responsabilità condivisa per le generazioni a venire”.
Santa Sede: Le armi spaziali rappresentano una minaccia “reale e grave”.
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