L’Unione Europea è impegnata in un processo di semplificazione normativa per rilanciare la competitività, dopo anni di regolamentazione intensa. Tuttavia, la linea di demarcazione tra semplificazione e deregolamentazione è sottile e solleva interrogativi cruciali sull’effettivo impatto di queste misure.
Semplificazione o Deregolamentazione: Una Linea Sottile
Il dibattito si concentra su un pacchetto di misure che, secondo la Commissione Europea, mirano a ridurre gli oneri burocratici senza compromettere gli obiettivi politici fondamentali. La Presidente Ursula von der Leyen ha esplicitamente parlato di “semplificazione e deregolamentazione” come obiettivi del pacchetto, aprendo a potenziali interpretazioni ambigue. Il rischio è che la semplificazione si trasformi in una forma mascherata di deregolamentazione, diluendo gli standard e le ambizioni.
La semplificazione dovrebbe rendere le regole più praticabili, diminuire i costi per le PMI e accelerare gli investimenti. Al contrario, una deregolamentazione inappropriata potrebbe indebolire la capacità dell’Europa di raggiungere obiettivi chiave come la stabilità finanziaria, la protezione dei consumatori e la lotta ai cambiamenti climatici. La sfida principale risiede nel distinguere tra interventi che snelliscono realmente le procedure e quelli che, invece, ne riducono la portata.
La Commissione Europea ha promesso una riduzione tra il 25% e il 35% degli oneri per le piccole e medie imprese attraverso l’eliminazione di duplicazioni, l’armonizzazione delle definizioni e l’adeguamento dei calendari di segnalazione in diversi regolamenti europei.
I Rischi di una Deregolamentazione Mascherata
Tuttavia, alcune proposte rischiano di andare oltre la mera semplificazione, come il rinvio di scadenze, la restrizione della portata delle norme e la riduzione degli obblighi.
Se gli obiettivi prefissati non vengono raggiunti nei tempi o nelle modalità previste, si sconfina nella deregolamentazione.
Un esempio emblematico è rappresentato dal recente collasso della Net Zero Banking Alliance (NZBA), una coalizione volontaria di banche che si è rivelata fragile di fronte alle pressioni politiche e legali.
- Il rinvio delle scadenze.
- La restrizione della portata delle norme.
- La riduzione degli obblighi.
La chiave sta nel distinguere tra interventi che mirano a rendere più efficienti le regole esistenti e quelli che, invece, ne riducono l’ambizione. La semplificazione dovrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi concordati, mentre la deregolamentazione mette in discussione la loro stessa validità. Il primo approccio elimina gli attriti, il secondo riduce l’ambizione.
Valutare l’Impatto delle Misure: Quattro Domande Chiave
Per distinguere tra semplificazione e deregolamentazione, è fondamentale porsi quattro domande:
1. L’obiettivo originale sarà raggiunto con le stesse modalità anche dopo le modifiche?
2. Le modifiche eliminano effettivamente gli attriti burocratici o si limitano a ridurre la portata delle norme?
3. I benefici quantificati superano i costi di transizione senza imporre oneri al pubblico o esternalizzare i rischi?
4. Le autorità di vigilanza potranno continuare a monitorare e applicare efficacemente le regole riviste?
Se applicati al pacchetto Omnibus, alcuni elementi superano positivamente il test, come l’armonizzazione dei campi di dati e la riduzione delle duplicazioni. Tuttavia, altri aspetti, come i ritardi significativi e le clausole che trasformano gli obblighi vincolanti in semplici raccomandazioni, sollevano dubbi sulla reale natura delle misure.
La sfida per l’Europa è quella di trovare un equilibrio tra la necessità di rilanciare la competitività e l’importanza di mantenere standard elevati in materia di protezione dei consumatori, stabilità finanziaria e tutela dell’ambiente. La risposta non è quella di sacrificare gli standard a favore di una regolamentazione più leggera, ma di creare un quadro normativo chiaro, prevedibile ed efficace.

