Riflessioni e potenzialità: L’intelligenza artificiale cambierà la medicina del 2030

Sabato 20 maggio, nella sala Argento del Salone Internazionale del Libro, si è svolto l’evento dal titolo “L’intelligenza artificiale cambierà la medicina del 2030?”. Con la presentazione di Francesco Giuliani, Maurizio Leone, Ilan Misano, Filippo Molinari, Emanuele Neri, Ugo Pagallo e Pietro Presti si sono analizzate le potenzialità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo medico.

Oggi la domanda non è SE l’intelligenza artificiale cambierà la medicina ma piuttosto COME la cambierà. Si potrebbero ottenere risultati sostanziali solo con la sinergia tra ente pubblico ed ente privato e pensando a questa innovazione come mezzo e non come fine di sviluppo.

Francesco Giuliani, fisico dell’istituto di ricerca di San Giovanni Rotondo, ha illustrato come grazie all’uso intelligente di alcuni strumenti presenti nella quotidianità, come telefono e smartwatch, si possa migliorare la qualità di vita. Questa idea è ben rappresentata dal motto “big data for quality of life”; sempre più spesso diventa possibile l’utilizzo di tecnologie che agiscono da supporto nell’applicazione delle terapie come ad esempio il progetto SLEEPIO, GATEKEEPER E PHARAON.

Il libro Deep Medicine offre una prospettiva a 360° sui temi chiave dell’intelligenza artificiale: dall’’automatizzazione dei task ripetitivi, all’ottimizzazione del tempo nel rapporto medico-paziente fino ad arrivare alla riduzione dell’errore medico. In ogni caso risulta necessario l’intervento dell’uomo perché questi funzioni al meglio.

Ilan Misano, ingegnere biomedico, è intervenuto all’evento riportando l’esperienza israeliana in atto da trent’anni: la medicina è controllata da un sistema di privati che elaborano i dati dei pazienti con l’intelligenza artificiale per creare risposte e strumenti di supporto al medico. L’unione di tecnologia e medicina può e potrebbe generare opportunità.

Diversi sono i vantaggi nei vari campi d’applicazione ma per contro potrebbe rappresentare una congettura per la quale diffidare da aspettative irrealistiche, a causa del timore della perdita del controllo d’azione e della sostituzione all’intervento dell’uomo. Paradossalmente in alcuni ambiti, anche della quotidianità, l’intelligenza artificiale risulta essere più performante e precisa di quella umana.Si pensi ad esempio alla possibilità di memorizzazione:la nostra mente ci permette di immagazzinare un numero limitato di contatti mentre, grazie all’intelligenza artificiale possiamo fissare sul cellulare un numero quasi infinito di contatti attraverso la rubrica telefonica.

I ricercatori e gli esperti presenti all’evento auspicano quindi uno sviluppo dell’opportunità offerta dall’intelligenza artificiale anche in campo medico come mezzo e come supporto della mente umana.

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2023-05-22

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