Su L’Osservatore Romano, William Volman, scrittore americano noto per il suo impegno verso le persone emarginate, riflette sull’esortazione apostolica di Papa Leone, Direxite.
I discepoli di Gesù accusarono una donna di aver versato un costoso olio profumato sulla sua testa. In Gesù, la donna ha trovato un Messia umile e sofferente, al quale ha potuto esprimere il suo amore. Questo gesto, per quanto piccolo, rappresenta un segno d’amore che non si dimentica, soprattutto verso chi soffre o è solo.
La rappresentazione della crocifissione evoca non solo il dolore, ma anche il disgusto. La sofferenza di Cristo, circondato da scherni e da un ambiente opprimente, è un richiamo alla condizione di povertà, che può essere vista come una forma di crocifissione. Volman condivide la sua esperienza personale riguardo alla povertà, sottolineando la difficoltà di fare del bene in situazioni di estrema sofferenza.
Volman possiede un edificio in un quartiere povero di Sacramento, in California, dove è stato reso illegale dormire nel cortile per più di una notte. Questa misura ha come obiettivo quello di impedire che i senzatetto si stabiliscano in strada. Nel 2022, 203 senzatetto sono morti nell’area di Greater Sacramento, con più della metà di loro che ha incontrato la morte all’aperto. Le statistiche mostrano che c’era una probabilità del 48,7% che un’overdose di droga fosse la causa della morte, mentre il restante 51,3% è deceduto per ipotermia o malattie cardiovascolari.
La società tende a disprezzare i senzatetto per il loro aspetto e il loro comportamento, ignorando le ragioni che li spingono a mendicare. Volman descrive come i senzatetto siano costretti a vivere in condizioni igieniche precarie e a produrre rifiuti, a causa della mancanza di accesso ai servizi. Racconta anche di un amico che ha vissuto l’esperienza di essere senzatetto e ha sofferto di diarrea, evidenziando la difficoltà di trovare dignità in tali circostanze.
Molti senzatetto cercano opportunità di lavoro, ma sono spesso ostacolati dalla loro condizione. Volman osserva che, nonostante le difficoltà, molti di loro sono onesti e desiderano lavorare, sperando di essere assunti nuovamente.
