A ottobre 2022, negli ultimi giorni in cui il Governo Draghi era ancora in carica per gli affari correnti, il ministero della transizione ecologica, presieduto allora dal docente universitario Roberto Cingolani, approvò il progetto definitivo del primo tratto del Tyrrhenian Link.
La Tyrrhenian Link è un elettrodotto in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania, di circa 970 km di lunghezza e 1000 MW di potenza, che consente di trasportare la corrente prodotta dagli impianti eolici e dai pannelli fotovoltaici.
È prevista la realizzazione di due linee elettriche sottomarine (una dalla Sardegna alla Sicilia e una dalla Campania alla Sicilia).
Per il compimento di questa infrastruttura è previsto un finanziamento di 3,7 miliardi di euro da parte dell’azienda italiana Terna, che aveva inserito il progetto nel piano di sviluppo della rete elettrica nazionale nel 2018, e coinvolge ben 250 imprese; questa infrastruttura vedrà il suo compimento nel 2028.
Non tutti sono concordi nella realizzazione del Tyrrhenian Link: a settembre 2023, subito dopo l’approvazione, realizzata dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, gestito dall’onorevole Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia), del secondo tratto del Tyrrhenian Link, sono iniziate diverse proteste da parte della popolazione sarda, le quali hanno visto l’opposizione di Gennaro Fuoco, consigliere del comune di Selargius e membro dei Riformatori, il quale ha definito le manifestazioni “grottesche”.
Il motivo di tutto ciò non è tanto relativo ad una contrarietà da parte dei cittadini sardi all’energia rinnovabile, semmai contro lo sfruttamento e la speculazione energetica.Tra le tantissime associazioni, provenienti da tutta la Sardegna, che si oppongono c’è anche la delegazione “No Tyrrhenian Link di Selargius”; Rita Corda, membro del comitato, ha affermato che “Il Tyrrhenian Link [,,,] si tratta di un mostro che trasformerà le nostre campagne in una servitù energetica e anche militare.”