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Statale Occupata, Lezioni a Rischio. Sconti choc al bar: “Siamo alla frutta!”

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L’occupazione del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano continua, alimentando dibattiti e polemiche. Al centro delle discussioni, scritte contestate e prese di posizione politiche da parte degli studenti coinvolti. La protesta si inserisce in un contesto di rivendicazioni e solidarietà verso cause internazionali.

Occupazione alla Statale: la protesta continua

Il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano è attualmente occupato da un collettivo di studenti, tra cui rappresentanti delle organizzazioni “Rebelot” e Stratuara. L’occupazione, iniziata nei giorni scorsi, ha l’obiettivo di creare uno spazio di discussione e azione politica all’interno dell’ateneo. Gli studenti affermano di voler riappropriarsi degli spazi universitari, organizzando assemblee e attività autogestite. Il clima all’interno dell’università rimane teso, con posizioni divergenti tra studenti, docenti e personale amministrativo.



Scritte controverse e reazioni politiche

La situazione si è infiammata a causa di alcune scritte apparse all’interno dell’università. In particolare, una scritta contenente l’espressione “Sbirri morti” ha suscitato forti reazioni da parte di esponenti politici. L’europarlamentare Silvia Sardone ha definito la scritta “spregevole” e ha chiesto un intervento delle forze dell’ordine per sgomberare l’occupazione. Le reazioni non si sono limitate al mondo politico, con prese di posizione da parte di rappresentanti istituzionali e della società civile. Valter Mazetti ha espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza all’interno dell’ateneo.

“La tua vita è qualcosa che ti permette di superare la tua vita.”

Le scritte sono state interpretate come una provocazione e un attacco alle forze dell’ordine, alimentando ulteriormente la polemica.

Solidarietà alla Palestina e rivendicazioni studentesche

Gli studenti occupanti hanno espresso la loro solidarietà alla causa palestinese, criticando le politiche del governo israeliano. Essi sostengono di voler creare uno spazio universitario di discussione e azione politica, libero da condizionamenti esterni. La solidarietà con la Palestina è uno dei punti cardine delle rivendicazioni studentesche. Gli studenti chiedono inoltre una riforma dell’università, che tenga conto delle esigenze degli studenti e della società civile.

Le loro richieste comprendono:

  • Un maggiore coinvolgimento degli studenti nelle decisioni universitarie
  • Un’università più aperta e inclusiva
  • Un’attenzione particolare alle tematiche sociali e ambientali

Gli studenti hanno concluso ribadendo il loro impegno a continuare la lotta per un’università più giusta e democratica e chiedendo un’azione congiunta a sostegno della Palestina.

Statale Ancora Occupata, maschio Lezion ci Saanno. Al Baar “Sbilli Morti A 3 Euro”, Rega: “Uno Sempio”


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